ROCCO SCOTELLARO – E’ FATTO GIORNO – LA CASA

AL PADRE

Sono quello che più ti ha assomigliato

dovrei ancora uccidere un uomo

come te senza volerlo.

Ma spero che non ce ne sia bisogno

perché la galera per un motivo o per l’altro

è la stessa e l’ho fatta.

E come te, uscito come un panno

nuovo dal bucato,

me ne sono andato dal paese

a quell’estero che mi era aperto

nelle varie città italiane.

Tu a Patterson, ti vedo, alla mia età

soffrivi la vanità del sacrificio

proprio come me ora, e te ne tornasti.

Comprasti però la vigna e sopraelevasti una casa

e avesti bottega e comando.

Io sento la pena del tuo ritorno

del tuo carcere che durò nella bottega.

Ho poi imparato, in più di te,

che i fatti maturano da soli

e so che saranno disgrazie

inevitabili, come la tua morte

avvenuta proprio quando forse dovevi metterti a riposare

con una gamba sull’altra campando

sul lavoro dei figli.

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p. 154 II ed. dicembre 1954 con 10 Tavole di Aldo Turchiaro
La poesia si trova rifluita in prosa, quasi interamente, in una lettera non spedita a Manlio Rossi-Doria del dicembre 1952

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     Al Padre è la sesta poesia di E’ fatto giorno che Rocco dedica al padre. Seguirà Padre mio nella Sezione Quaderno a cancelli. Rocco si paragona al padre (Sono quello che più ti ha assomigliato). Anche Rocco ha fatto la galera, dopo la quale, come lui emigrato a Patterson, andò via dal paese (me ne sono andato dal paese / a quell’estero che mi era aperto / nelle varie città italiane.) La chiusura della poesia è una emozionante profezia. Rocco dice che egli, più del padre, ha imparato che i fatti maturano da soli e sa che saranno disgrazie inevitabili, come la morte del padre, che a Tricarico aveva sopraelevato la casa, comprato la vigna, aperto bottega, e quando doveva riposarsi, con una gamba sull’altra, morì improvvisamente. Anche Rocco nell’ultimo giorno della sua vita scrive alla madre parole di speranza e di fiducia nella vita, perché campare ne vale la pena, e dopo poche ore morirà improvvisamente. Gli ultimi versi suonano come una previsione:

Ho poi imparato, in più di te,

che i fatti maturano da soli

e so che saranno disgrazie

inevitabili, come la tua morte

avvenuta proprio quando forse dovevi metterti a riposare

con una gamba sull’altra campando

sul lavoro dei figli.

 

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