Le cronache napoletane riferiscono del progetto di far diventare le strade del centro direzionale del capoluogo campano un simbolo dell’Unità d’Italia: ventisette aree di circolazione interne avranno dei toponimi che sostituiranno la vecchia e odiosissima numerazione delle isole. Ci sarà «Viale della Costituzione», «Piazza dell’Unità d’Italia» e altre venticinque tra strade, vie e piazze che prenderanno il nome di altrettanti componenti l’Assemblea costituente. Tra loro, quindi, è prevista anche «Piazza Angelo Raffaele Jervolino» e «Piazza Maria Jervolino De Unterrichter», padre e madre dell’attuale sindaco di Napoli, Rosa Russo Jervolino. Con la J anche lei, naturalmente, anche se il suo cognome viene scritto con la I.

La Commissione consultiva per la disciplina della toponomastica cittadina aveva dato il suo assenso affinché fosse il quartiere di Poggioreale ad ospitare i toponimi-simbolo dell’Assemblea Costituente assegnando un primo gruppo di nomi di strade e piazze «ai politici componenti l’assemblea costituente eletti nel collegio di Napoli nonché nati o residenti a Napoli o comunque legati, per attività, a Napoli». In questo criterio rientrano incontestabilmente i genitori dell’attuale sindaco di Napoli, eppure i microcefali che affollano la scena pubblica hanno innescato volgari polemiche, pura coprofilia senza uno straccio d’argomento.

Ma non è questo che voglio raccontare, bensì cosa e come c’entra Tricarico e una ignota storiella – una vera quisquilia, avrebbe detto Totò -, i personaggi che vi girano intorno e alcune pagine di storia e curiosità, gli uni e le altre dimenticate.

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