L’avv. De Maria, don Mimì, era il padre di mia moglie e per un naturale ritegno non tiro fuori il meglio dal cassetto dei ricordi, ma un semplice biglietto della Lotteria di Tripoli del 1933.

Si chiamava la “corsa dei milioni”, la Lotteria di Tripoli istituita dal regime fascista, che poteva anche sottintendere “la corsa ai milioni” nei paesi da Mille e Una Notte, tra deserti e minareti, con lo sfondo di palme e dune di sabbia. Bisogna calarsi nello spirito del tempo. Un biglietto della Lotteria di Tripoli del 1933 non era la stessa cosa di un biglietto Italia di oggi, poca cosa rispetto ai milioni di euro del Superenalotto e della miriade di altri giochi, che hanno offuscato persino il mitico Totocalcio.

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