Introduzione alla pubblicazione sul blog
della prima edizione di «Contadini del Sud»

  Apro la categoria «Contadini del Sud» nella quale, a partire dal prossimo post della categoria, pubblicherò integralmente, senza alcun mio commento, introduzione o premessa, la prima edizione del primo libro in prosa di Rocco Scotellaro. Essa fu pubblicata nei «Libri del Tempo» delle Edizioni Laterza, con prefazione di Manlio Rossi-Doria, nel mese di luglio del 1954: sette mesi dopo la morte di Rocco e un mese dopo la pubblicazione della prima edizione del volume di poesie «E’ fatto giorno». I due libri furono letti in un comprensibile particolare stato di commozione: ricordo che lessi «Contadini del Sud», questo stesso libro che mi accingo a pubblicare, in una notte, con la mente fissa al ricordo che Rocco, lavorando a Irsina con Antonio Albanese alla sua indagine sociologica sui contadini,  il 5 dicembre 1953, manifestò i primi segni del male che lo uccise dieci giorni dopo e che i suoi ultimi pensieri erano rivolti a quell’indagine, scrivendo a Antonio Albanese, nell’ultimo giorno della sua vita, «Portami il Calciano». Queste parole le avevo lette mentre accompagnavamo Rocco al camposanto. Ecco, quindi, la ragione profonda della scelta di pubblicare la prima edizione, alla quale, peraltro, come si vedrà, si aggiungono altre ragioni non segnate da altrettanta emotività.

     «Contadini del Sud» è stato ripubblicato in molteplici edizioni, in forme diverse e con contenuti diversi.
     Nel 1955, ancora nei «Libri del Tempo», fu pubblicata «L’uva puttanella» con prefazione di Carlo Levi. I due testi riuniti furono quindi pubblicati, nel 1964, nella «Universale Laterza», con nuova Prefazione di Carlo Levi, e, nel 1986, in una nuova edizione, a cura di Franco Vitelli, nei «Robinson». Da ultimo, sono stati pubblicati nel 2000, con Introduzione di Nicola Tranfaglia, nella «Economica Laterza». «Contadini del Sud» – come d’altro canto «L’uva puttanella» – ha avuto la sua individualità libraria solo nella prima edizione. Con la seconda edizione del 1964, non è più un libro, ma componente di un volume composito, per metamorfosi imposta dal mercato librario, che richiede una nuova Prefazione redatta da Carlo Levi.
     Il contenuto del libro però non muta: alle cinque vite di contadini (Michele Mulieri, Andrea Di Grazia, Antonio Laurenzana, Francesco Chironna e Cosimo Montefusco), seguono «I Racconti sconosciuti» e il racconto della madre di Rocco «Dalla nascita alla morte di Rocco Scotellaro».  
    Compongono «I Racconti sconosciuti» le «due pagine» che Rocco scrisse presentando ai lettori di «Nuovi argomenti» un racconto della madre sulla commara Nunziata, intitolato «Lettera al figlio» e tre altri racconti della madre che parlano dell’amore, del vicinato e del giorno dei morti.  (Il senso e la giustificazione di queste ‘aggiunte’ saranno ben chiarite nella Prefazione di Manlio Rossi-Doria, che pubblicherò col post successivo a questo).
     Nella nuova edizione dei due volumi riuniti, curata nel 1986 da Franco Vitelli, le ‘aggiunte’ vengono ridotte alla sola «Lettera al figlio». La scelta fu giustificata ritenendo una forzatura l’identificazione di Francesca Armento quale personaggio femminile di Contadini del Sud  e I racconti sconosciuti quale prodotto di un orientamento di ricerca più letterario che sociologico.
     Nell’ultima edizione del 2000,  è stato persino omesso ogni accenno al dato di fatto della loro esistenza, lasciando inghiottire nell’oblio queste pagine fondamentali per la conoscenza della vita e dell’opera di Rocco Scotellaro.  
     Il «Centro di documentazione Rocco Scotellaro e la Basilicata nel secondo dopoguerra» ha recuperato il racconto della madre di Rocco in una elegante pubblicazione dell’editore Congedo, operando un recupero della memoria della madre del poeta, che fu figura centrale del suo percorso di vita e di scrittore.
     Come ho scritto all’inizio, pubblicherò integralmente la prima edizione dei «Contadini del Sud», iniziando ovviamente, col prossimo post della Categoria, con la Prefazione di Manlio Rossi-Doria; proseguirò con i «Racconti sconosciuti» e con «Dalla nascita alla morte di Rocco Scotellaro: Racconto della madre»; e da ultimo concluderò con le vite dei cinque contadini.
     Vorrei fosse chiaro che io non mi atteggio a esperto di letteratura e a critico delle scelte filologiche compiute sull’opera di Scotellaro. Non ignoro che tali scelte hanno suscitato perplessità nella comunità degli studiosi di letteratura e, con la consapevolezza della mia incompetenza in materia, non nego che non mi sono piaciute.

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Post scriptum. Nel mettere ordine ai post di Contadini del Sud, mi sono attenuto più fedelmente all’impostazione del libro,  capovolta da quella di un blog. Ho dovuto modificare le date della pubblicazione dei post, ho modificato i titoli e ho rivisto la decisione di pubblicare i Racconti sconosciuti prima delle vite dei cinque contadini.

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