La macellazione del Porcellum non rinnova l’antico rito della macellazione dei maiali, che ai primi freddi invernali di novembre e dicembre portava grande festa nelle case dei contadini. Un proverbio calabrese diceva: – Se ti sposi fai festa un solo giorno, se ammazzi il maiale, fai festa tutto l’anno. La festa ogni anno si rinnovava, perché in ogni casa di contadini si aveva l’accortezza di procurarsi un maialino e allevarlo per l’anno che veniva.

     Macellato il Porcellum, è difficile che si possa allevare un Porcellinum e non c’è da festeggiare. Chi sotto un velo di tristezza, chi senza ipocrisia e ritegno, sono molti a piangere la morte del Porcellum.

Cerchiamo di capire quello che c’è da capire. Dobbiamo accontentarci di un sobrio comunicato della Corte costituzionale, che tuttavia dice quanto basta per mettere a fuoco alcune cose e strappare alcune maschere da facce ipocrite.

Come prima cosa dice quali norme sono state dichiarate costituzionalmente illegittime e, quindi, non fanno più parte del sistema di norme per eleggere il Parlamento. Torneremo tra poco su questo punto. Dice poi che le motivazioni saranno rese note con la pubblicazione della sentenza, che avrà luogo nelle prossime settimane e dalla quale dipende la decorrenza dei relativi effetti giuridici. Ciò significa che fra qualche settimana apprenderemo dalla lettura della sentenza le verità che già ci stanno sciorinando garruli commentatori, che sanno tutto e il contrario di tutto. Calma e gesso, dunque! Mettiamo da parte le chiacchiere. Infine, il comunicato dice una terza cosa importantissima per la particolare ragione che chiarisce che il vertice del nostro sistema costituzionale – dal Presidente della Repubblica, al Parlamento, al Governo – è legittimo e opera legittimamente. « Resta fermo – ha puntualizzato la Consulta – che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali». E come potrebbe il Parlamento approvare nuove leggi elettorali – che, benché aventi forma di legge ordinaria, costituiscono il motore del sistema costituzionale  – se non fosse legittimato ad operare?

     Torniamo ora alla prima parte del comunicato. Essa dice che la Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale:

a)    delle norme della legge n. 270/2005 (ossia: del famigerato Porcellum) che prevedono l’assegnazione di un premio di maggioranza – sia per la Camera dei Deputati che per il Senato della Repubblica – alla lista o alla coalizione di liste che abbiano ottenuto il maggior numero di voti e che non abbiano conseguito, almeno, alla Camera, 340 seggi e, al Senato, il 55% dei seggi assegnati a ciascuna Regione. (Detto terra terra, la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale delle norme che prevedono l’assegnazione di una grande maggioranza assoluta alla lista o alla coalizione di liste che abbia ottenuto un solo voto in più della lista o coalizione di liste concorrenti, senza che sia stabilita un quorum per l’assegnazione del premio. La calunniata legge truffa prevedeva un quorum del 50 per cento, la legge fascista nota come legge Acerbo prevedeva un quorum del 25 per cento, il Porcellum non prevede alcun quorum: chi ha un voto in più va in paradiso);

b)     delle norme che stabiliscono la presentazione di liste elettorali “bloccate”, nella parte in cui non consentono all’elettore di esprimere una preferenza.

Risulta con evidenza che la Consulta non ha scritto una nuova legge elettorale e, men che meno, una legge elettorale proporzionale. Essa ha operato l’amputazione di norme illegittime, della gangrena che da otto anni deturpa il nostro apparato istituzionale e democratico. Eliminate le norme incostituzionali sub a), residua un sistema proporzionale puro. Eliminate le norme incostituzionali sub b) nella parte che non consente all’elettore di esprimere una preferenza, ne consegue che il suddetto sistema proporzionale puro si legittima consentendo, all’opposto, l’espressione di una preferenza. Si è trattato di un’operazione di alta chirurgia istituzionale, perché una democrazia non può vivere senza una legge elettorale, che renda possibile rinnovare in qualsiasi momento i suoi organi rappresentativi. Fermo restando – come ha precisato la Consulta nel suddetto comunicato – « che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali». Può farlo, se il Parlamento vuole, se ne è capace, prima ancora che la sentenza venga pubblicata.

     Tra coloro che non fanno festa per la fine del Porcellum la palma spetta a Matteo Renzi, che ha sferrato un attacco ad ampio raggio alla Magistratura, colpevole, secondo lui, di occupare gli spazi che competono alla politica. Lui vorrebbe il sindaco d’Italia e la Consulta gli propina il proporzionale. Chissà, forse Renzi, che vuol cambiare il suo partito e l’Italia, non ha capito che la corte costituzionale non scrive leggi, e leggi elettorali in particolare e che lui, se vuole il sindaco d’Italia e se ha capito che cosa effettivamente è ciò che dice di volere, si cerchi alleati in Parlamento e se lo approvi domani stesso. Il vero è che il Porcellum gli faceva gola: col vento in poppa che gonfia le vele della sua trionfale navigazione, vuoi mettere che delusione l’addio alla strabordante maggioranza che gli avrebbe assicurato il Porcellum!. Una maggioranza che faceva gola anche a Grillo, che lo dichiarò candidamente: il Porcellum ci va bene, vinciamo le elezioni e la nuova legge elettorale la facciamo noi. Col cavolo che poi l’ex comico avrebbe rinunciato a una maggioranza ben oltre il 50 per cento col 21 per cento dei voti.

In verità il Porcellum faceva gola a tutti, perché tutti speravano, con la propria forza e con quella degli alleati, di assicurarsi il succulento piatto del premio elettorale.

     A guardia del Porcellum fu posto l’orrore che si fa suscitare per il proporzionale, sul quale in queste ore si è esercitato anche il Capo dello Stato. Ora che la frittata è fatta, l’orrore aiuta  – ed è operazione del tutto legittima – a varare una legge elettorale maggioritaria in sostituzione della legge proporzionale pura che ci troviamo per effetto della sentenza della corte costituzionale. In un passato non tanto remoto l’orrore per il sistema proporzionale fu invece utilizzato per far fallire un referendum per l’abrogazione del Porcellum. La storia fu icasticamente riassunta dal titolo di uno scritto del costituzionalista professor Fulco Lanchester «Il referendum elettorale tra infanticidio e miracolo di Lazzaro». Il titolo alludeva a un referendum per l’abrogazione del Porcellum, che, se avesse avuto successo, si sosteneva, avrebbe comportato la risurrezione del Mattarellum (il miracolo di Lazzaro). Abroghiamo l’ergastolo e ci troveremo la pena di morte – fu il salace commento di un giurista dal fine humor. In realtà il referendum aveva lo scopo di far fallire un altro referendum – che sarebbe stato sicuramente ammissibile – (l’infanticidio), che, se avesse avuto successo, avrebbe dato vita a un sistema elettorale proporzionale. Lo scontro tra i due referendum, come volevasi, salvò il Porcellum.

     Onore dunque alla “terzina” Claudio Stefano Tani, Felice Carlo Besostri e Aldo Bozzi, che è riuscita a rottamare quella che sembrava una creatura giuridica di acciaio inox. Il Porcellum non c’è più. Ed è merito loro e festa grande per il popolo, tornato in possesso del suo diritto di scegliersi il proprio deputato e il proprio senatore.

 

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