ROCCO SCOTELLARO – E’ FATTO GIORNO – VERDE NASCE

ELI ELI

Un mezzogiorno colmo di silenzio

correvo da mio padre che poteva

(dovevano fare all’amore i serpenti

sulla rotabile distesa

soffiavano le concimaie,

la prima volta che fui solo

forse con la morte)

mi strinsi alle sue maniche come

le colombe si aggrappano agli orli.

 

E tante volte poi

richiamato a guardare nel vuoto

io fanciullo io solo

dato al giro puntuale della giostra.

E ho saputo la rovina del pianto,

il canto del giovane Dio

e come la sera incalza anch’io:

Padre, Padre

perché tu m’hai abbandonato!

O padri quanti voi siete

Fatemi ancora giocare,

non sgridatemi, non coglietemi

la torcia accesa

delle feste consumate:

è solo un baleno nel giorno lungo.

(1948) 

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II ed. dicembre 1954 di E’ fatto giorno con
10 Tavole di Aldo Turchiaro, p. 99
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 Eli Eli apre l’ottava Sezione di E’ fatto giorno. Sostiene Franco Vitelli[1] che la poesia ha subito senz’altro il fascino di Eli  Lamna Sabactani di Pierre Emmanuel nella traduzione di Gianni  Scognamiglio, giacente nel numero del novembre 1945 della rivista «Sud».

«Sud» fu edita a Napoli dal 1945 al 1947 per sette numeri. Fondata e diretta da Pasquale Prunas, vide in redazione la collaborazione di Luigi Compagnone, Samy Fayad, Raffaele La Capria, Gianni Scognamiglio, Ennio Mastrostefano, Anna Maria Ortese, Vasco Pratolini, Franco Rosi, Rocco Scotellaro e altri.

Nell’editoriale del primo numero Pasquale Prunas dichiarava  che «Sud» non ha il significato di una geografia politica, né tantomeno spirituale; il Sud ha per noi il significato di Italia, Europa,  Mondo. Sentendoci meridionali ci sentiamo europei». In questo  spirito si spiega l’ampia offerta di traduzioni e trattazione critica,  che tocca la letteratura francese, inglese, americana, greca, russa.

Gianni Scognamiglio-Gaedkens, destinato a essere bruciato nella sua genialità da una precoce e devastante follia (morì come un barbone), indica le nuove frontiere della musica, scrive poemi che, assicura, saranno musicati da Igor Stravinskij, anche se per il momento il compositore russo non lo sa, anzi non conosce neppure l’esistenza di un giovane napoletano, colto e stravagante, che risponde al nome di Gianni Scognamiglio. «Ci hanno sequestrato il mare» – lo ricordo ancora nella sua solitaria marcia di ossessiva protesta per Toledo, contro la flotta (americana) dell’AFSE (Allied Force South Europe) ancorata nel porto di Napoli, grido che forse ha ispirato il titolo del romanzo di Anna Maria Ortese «Il mare non bagna Napoli».

     Pierre Emmanuel, che avrebbe ispirato Scotellaro, è lo pseudonimo del poeta francese Noël Mathieu (1916-1984). Egli ha affrontato nei suoi versi molti problemi caratteristici del nostro tempo (particolarmente viva la tematica della Resistenza) e, con i saggi Qui est cet homme? (1947), Le goût de l’Un (1963), Le mond est intérieur (1967), ha riproposto con maggiore coscienza la sua angoscia e la sua speranza di cristiano.

 

 

[1] Postfazione a Rocco Scotellaro, Tutte le poesie, Oscar Mondadori, 2004, p.346

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