Una delle ragioni dell’astio del Nord verso la Cassa del Mezzogiorno è la presunta pochezza dei risultati, a fronte dello sforzo (oddio…) del paese. Leggete con me da Le ragioni del Sud, di Domenico Ficarra: «Considerate le condizioni molto depresse del Meridione, sotto tutti i gli aspetti, il governo italiano cerca, con sovvenzioni a fondo perduto, con prestiti di favore, con esenzioni tributarie e premi di produzione e di esportazione, oltre che con divieti di importazione a tutela dalla concorrenza straniera, di sollecitare le capacità produttive indigene (…). L’amministrazione italiana invita anche imprenditori stranieri, maestri, tecnici e operai a prendere dimora  mel Meridione ma malgrado l’assistenzialismo, i risultati che vengono conseguiti in quella regione sono molto modesti, sicuramente non proporzionati all’impegno sopportato dal pubblico erario». E ora, perdonatemi, perché ho mentito: sempre di “Cassa” si tratta, ma per la Lombardia; per leggere il testo esatto, sostituite “Meridione” con “Lombardia” e “italiano/a” con “austriaco/a”. Non stupitevi se a Vienna, dopo aver investito in terra lombarda, sino a nove volte quello chesi spendeva in altre regioni dell’impero, giunsero alla conclusione che “quelli” erano etnicamente inferiori. (da Terroni di Pino Aprile, Piemme 2010 p. 154. Il grassetto è mio)

 

 

 

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