Nei giorni scorsi mi sono occupato più volte del Sopportico delle Api, luogo tricaricese che ispirò a Rocco Scotellaro una delle sue più belle poesie. II Sopportico delle Api è scomparso dalla toponomastica di Tricarico. Come luogo dell’ispirazione poetica è  ora indicato un Sopportico dei lapi, vicino alla casa di Scotellaro, davanti al quale Rocco passava tutti i giorni, ma che non gli ha mai ispirato nulla. Smemoratezza della vecchia generazione e maggior colpa di chi rappresenta la comunità tricaricese hanno causato il grave e spiacevole equivoco.

     Circa tre anni fa, il 28.02.2011, postai  su questo blog un articolo intitolato Itinerario poetico di via Roma, che comprendeva le poesie Al sopportico delle api il primo amore, Vico Tapera, Nel trigesimo di mio padre, Suonano mattutino, Per il camposanto, Mio paese, Il garibaldino novantenne.

     Nella presentazione della poesia Al Sopportico delle Api già allora scrivevo che quello era un luogo scotelleriano che si andava perdendo o s’era perso. «Il primo luogo che si incontra percorrendo via Roma dalla piazza – scrissi – è il Sopportico delle Api. Chi saprebbe più indicare con sicurezza questo sopportico, tra i tanti che uniscono via Roma al piano a destra e al Monte a sinistra? Non ci sono più targhe ( o almeno in tale condizione avevo lasciato Tricarico) che indichino i nomi delle nostre vie e dei nostri vicoli. Le due piazze e le vie principali di Tricarico erano indicate con normali targhe; gli innumerevoli vicoli, invece, con scritte in vernice nera su uno sfondo di intonaco quadrato o rettangolare. L’amministrazione del mio carissimo e compianto amico Benito Lauria rifece tutta la segnaletica, con targhe eguali (e dunque in coerenza col principio di uguaglianza) formate di piccole mattonelle bianche, di quelle che si adoperavano per bagni e cucine senza pretese (e dunque di estremo rispetto per le casse comunali). Tecnicamente si rivelò una scelta sbagliata. Col tempo, una alla volta, dove tutte, dove in parte, le mattonelle si staccavano. Al sopportico delle Api non ne rimase alcuna. Uno scempio», a cui nessuno si preoccupò di porre rimedio. Quel luogo scotellariano rimase anonimo, se ne perse il ricordo e dell’ispirazione poetica si impossessò il Sopportico dei lapi.

     «Quel budello – continuavo a scrivere nel citato articolo  – ha ispirato una bellissima e tenera poesia a Rocco, che racconta un suo amore giovanile, anzi il suo primo amore. Gli amori delle vecchie generazioni dei ragazzi tricaricesi si vivevano e crescevano alla macchia, segretamente, nei luoghi più impensati e inaccessibili. Impensabile e inaccessibile era certamente il Sopportico delle Api […]. Teneri gesti d’amore di due ragazzi e le ombre dei loro corpi in fuga gettate dall’improvviso arrivo del mulattiere con la lanterna per dare la biada ai muli».

api

 

ECCO IL VERO SOPPORTICO DELLE API

 

     Ho il torto di non essermi mai preoccupato di informarmi su quella strana dedica alle api del sopportico, né mi interessa la questione toponomastica. Penso che non si tratti di un sopportico, ma di una di quelle strutture dell’antica urbanistica che, forse, si chiamavano cuntane (ma non ricordo bene) e avevano una funzione nell’assetto delle abitazioni, impedendo l’infiltrazione delle acque e regolandone il flusso. Forse vi si insediò un nido di api selvatiche e uno spirito presago scrisse sul muro il nome Sopportico delle Api, che era già poesia. Ma, nel tempo che seguì, prosaici e smemorati amministratori e distratti vicini di casa di Scotellaro lasciarono che la memoria di un grande momento poetico svanisse..

     Nell’Itineraio poetico di via Roma presentai la poesia Vico Tapera con queste parole: «Dirimpetto alla casa di Rocco Scotellaro, dalla parte che scende al Piano, è vico Tapera. Vicolo non cieco ma senza sbocco: in ripida discesa finisce in una specie di buco, senza collegare via Roma al Piano.

Sopportico delle Api, sul versante verso il Monte, e Vico Tapera sul versante opposto, sono i luoghi più “brutti” tra i vicoli di via Roma. A Rocco, che ci passava davanti tutti i giorni, hanno ispirato due bellissime poesie. Vico Tapera, per me, è una tra le sue più belle, un pezzo dell’anima tricaricese. Ogni volta che la rileggo è come se la leggessi per la prima volta e mi commuovo».

 

A conclusione di questo articolo propongo la lettura delle due poesie  (Leggi AL SOPPORTICO DELLE API IL PRIMO AMORE.pdf _ VICO TAPERA.pdf) e, con speranza, esprimo l’auspicio che i tricaricesi, che seppero mobilitarsi nella “Batracomiomaca” guerra del cannone con Accettura, sappiano restituire alla poesia di Rocco Scotellaro i luoghi dell’ispirazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

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