La poesia «Biancospini», pubblicata col precedente post, e una bella e allegra illustrazione di Gerardo Corrado, che reca a mo’ di didascalia i versi «A Tricarico / alligna il girasole / cantano i balconi», dove sembra festosamente cantare un arioso balcone tipicamente tricaricese (tanti simili me ne sono tornati alla mente), chiudono la prima sezione della raccolta «Una passera grigia».

La seconda sezione è composta delle seguenti dodici poesie: Il paese, Qui, Zitella, Il ciclo, La Madonna del Carmine, Alla prima figlia, Serpeggia l’anguilla, Terrazza, Il vento, Come uccello, La maggiolata, Le tortore, ed è chiusa da una seconda fantasiosa illustrazione di Gerardo Corrado, che riporta i seguenti versi della misteriosa poesia «La Madonna del Carmine», che pubblicherò con la prossima terzina di poesie di Giannotta, «I presenti mangiarono / poi persero sangue / chiesero alla Vergine / di rompere il piatto». La raffigurazione rappresenta un grande albero, in cima al quale è la Vergine e ai suoi piedi alcuni uomini, che sembrano più sospesi che in piedi sui rami, i quali reggono un grosso piatto sul quale sono deposti rametti, e, infine, a livelli inferiori, sono appollaiati alcuni uccelli e seduti alcuni uomini e una figura umana con volto di cane.

 

Il paese

Amo il mio paese

dove caddi la prima volta

e l’amore svegliò la prima fiamma.

 Qui

Andiamo via col vento

a imbrigliare i pesci.

Se i pesci e le cicale

si dileguano col vento,

non potremo più cantare.

Qui tutto è come nuvola.

Migrano le mandrie

volano i sospiri

si rompono i vestiti.

Qui marciscono le piante

e il vuoto ci bersaglia.

 Zitella

Zitella

quando tu prendevi l’acqua,

ti toccavo.

I tuoi capelli,

le tue iridi,

l’alba ti scopriva e ti chiudeva

nelle vesti discinte.

Le rane si rannicchiavano

nel gelo del mattino,

ed io ti stringevo ti volevo

disciolta come l’acqua.

O Zitella,

l’acqua scorre sempre

e le rane strillano,

ma tu sei fatta goffa

ed io maldestro.

 

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