Durante l’esilio a Londra don Luigi Sturzo incontra Gaetano Salvemini, il quale nel libro «Dei ricordi di un fuoriuscito 1923-1933» afferma che l’amicizia con Sturzo è stata «uno dei più begli acquisti» della sua vita. Sturzo «discuteva e lasciava discutere su tutto, con una libertà di spirito, che raramente avevo trovato nei così detti liberi pensatori. E aggiungerò – prosegue Salvemini – che è un liberale. Il clericale domanda la libertà per sé in nome del principio liberale, salvo a sopprimerla negli altri, non appena gli sia possibile, in nome del principio clericale. Don Sturzo non è clericale. Ha fede nel metodo della libertà per tutti e per sempre.»

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