Ritorna in queste tre poesie– I muri, Verona, Al padre – il tono poetico di Giuseppe Giannotta, venato di passaggi criptici, particolarmente acuti e misteriosi in Verona.

I muri

Che groviglio di rondini e ramaglie

e di foglie dove l’acqua ride.

È davvero candido il rosmarino

e motivi incrociano le sere.

I muri s’aprono a bisbigli.

 

Verona

Non volli.

Mi lasciò sfibrata

offesa nel cuore

e sparve fra i palazzi.

Era di Genova, bassa,

sanguisuga nata.

Verona, fra macerie e luci,

ti lasciai quella sera

e non ti vidi più.

C’è un poco di me nei tuoi viali

al ristorante ove mangiammo

nel buio che ti fasciava.

Di me che non gradisco

vasche in condomini

 

Al padre

Soffristi tra genti straniere

per solcarci una via.

Sudi e fatichi ancora;

ma smetti il lavoro,

la morte è là

a spiare ferina

sotto il ciliegio in fiore.

 

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