The Dark Hills

 

Le oscure colline

Dark hills at evening in the west,

Where sunset hovers like a sound

Of golden horns that sang to rest

Old bones of warriors under ground,

Far now from all the bannered ways

Where flash the legions of the sun,

You fade–as if the last of days

Were fading, and all wars were done.

Oscure colline a sera nell’ovest

dove il tramonto aleggia come un suono

di corni d’oro che cantarono al riposo

vecchi ossi di guerrieri sotto terra,

lontano ora da tutte le vie imbandierate

dove campeggiano le legioni del sole,

voi sbiadite – come se l’ultimo dei giorni

che passano, e tutte le guerre che si fecero.

 

Edwin Arlington Robinson (1869 – 1935)

Traduzione di Rocco Scotellaro (1950)

 

 

Con The Dark Hills si concludono le tre traduzioni americane di Rocco Scotellaro. La visione del calare al tramonto di ombre sulle colline ad ovest evoca una sensazione di quiete, che scende su tutta la terra, accompagnata dal suono di corni d’oro per il riposo eterno degli ossi dei vecchi guerrieri, come se fosse l’ultimo dei giorni, come se tutte le guerre fossero finite.

Tutte tre le poesie americane, osserva Franco Vitelli (Oscar Mondadori 2004 di tutte le poesie di Rocco Scotellaro, p. 347) hanno natura mortuaria,  «ma i morti sono convitati permanenti e vagano famigliari nella vita e nella cultura meridionali».

 

Robinson, Edwin Arlington, poeta statunitense (Head Tide, Maine, 1869New York 1935), è la prima voce notevole di poeta del mondo contemporaneo. La sua poesia, spesso ambientata in un’immaginaria Tilbury, modellata sui luoghi della dolorosa infanzia trascorsa nel Maine, introduce elementi proprî della sensibilità contemporanea, centrata com’è sui motivi del fallimento e della frustrazione e si pone come  interpretazione più tipica di quell’atmosfera del cosidetto «decadentismo morale», che caratterizza i primi del novecento.

 

 

 

 

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