Il Mezzogiorno spiegato dai poeti

 

Rocco Scotellaro occupa il settimo posto nella serie di pagine dedicate a figure o a opere che hanno avuto un ruolo importante – a volte evidente, a volte più sotterraneo – nella formazione culturale delle diverse generazioni novecentesche, aperta il 31 luglio dal quotidiano comunista Il Manifesto col saggio Un professore nella terra dell’osso, a cura di Franco Arminio dedicato a Manlio Rossi Doria.

Hanno fatto seguito, con cadenza giornaliera, salvo un salto il 6 agosto, saggi dedicati al critico letterario e saggista Cesare Cases, all’opera «Carlotta a Weimar» di Thomas Mann, agli scrittori Ottiero Ottieri e Federico Tozzi e al poeta Franco Fortini.

Il profilo di Rocco Scotellaro, col titolo Il Mezzogiorno spiegato dai poeti, è dovuto alla penna di Angelo Mastrandrea, vice direttore del detto quotidiano. Il profilo è apprezzabile per completezza e lucidità della descrizione, e non va trasdcurato il significato del riconoscimento, su un quotidiano comunista, della responsabilità del PCI del tempo, che sulla figura e sull’opera di Rocco Scotellaro fece calare un silenzio assoluto durato vent’anni, a cui pose termine non Giorgio Amendola, come scrive l’autore, ma Enrico Berlinguer in una famoso discorso pronunciato a Potenza, in piazza Prefettura.

Angelo Mastrandrea ha avuto vari contatti col Centro di documentazione Rocco Scotellaro e la Basilicata nel secondo dopoguerra, che gli ha messo a disposizione materiale bibliografico e le due foto pubblicate sulla pagina del quotidiano di cui si tratta e che può essere visionata presso il Centro diretto con passione e competenza dalla professoressa Carmela Biscaglia.

L’articolista non avrebbe potuto trattare adeguatamente il quadro storico e, in particolre, quello relativo alla seconda elezione per la sindacatura di Tricarico, che continua ad essere trascurata dagli stessi storici professionisti, ma di cui non mancano testimonianze dello stesso Scotellaro documentate in lettere e Carlo Levi e a Carlo Muscetta. Non si può però tacere che delude lo scadimento, in un passaggio dell’articolo, nella stanca banalizzazione di una grande storia di scontro/confronto di grandi forze popolari. 

 

Pubblico di seguito di Profilo e in allegato l’articolo dedicato a Rocco Scotellaro.

 

 

BREVE PROFILO DI ROCCO SCOTELLARO

Fondatore della sezione del Partito socialista di Tricarico, in provincia di Matera, primo sindaco della cittadina lucana del dopoguerra, ad appena 23 anni, protagonista delle occupazioni delle terre da parte dei contadini negli anni ’49-’50, incarcerato con la falsa accusa di peculato e poi scagionato con il riconoscimento che si era trattato di cospirazione politica, Rocco Scotellaro dedicò analoga passione alla scrittura. Morì giovane, ad appena trent’anni, a Portici dove si era trasferito per lavorare all’università con Manlio Rossi Doria. Le sue opere furono pubblicate tutte postume: le poesie di «È fatto giorno» e di «Margherite e rosolacci»[1], il romanzo autobiografico «L’uva puttanella», «Contadini del sud», inchiesta incompiuta sul mondo dei braccianti meridionali, il racconto «Uno si distrae al bivio».

 

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[1] « Margherite e Rosolocci » non è opera postuma di Scotellaro, ma pubblicazione delle poesie non comprese in « E’ fatto giorno » curata dal prof. Franco Vitelli, che per il titolo dell’opera ha utilizzato un titolo scotellariano di una sezione di poesie di « E’ fatto giorno ». La successiva scoperta di numerose altre poesie di Scotellaro ha superato l’originario lavoro di Vitelli e ha portato alla pubblicazione, negli Oscar Mondadori, di tutte le poesie di Scotellaro.

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