I due referendum elettorali che chiamano alla riscossa sono intestati Morrone-Parisi (il primo presta all’operazione il suo sapere di costituzionalista, il secondo la sua passione ideologica). Dall’alto vegliano e benedicono Veltroni e Prodi. I chiamati alla riscossa ignorano che prima dei Morrone-Passigni fu depositato presso la corte di cassazione un altro referendum, intestato Passigli, che i Morrone-Parisi sono stati determinanti nel far fallire.

 Oggi sono in campo i Morrone-Parisi e vediamo di che si tratta. Entrambi intendono abrogare il Porcellum (ossia la vigente legge elettorale così giornalisticamente definita giacché il ministro Calderoli della Lega, che ne è l’autore, la definì una porcata) e ripristinare il Mattarellum (ossia la previgente legge elettorale così definita dal nome dell’on. Sergio Mattarella che ne fu il proponente). Qual è la differenza tra i due referendum dal momento che si propongono entrambi di centrare il medesimo obiettivo: uno proponendo l’abrogazione totale e il secondo l’abrogazione parziale del Porcellum ? Ecco come i due quesiti sono formulati:

Quesito n. 1 individuato dal colore blu

Abrogazione totale della legge elettorale proporzionale con liste bloccate per il ripristino dei collegi uninominali
«Volete voi che sia abrogata la legge 21 dicembre 2005, n. 270, Modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, come modificata dal decreto legge 8 marzo 2006, n. 75, convertito in legge 21 marzo 2006, n. 121?»

 Quesito n. 2 individuato dal colore rosso.

 Abrogazione parziale della legge elettorale proporzionale con liste bloccate per il ripristino dei collegi uninominali
«Volete voi che sia abrogata la legge 21 dicembre 2005, n. 270, Modifiche alle norme per l’elezione della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, limitatamente alle seguenti parti: ……..
»
 (segue l’elenco di una serie di proposizioni di cui il referendum propone l’abrogazione).
A questo punto occorre precisare due cose.

 Prima. Fin dalla sua prima sentenza (29/1987), che riguardava la legge elettorale del Consiglio superiore della magistratura, la corte costituzionale affermò che «l’organo, a composizione elettiva formalmente richiesta dalla Costituzione, non può essere privato, neppure temporaneamente, del complesso delle norme elettorali contenute nella propria legge di attuazione. Tali norme elettorali potranno essere abrogate nel loro insieme esclusivamente per sostituzione con una nuova disciplina, compito che solo il legislatore rappresentativo è in grado di svolgere». Questo principio è ribadito da tutta la giurisprudenza successiva. Esso vale in primo luogo per la legge elettiva dei due rami del parlamento e comporta che il referendum in materia elettorale è ammissibile se dal “ritaglio” della legge vigente emerge una normativa immediatamente applicabile: se cioè si può andare a votare senza bisogno di ulteriori interventi legislativi. In passato, proprio perché questo esito non era garantito dal quesito, la corte costituzionale (sent. 47/1991) dichiarò inammissibile il referendum sulla legge elettorale del senato; mentre, avendo i promotori riformulato il quesito, la corte lo ritenne questa volta ammissibile (sent. 32/1993) appunto perché la normativa di risulta avrebbe consentito l’operatività del sistema elettorale, senza alcun ulteriore intervento del legislatore.

 Seconda. Per semplicità di esposizione mi riferisco alla camera dei deputati, fermo restando che le cose che saranno scritte valgono anche per il senato.

 L’elezione della Camera dei deputati è disciplinata dal testo unico delle leggi per l’elezione della Camera dei deputati di cui al decreto del presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361 e successive modificazioni.

Le principali modificazioni, apportate con la tecnica del tagli, cuci e sostituisci, sono costituite dalle leggi volgarmente conosciute come Mattarellum, che segnò il passaggio dal sistema proporzionale al sistema maggioritario prevalentemente basato su collegi uninominali e il Porcellum, che ha soppresso i collegi nominali e ha previsto liste bloccate (le liste dei nominati, perché risultano di fatto “nominati” e non eletti candidati secondo l’ordine di presentazione in lista, ordine che è stabilito dalle segreterie di partito o dai leader).

 Il sistema elettorale può essere riformato con legge o con referendum (parziale). La legge può sostituire il sistema vigente, cosa che il referendum non può fare, perché il referendum può solo “ritagliare” il sistema vigente. Immaginiamo che anche la legge si proponga (cosa che, peraltro, ha sempre fatto) di operare sul sistema vigente. Possiamo paragonare questa operazione all’opera di un sarto incaricato di rinnovare o modificare il modello di un vestito. La legge taglia, cuce e sostituisce (abroga alcune disposizioni, altre ne inserisce e altre le sostituisce), il referendum, invece, può solo tagliare. La legge per esempio, potrebbe stabilire, venendo al caso di cui si discute, che al fine di ripristinare il Mattarellum è abrogato il Porcellum, cioè la legge può tagliare il Porcellum e, con un atto positivo, può sostituirlo col Mattarellum. Il referendum può solo tagliare e se, come capita in questo caso perché il Mattarellum non risuscita, deve buttare il vestito reso inservibile dai tagli.

 E’ quello che capita con i due quesiti.

Il primo dei due quesiti, che prevede l’abrogazione in toto della legge Calderoli, è inammissibile, come ha sostenuto in un suo lavoro scientifico pubblicato nel 2007 lo stesso presidente del comitato referendario prof. Morrone, che ha confermato il suo pensiero anche con riguardo al quesito referendario. Una norma abrogata è cancellata definitivamente dall’ordinamento, non risuscita se successivamente è abrogata la norma abrogante.

 Ma è inammissibile anche il secondo quesito, che abroga parzialmente il Porcellum sempre col presupposto della reviviscenza del Mattarellum. Mi avvalgo delle parole di Cesare Salvi sul Riformista. «Diversi punti del quesito numero 2, infatti, contengono abrogazioni di legge abrogate (mi si scusi il bisticcio). Il quesito prevede in particolare l’abrogazione delle norme della legge vigente, che a loro volta avevano abrogato i decreti legislativi sulla determinazione dei collegi uninominali della Camera e del Senato. Ma, come si ricordava, l’abrogazione non può far rivivere norme abrogate, e quindi l’eventuale approvazione del quesito produrrebbe una legge priva della normativa che riguarda il suo punto centrale, cioè l’adozione dei collegi uninominali. Ne risulterebbe una legge non immediatamente operativa, in contrasto con quanto richiesto dalla Corte costituzionale». Con la sua nota ironia il prof. Michele Ainis ha scritto che, se è valida la teoria della reviviscenza, l’abrogazione della Costituzione farebbe rivivere lo Statuto albertino.

 Delle sette bibliche piaghe che affliggono l’Italia, il conflitto di interessi e il Porcellum sono due piaghe particolarmente purulente. Ce lo dicono e ce lo tornano a dire, e ne sono perfettamente convinto. Prodi ha governato dal 1996 al 1998 e dal 2006 al 2008, e una legge che governasse il conflitto d’interesse non è stata fatta. Franceschini dice: «Abbiamo sbagliato». Ci prende per babbei?

 Il secondo governo Prodi, il governo dell’Unione, fu eletto col Porcellum, governò dal 2006 al 2008 e non cambiò la legge elettorale, della quale pensò di avvalersene Veltroni per il suo disegno di vocazione maggioritaria, che regalò a Berlusconi la più larga maggioranza della storia parlamentare ed espulse dal parlamento la sinistra, per la quale, peraltro, io non parteggio.

 Si dice che i referendum Morrone-Parisi sono stati messi in campo per far fallire il referendum Passigli, articolato in tre quesiti, centrati sull’abolizione del premio di maggioranza, sicuramente ammissibile. Come dubitarne? Il referendum Passigli si porta il peccato mortale di produrre una normativa di risulta di tipo proporzionalistico, da scongiurare con ogni mezzo e con furore ideologico. Missione compiuta.

 Meglio il Porcellum del proporzionale. E così sarà. Indovinate a chi serve.

 

 

 

 

Tagged with:
 

2 Responses to La risurrezione del Mattarellum

  1. Roberto ha detto:

    Bravo! I promotori del referendum Passigli sono:
    Stefano Passigli, Giovanni Sartori, Enzo Cheli, Tullio De Mauro, Gianni Ferrara, Massimo Villone, Jacopo Sce, Daniel Pommier, Andrea Carandini, Gustavo Visentini, Claudio Abbado, Dacia Maraini, Renzo Piano, Inge Feltrinelli, Innocenzo Cipolletta, Margherita Hack, Benedetta Tobagi, Franco Cardini, Massimo Teodori, Umberto Ambrosoli, Domenico Fisichella, Enrico Scoppola.

  2. Oro ha detto:

    Io Cercocasualmente cronache su questo soggetto. Peraltro realizzo uno studio su questo per la mia figlia domani. Altribiglietti da sapere ? Grazie