Nei Malavoglia il rapporto col paese, con la casa e con la famiglia si determina e si sviluppa con la partenza di ‘Ntoni, nipote di Padron ‘Ntoni, capo della famiglia Toscano, detta i Malavoglia, con la quale si conclude il famoso romanzo di Giovanni Verga. Il rapporto è il medesimo di quello che si profila con l’uscita» di Rocco dalla casa e dal paese, un rapporto di frattura. «Fra poco, ritornando, non mi conosceranno»: questo, come risulta nel Disegno generale del libro (parte III), è un tratto da sviluppare, e corrisponde a ciò che pensava ‘Ntoni partendo.

     Mettiamo ora a confronto le cinque funzioni della borsa di Rocco, rilevate dalla Salina Borello, con le altrettante e analoghe funzioni della sporta di ‘Ntoni, che, come si è già rilevato, possono essere considerate matrici:

 

Ntoni

1.[ ... ] lo stesso Alessi [ ... ] non riconobbe ‘Ntoni il quale t o r n a v a  c o l l a  s p o r t a s o t t o  i l  b r a c c i o, tanto era mutato, coperto di polvere, e colla barba lunga. [ ... ] Ei non sembrava più quello, e andava guardando in giro le pareti, come non le avesse mai viste; fino il cane gli abbaiava, ché non l‘aveva conosciuto rnai.

Rocco

1. [ ... ] c o n  l a  b o r s a  c h e  a v e v o , ognuno, dallo spiazzo di SantAngelo fino in campagna, mi chiese con meraviglia dove andavo, perché sapevano tutti che sarei dovuto partire e pensavano a una delle solite improvvise decisioni: [ .. ]

 

In entrambi i passi si segnala un cambiamento dei personaggi e  delle loro azioni consuete, per cui ‘Ntoni non viene riconosciuto e a Rocco vien chiesto ‘con meraviglia’ dove andava. La sporta e la  borsa sono segni, comunque, di una imminente e definitiva partenza, che è prevista e temuta dagli altri.

‘Ntoni

2. [ … ] ‘Ntoni, quando si fu sfamato e riposato alquanto, p r e s e  l a  s u a  s p o r t a  e  s i  a l z ò  p e r  a n d a r s e n e.

Rocco

2. C o n  q u e s t a  b o r sa, se non partivo, dovevo apparire stravagante, [ … ].

‘Ntoni

3. Alessi non osava dirgli nulla, tanto suo fratello era mutato. Ma  a l  v e d e r g l i  r i p- r e n d e r e   l a  s p o r t a, si sentì balzare il  cuore dal petto, e Mena gli disse tutta smarrita: – Te ne vai? [ … ] qui non posso starei, ché tutti mi conoscono, e perciò son venuto di sera.  Andrò lontano, dove troverò da buscarmi il pane, e nessuno saprà chi  sono.

Rocco

3. [ … ] così che questa passeggiata alla vigna c o n  l a  b o r sa  era e non era per un viaggio, per una visita alle ciliegie, a un posto senza vento dove leggere e studiare, per una partenza clandestina, p e r   u n  s a lu t o  a i  m o r t i.

‘Ntoni

4. Gli altri non osavano fiatare, perché ci avevano il cuore stretto in una morsa, e capivano che egli faceva bene a dir così.:

[ … ] – E il nonno? [ … ] – E la Lia, che non l’ho vista? [ … ] – È morta  anche lei? [ … ] ‘N toni che era sotto il nespolo, c o l l a  s p o r t a  i n m a n o , fece per sedersi, poiché le gambe gli tremavano, ma si rizzò di botto, balbettando: – Addio, addio’  L o ve d e t e  c h e  d e v o  a n dar m e n e ?

 

     Rocco

4. Ripensandoci, c o n  l a b o r s a  p e r  l a  c a m p a g a,  era difficile  non destare stupore. Ieri avevo lasciato il mio posto, oggi venivo al Corneto, come Carmelo l’artista, Giuseppe il pensionato, Pasquale l’anarchico. Io potevo dare all’occhio come uno di questi che non chiedono e non danno ormai più il saluto a nessuno, prendono le vie solitarie, di notte e di giorno, s o n o  s p a e s a t i  o  pazzi, uccelli senza nido”.

     Lo ‘spaesarnento’ di ‘Ntoni e di Rocco, «uccelli senza nido», si collega con i morti, che determinano la partenza del primo e la  passeggiata alla vigna del secondo. Quest’ultima è integrata dal racconto dell’episodio di Nicola, lo studente suicida nella cisterna ed ora errante come spirito nella campagna:

« Via del Corneto è quella che è a presa diretta, subito dopo le ultime case, per chi perde la fede negli uomini. Si incomincia di là. Nicola, lo studente fallito, cominciò di là per scampare alla monotonia e alla vergogna, poi le notti di luna lo trovarono i soldati che tornavano a licenza sul Ponte dell’Acqua a leggere i giornali, fu visto dai contadini e dai cacciatori nelle macchie, terrorizzò le donne cha andavano a legnare nella Serra, fino a quando si buttò in una cisterna. Errava invitato dallo spirito maligno, che alla cisterna lo sedusse: venne il facchino dopo molti giorni, a tirarlo con le funi; il facchino è sulla piazza, carica i traini di vino, i camion di grano, scarica il cemento e lo zolfo, di Nicola non vuole sentir parlare, erano di versi, si odiavano a morte ».

La vigna, legata (come si è detto) al culto dei morti, è un referente localizzante che si ritrova anche nell’ultima sosta di ‘Ntoni, in cui si conclude il suo rapporto col paese nel momento stesso in cui per la prima volta egli lo vede e conosce qual è.

Ntoni

[4°] Allora ‘Ntoni si fermò in mezzo alla strada a guardare il paese tutto nero, come non gli bastasse il cuore di staccarsene, adesso che sapeva ogni cosa, e sedette sul m u r i c c i o l o  d e l l a  v i g n a  d i m a s s a r o  F i l i p p o.

Rocco

[4a] Ritornai al bivio e per le case popolari, mi diressi alla vigna di  famiglia, che si stende come un panno appeso, sui valloni che vanno verso il fiume. Ma anche per questa direzione io dovevo stupire se vedendomi le donne mi chiedevano: – E che? – tacendo il resto. Io  dicevo subito: – A 11 a v i g n a – e le facce si distendevano, rimanevano però le voci loro dietro le mie spalle. [ … ]

Molti dicevano di volere il mio bene, [ … ] e mi indicavano la via della stazione, la scorciatoia per andarci prima è proprio quella che passa  p e r  l a  v i g n a ;volevano per il mio bene che spendessi altrove il  cervello e il cuore, mentre qui, servo degl’ignoranti, dei rivoltosi, degli scontenti, mi sciupavo i nervi e le inestimabili energie.

‘Ntoni

    5. Sulla riva, in fondo alla piazza, c o m i n c i a v a n o  a  f o r m i c o l a r e  d e i  l u  m i . Egli levò il capo a guardare i Tre Re  che luccicavano, e la Puddara che annunziava l’alba, come l’aveva vista tante volte. [ … ]. Tornò a guardare il mare, che s’era fatto amaranto, tutto seminato di barche che avevano cominciato la loro  giornata anche loro, r i p r e s e l a s u a s p o r t a, e disse: – O r a  è  t e m p o  d’ a n dar s e n e, perché fra poco comincerà a passar  gente. Ma il primo di tutti a cominciar la sua giornata è stato Rocco Spatu.

Rocco

5. Adesso ero solo, s v o l s i  l a  b o r s a, trassi fuori un libro per leggere, accesi la pipa: era scomodo sedere sulla pietra o addossato ai sarmenti, o s u l a  t e r r a  n u da, che aveva la crosta sottile, appena c a l d a  d e l  p r irn o  s o l e.

 

Tagged with:
 

One Response to L’UVA PUTTANELLA: La borsa di Rocco e la sporta di ‘Ntoni

  1. Mery Carol ha detto:

    Spaesati o pazzi senza nido…o gabbiani in cerca di miglior lido.

    Mery Carol