SERA POTENTINA
Un terremoto di intensa gravità ci ha svegliati alle 4 di questa mattina, 20 maggio. Comodini coperti di polvere d’intonaco, cocci di boccacci col loro contenuto sparsi per terra in cucina, libri sparsi sui pavimenti e cocci di un drago in ceramica, che fu un regalo del matrimonio e pegno di una forte amicizia. Mi informo se le nipotine, a Ravenna, si sono spaventate, ma non si sono neppure svegliate e sono state lasciate dormire. Riprenderei a dormire, ma si decide di uscire. Le strade pullulano di gente, non pochi portano i segni di una fuga precipitosa con una coperta buttata sulle spalle, sotto la quale si intravede il pigiama. Pezzi di cornicioni e di tegole per le strade. E’ caduto un angelo dalla facciata della Chiesa di San Carlo. La Torre dei Leoni, la più alta del Castello Estense, è squarciata da parte a parte e incombe, alta sulla città, come un simbolo della sciagura appena capitata. Ci giungono le prime notizie, gravi da Sant’Agostino e Bondeno, e purtroppo anche notizie di morti.
Mi viene in mente un poesia del 1943 di Rocco Scotellaro, Sera potentina, in cui si trova il motivo dei segni dei due bombardamenti che Potenza subì subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Tornato a casa vado a rileggerla e ho desiderio di proporne la lettura
SERA POTENTINA
Sera potentina
con uno sbuffo di treno
e qualche imperlatura sulle colline,
me ne vado.
Il ponte d Monreale
ritto con otto luci
qui negli occhi.
La giostra di Via Pretoria
dopo giri più lenti s’è fermata
e tutto è maceria
di cose bombardate,
crepacci di bombe
e fili pensoloni.
Ma l’ombra ci inganna
la tarda memoria.
(1943)
2 Responses to SERA POTENTINA
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Lo sbuffo del treno indica la paura che diventa poi velata .. ossia la capacità del poeta di rendere il momento statico e nello stesso tempo con la voglia di essere al di la’ del pericolo …e poi dice che la memoria
è un ombra che inganna ossia si dimentica poi facilmente quasi a voler cancellare l’atrocità della guerra dal ricordo..
in omaggio ti invio questa mia poesia..
La collina dei sogni
Stanno seccando le rose
Sulla collina dei sogni
E la mitraglietta spara
Impazzita bucando
I crepuscoli infuocati.
Stanno leggendo i miei pensieri
I lupi affamati sulla collina
E il treno dei desideri
Ha deragliato l’amore
Sull’ultimo binario..
Una carrozza arrugginita
Ha un vecchio giaciglio fiorito..
E l’immaginario fiorisce
Anche d’inverno..
Stanno sparando i nemici
Raffiche di piume
Nel centro dei ventricoli
Il giaciglio si illumina
E mi lascio scaldare
dal tepore della paglia…