Ieri, 13 giugno, il papa ha concesso una intervista al quotidiano di Barcellona “La Vanguardia” – integralmente riprodotta su “L’Osservatore Romano” in edicola oggi, 14 giugno, – nella quale sono stati toccati diversi punti, che suscitano interesse.

Riferisco quello riguardante Pio XII e lo sterminio nazista degli ebrei, nel silenzio e nell’inerzia delle grandi potenze:

“Al povero Pio XII è stato buttato addosso di tutto. Ma bisogna ricordare che prima era visto come il grande difensore degli ebrei. Ne nascose molti nei conventi di Roma e di altre città italiane, e anche nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Lì, nella stanza del Papa, sul suo stesso letto, nacquero 42 bambini, figli di ebrei e di altri perseguitati rifugiatisi lì. Non voglio dire che Pio XII non abbia commesso errori – anche io ne commetto molti – ma il suo ruolo va letto nel contesto dell’epoca. Era meglio, per esempio, che non parlasse perché non uccidessero più ebrei, o che lo facesse? Voglio anche dire che a volte mi viene un po’ di orticaria esistenziale quando vedo che tutti se la prendono con la Chiesa e con Pio XII e si dimenticano delle grandi potenze. Lo sa che conoscevano perfettamente la rete ferroviaria dei nazisti per portare gli ebrei ai campi di concentramento? Avevano le foto. Ma non bombardarono quei binari. Perché? Sarebbe bene che parlassimo un po’ di tutto”.

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