Ho aperto una nuova categoria di questo blog e l’ho intitolata Rileggiamo Scotellaro, pensando di raccogliere l’implicito invito della signora Maria Teresa Diele.

Comincio con le traduzioni e da una traduzione da Orazio,  O fons Bandusiae, che vi è in E’ fatto giorno ed è stata pubblicata in «Botteghe Oscure», quad. XI, 1953. Ora utte le traduzioni, da Orazio a Mimnermo, Arthur Rimbaud, Robert Louis Stevenson, Edgar Lee Master, Edwin Arlington Robinson, Catullo e Johann Wolfang Goethe sono raccolte nel volume pubblicato negli Oscar Mondadori nel 2004, dove sono state sistemate tutte le poesie di Rocco Scotellaro. 

 

Alla traduzione di Rocco Scotellaro segue il testo latino.

O fons Bandusiae

(Carmina, III, 13. Orazio)

 

Bella fontana di Banzi,

ti luccica un’acqua di vetro,

ti porteremo domani in un cesto di fiori

un capretto che allatta e pasce.

Le prime corna gli promettono guerre di amore,

peccato perché noi laveremo il suo sangue

nel tuo rivolo gelato.

 

Perché non ti prende il sole cane

e tu puoi rinfrescare

I buoi aratori e le greggi camminanti.

La bella fontana di Banzi,

dicono che sarai tra le nobili fonti,

perché rompe il cuore delle pietre

la tua canzone lontana.

***

Horatius, Carmina III, 13.

O fons Bandusiae splendidior vitro,

dulci digne mero non sine floribus,

cras donaberis haedo,

cui frons turgida cornibus

primis et venerem et proelia destinat.

Frustra: nam gelidos inficiet tibi

rubro sanguine rivos

lascivi suboles gregis.

 

Tu flagrantis atrox hora Caniculae

nescit tangere, tu frigus amabile

fessis vomere tauris

praebes et pecori vago.

Fies nobilium tu quoque fontium

me dicere cavis impositam ilicem

saxis, unde loquaces

lymphae desiliunt tuae.

 

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