L’amicizia con i giovani miei maestri e fratelli:

Gobetti, fratello-padre e Rocco fratello-figlio.

I vecchi, i grandi uomini che ho conosciuto e anche amato

non mi hanno dato nulla o quasi nulla

 

Verso la fine del 1972 Carlo Levi fu colpito da una grave malattia agli occhi: il distacco della retina. Fu operato ai primi di febbraio del ’73 e durante la degenza, in stato di cecità, cominciò a scrivere un diario che fu pubblicato postumo da Einaudi nel 1979 con il titolo Quaderno a cancelli, perché per scrivere si serviva di una tavoletta su cui c’era una rete dentro le cui caselle poteva tracciare le lettere. (Giovanni Russo, Carlo Levi segreto, Dalai editore, Milano, 2011, pp. 130 ss.)

L’espressione Quaderno a cancelli risale a Rocco Scotellaro, nella poesia Dedica a una bambina (1952)

 

Questo piccolo quaderno a cancelli

l’ho scritto per te di cui non parlo

per i tuoi occhi chiusi e i tuoi capelli

di cera, il naso che non può fiutarlo.

Se chi spacca la pietra trova pietra

e chi la noce verde per piacere

e la fatica è vana e vergognosa,

bambina come uccello senza piume

che volevo volasse, io accendo un lume:

la tua gloria di vetro, spina e rosa,

è da questi cancelli il mio piacere.

 

Il quaderno a cancelli era il quaderno delle prime quattro classi elementari: cancelli in prima elementare con barre orizzontali e verticali, da cui, classe dopo classe scomparivano le barre verticali e restavano le orizzontali, come binari sempre più stretti, per guidare l’incerta scrittura dei giovanissimi alunni. L’espressione quaderno a cancelli ha poi dato il titolo all’ultima sezione di poesie di E’ fatto giorno pubblicate da Einaudi a cura dello stesso Carlo Levi, che comprende le poesie: Cena, La regola, I pezzenti, Lezioni di economia, Il dolore, Dedica a una bambina, I versi e la tagliola, La bontà, America, Le finestre, Salmo alla casa e agli emigranti, Serenata al paese, L’uomo che ho trovato, A Portici, La stabilità della moneta e della strada, I viaggi, Domenica, Lunedì, Padre mio, Palazzo reale di Portici, I pastori di Calabria, Ripresa, Il porto del Granatello, Portici primo aprile, Tu non ci sei, Ora che ti ho perduta (poesie espunte nell’edizione mondadoriana di E’ fatto giorno a cura di Franco Vitelli).

L’edizione einaudiana di Quaderno a cancelli, ultimo libro di Carlo Levi, è priva dei disegni e dell’appendice, che non è allotria al libro ma ne costituisce la parte finale (G.Russo, op. cit. pp. 133-134).

In un brano dell’appendice redatto il 1° agosto 1973 Levi fa un elenco di ciò che ha contato nella formazione della sua vita:

 

Al risveglio, quasi felice, mi sembra di dover rispondere a una domanda su che cosa ha realmente contato (senza falsa vanagloria) nella mia vita. Faccio degli elenchi ragionati. Mi pare di dover rispondere con dei numeri. 1) Mia madre. 2) Il giardino delle cose (Via Bezzecca, l’altalena, il ribes). 3) L’amicizia con i giovani miei maestri e fratelli: Gobetti, fratello-padre e Rocco, fratello-figlio. I vecchi, i grandi uomini che ho conosciuto e anche amato non mi hanno dato nulla o quasi nulla. 4) L’amore sessuale e fisico, come rivelatore del mondo e della libertà. 5) La Lucania, confino, come rivelatore degli altri e della libertà. 6) La pratica del dipingere (e anche dello scrivere)  come scoperta ed esercizio della verità e della libertà. Infine mi resta la settima cosa. Potrei mettere un nome o dei nomi, ma non mi decido alla risposta.

 

 

 

One Response to Quaderno a cancelli

  1. Nando ha detto:

    Vuol dire che Scotellaro ha scritto la poesia Dedica a una bambina su un “quaderno a cancelli” per le elementari?