ROCCO SCOTELLARO – E’ FATTO GIORNO – QUADERNO A CANCELLI

SERENATA AL PAESE

Ma le case sono, hai voglia!, e le scale
ancora zeppe di gente e di lumi,
e sempre al paese fanno
Natale, Capodanno e Carnevale.
Ed io, che pure me ne sono andato,
penso a loro e sono nominato:
amici e compagni, vicini e lontani,
cancelli e amore avevo salutato,
di tutti quanti voi m’ero scordato.
Ma il paese continua la sua storia
«sotto il cielo stellato a foglia a foglia» *
per chi parte se vuol ritornare.

 

(1952)

p. 188 II ed., dicembre 1954 di E’ fatto giorno con 10 tavole di Aldo Turchiaro

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  “U ciele staie stellato a foglia a foglia
Lassu nu salut’ marit e moglia”.

È una strofa che si ripete nelle serenate di Carnevale a Tricarico. (N. d. A.)

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     Serenata al paese è un campione mirabile di quegli inserti tematici e ritmici popolari che se ne trovano parecchi nelle poesie di Scotellaro. La poesia ripete e rinnova un modulo di serenata (« Ed io, che pure me ne sono andato, / penso a loro e sono nominato: /amici e compagni, /vicini e lontani, / cancelli e amore avevo salutato, /di tutti quanti voi m’ero scordato ») e si chiude con un verso di saluto usato proprio nelle serenate carnevalesche di Tricarico, a cui il verso che precede e quello che segue, dànno funzione letteraria e significato ideologico: («Ma il paese continua la sua storia / «sotto il cielo stellato a foglia a foglia» / per chi parte se vuol ritornare.»)
     Fin qui la fase o la forma di ispirazione o inclusione di materia popolare nelle proprie poesie: una fase o forma che non presenta i caratteri della immediatezza e meccanicità della operazione popolareggiante compiuta dal prete letterato Vincenzo Padula, ma tende a una elaborazione riflessa e graduale attraverso la traduzione dei testi dialettali. (G.B. Bronzini, L’universo contadino e l’immaginario poetico di Rocco Scotellaro, Ed. Dedalo Bari, 1987, pp. 200-201).
( Don Vincenzo Padula (1819 – 1893) è stato un presbitero, poeta e patriota italiano. Dopo l’unità d’Italia, lasciò l’insegnamento al Seminario e si dedicò al giornalimo, Nel novembre del 1878 ottenne dall’Università degli Studi di Parma la cattedra di Letteratura italiana; ma vi rimase solo due anni. Tornò a Napoli nel 1881, ma a causa delle cattive condizioni di salute, si ritirò nel suo paese natale (Acri, prov, di Catanzaro ).
 

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