SENATO DELLA REPUBBLICA

Legislatura 16º – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 651 del 22/12/2011


Testo integrale della dichiarazione di voto del senatore Colombo sul disegno di legge n. 3066, composto del solo articolo 1, su cui il Governo ha posto la questione di fiducia

 

Dichiaro il mio voto favorevole alla manovra finanziaria e rinnovo piena fiducia nel lavoro del

Presidente Monti, nella condizione di grande sofferenza dell’economia che il nostro Paese e l’Europa stanno vivendo.

Una condizione di sofferenza ed uno stato di eccezione che solo “un clima più disteso nei rapporti politici”, come ha rilevato il Presidente Napolitano, può consentire di affrontare con la determinazione e con il coraggio necessari.

Un Parlamento responsabile, cosciente nella sua larghissima maggioranza della delicatezza della situazione, costituisce la vera garanzia di una Democrazia governante, quindi tutt’altro che sospesa, anzi chiamata ad una alta prova di eticità e di intelligenza collettiva.

Comprendo naturalmente la difficoltà per il Governo, in una congiuntura così drammatica, di declinare virtuosamente ed oggettivamente rigore, equità e crescita, soprattutto sul versante dell’equità, che è il nervo più esposto della sensibilità sociale e della condizione civile dell’Italia.

Non nutro dubbi, tuttavia, che un nuovo significativo capitolo dell’azione congiunta del Governo e del Parlamento possa riguardare al più presto il tema dello sviluppo. Solo un autentico processo di sviluppo infatti può ricreare quelle condizioni di accomulazione e di espansione dell’economia in grado di invertire gli effetti della recessione di cui si avvertono le prime, inquietanti avvisaglie.

Mi venga consentito, inoltre, di esprimermi – in sintonia con la visione del Presidente del Consiglio – sul tema dell’Europa, delle sue ragioni fondative e del ruolo che un reale Governo europeo delle scelte economiche, fiscali e sociali dovrebbe e potrebbe esercitare per superare la crisi che attraversiamo.

L’impegno del presidente Monti ad un costante aggiornamento e monitoraggio sui passi in avanti che compirà, nei prossimi Consigli europei, il consolidamento di una più coerente e solida strategia europea, appare rassicurante. Ma quell’impegno conferma anche la convinzione che solo un’Europa che recuperi una forte strategia unitaria, che allontani la suggestione di diarchie inattuali ed inefficaci e che recuperi e salvaguardi i meccanismi di integrazione con la Gran Bretagna, potrebbe aspirare a chiudere virtuosamente un ciclo così difficile della sua storia e della sua economia. L’esperienza che viviamo e la stessa fragilità dei risultati conseguiti il 9 e 10 dicembre ci ricordano che obbiettivo primario, ineludibile, resta l’unione politica, che allontana la tentazione di un abbandono del metodo comunitario in favore della prassi intergovernativa.

Monnet ci richiamava alla speranza e a un razionale ottimismo. L’Europa – egli diceva – deve procedere nonostante le crisi. Anzi la sua parabola vincente sta a dimostrare che essa può procedere di “crisi in crisi”.

Perciò la profezia di Monnet e il suo lucido realismo ci inducono ancora oggi a credere in una fuoriuscita dalla condizione nella quale versano l’Europa e l’Italia in un sistema globale così drammaticamente interconnesso.

“Un mondo nel quale ormai nessuno, da solo, potrà salvarsi”.

 

 

Comments are closed.