ROCCO SCOTELLARO – E’ FATTO GIORNO – AMORE E DISAMORE

LA TREBBIATURA

Cessa il motore della trebbia,

le foglie del granturco tremano,

il paese è nella trama bruna.

Case, madonne incagnate,

stasera non ci aspettate,

dormiremo alla mèta della paglia,

già il cielo si frastaglia, nel contrasto dei venti

nasce per noi la punta della luna.

(1949)

 

p. 170 della II ed. dicembre 1954, di E’ fatto giorno con 10 Tavole di Aldo Turchiaro
Pubblicata in «Itinerari», ottobre-dicembre 1953
Vitelli propone la datazione 1950, che è nella prima copia scotellariana.
Inviata al Premio Monticchio 1952 con varianti e il titolo «21 luglio»

 

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* La datazione della poesia ci porta all’avvento della macchina trebbiatrice (Cessa il motore della trebbia), nella fase del passaggio dalla trebbiatura per calpestio, con la descrizione della quale si apre La prima di agosto, datata 1948, (In un momento cesserà la giostra / delle giumente bendate che trebbiano / a giri vorticosi sulle aie).

* Pubblico pure una versione della poesia in tedesco, proposta da Anna Maria Curci, che ringrazio sentitamente. Non conosco Anna Maria Curci. Il cognome è tricaricese e la traduzione non era accompagnata da alcuna presentazione o nota.

 DAS DRESCHEN

Es hört der Motor der Dreschmaschine auf,

die Maisblätter zittern,

das Dorf ist im braunen Muster.

Häuser, grämliche Madonnen,

wir werden am Strohziel schlafen,

bereits zackt sich der Himmel aus,

im Streit der Winde ist uns die Mondspitze geboren.

Rocco Scotellaro (traduzione di Anna Maria Curci)

* La parola incagnato non è voce dialettale ed è registrata nel vocabolario della Crusca, con la definizione “stizzoso a maniera di cane”. Da noi è voce comune ed è tipica l’espressione “Madonna incagnata”.

Una citazione nel Morgante di Luigi Pulci: Come fosse un santo, e devoto romito. Con un bastone, con un viso incagnato.(25.262)

* Il Morgante di Luigi Pulci è una delle opere più originali della stagione umanistica fiorentina. Scritto su commissione di Lucrezia Tornabuoni, madre di Lorenzo il Magnifico e lei stessa poetessa, il Morgante è un poema cavalleresco parodico. Il mondo di Carlo Magno e di Orlando, che popolava i cantari popolari del trecento e prima ancora le famose chansons de geste francesi, viene raccontato in chiave comica. Eretico e dissacratore, Pulci, in uno stile originale e molto lontano dall’ideale di perfezione e decoro proprio dei poeti umanisti, racconta un mondo sproporzionato e irrazionale, dominato dalle passioni più basse e vili, dove accanto ai cavalieri degli antichi romanzi sono protagonisti il gigante Morgante e il suo compagno, il mezzo gigante Margutte.

2 Responses to Rocco SCOTELLARO, LA TREBBIATURA

  1. Mery Carol ha detto:

    La prima macchina trebbiatrice dei miei ricordi a Tricarico era collocata là dove per anni ha fatto bella/brutta mostra di sé la locomotiva. Faceva un rumore infernale che metteva in fuga gli uccelli. Penso si riferisse a quella Rocco Scotellaro. Non lontano abitava I. S.

    • Antonio Martino ha detto:

      Questo è anche il mio ricordo. Ma ricordo anche, ancora prima, la trebbiatura per calpestio sulla Tempa di Santa Maria e, sempre a Santa Maria,sul campo sportivo. Un campo sportivo in discesa!Che fatica trattenere il pallone, impedendo che finisse a Sant’Antonio. Io ero portiere, difendevo una porta senza pali e senza traversa.

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