ROCCO SCOTELLARO – E’ FATTO GIORNO – SEMPRE NUOVA E’ L’ALBA

ERA LA CAVALCATA DELLA BRUNA

Afflitti ulivi

sui tufi di Matera.

O gli amari poemi

delle morte stagioni!

 

E’ una notte che fugge la faina

coi suoi occhi di brace.

E gli antenati ecco sentirsi in canti

per la campagna acquattata:

 

Erano i cafoni in quadrigliè, 

passava la cavalcata della Bruna

a risvegliare le caverne

sui bordi delle rocce

al di là della collina,

era il silenzio dell’acqua infossata

che faceva tuonare la Gravina.       

 

(1947) 

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II ed. dicembre 1954 di E’ fatto giorno con
10 Tavole di Aldo Turchiaro, p.94
Pubblicata in «Botteghe Oscure», quad. II, 1948
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La festa materana della Madonna della Bruna (G.B. Bronzini, «L’universo contadino e l’immaginario poetico di Rocco Scotellaro», Dedalo, Bari, 1987, p.115 s.) è fatta rivivere nel suo momento epico più esaltante come la favola antica (Era la cavalcata della Bruna) di una divinità agreste risorta dalla terra bruna sulle rocce sovrastanti la Gravina e scortata dalla fantastica cavalleria dei suoi contadini (spiriti degli antenati erano i «cafoni in quadrigliè», risvegliati dalla notte nelle loro caverne:

E’ una notte che fugge la faina
coi suoi occhi di brace.
E gli antenati ecco sentirsi in canti
per la campagna acquattata:
Erano i cafoni in quadrigliè,
passava la cavalcata della Bruna
a risvegliare le caverne
sui bordi delle rocce
al di là della collina,
era il silenzio dell’acqua infossata
che faceva tuonare la Gravina.
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