Il detto “meglio essere ricche di carne che non di danaro”, ossia “i figli sono una benedizione non s’applicava allo stesso modo alle sorelle Cristina e Antonia Maria Tagliaboschi. A Cristina, ragazza madre, con i figli arrivavano le benedizioni, ad Antonia Maria «il Signore si scordava sempre di mandarle, con i figli avuti dal marito, le benedizioni.

La storia delle sorelle Tagliaboschi ( rinvenuta tra le carte di mio suocero, l’avv. Domenico De Maria ), è collocata negli anni Quaranta e racconta le diverse esistenze di due sorelle e diventa un piccolo saggio sulla pubblica beneficenza e sulle sue contraddizioni. Quando ad Antonia Maria fu negata l’assistenza nonostante le condizioni di estremo bisogno e il sindaco ne spiegò le ragioni « Cristina, di fronte all’autorità della legge, anche questa volta si inchinò e capì che a suo figlio l’assistenza spettava perché era figlio soltanto di sua madre, ancorché il padre ignoto avesse trecento ettari di terreno, vigne, oliveti ed un palazzo, mentre al bambino di sua sorella l’assistenza non spettava, perché era figlio di suo padre, che aveva una casuccia di un vano sottano ed un terreno di ettari 0,82».

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