ROCCO SCOTELLARO – E’ FATTO GIORNO – SEMPRE NUOVA E’ L’ALBA

LA PIOGGIA 

Mettete il vino, beviamo stasera,

è fuggito il broncio dalla faccia.

Erano le foglie ritte alle robinie

lungo le siepi i rovi erano bianchi.

Le viti si aggrovigliano a levante

dove le chiama il primo vento.

 

Era tempo. La pioggia che si smaglia

Mette le ciglia ai chicchi nella paglia,

c’è sempre un seme che germoglia da solo:

Mettete il vino, beviamo stasera. 

(1946)

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II ed.dicembre 1954 di E’ fatto giorno con
10 Tavole di Aldo Turchiaro
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Nella poesia di Scotellaro si trovano inizi e agganci favolistici come:

Ho una ragazza in un castello
Numerato della ferrovia
che vive
da Regina.[1]
C’era l’America, bella lontana[2]
In un lunga cantilena
Narrava un sognatore[3]
Troviamo espressioni d’influenza classica, che tendono decisamente al canto rapsodico come in questa poesia «La pioggia»
Mettete il vino, beviamo stasera
È fuggito tutto il broncio dalla faccia.
[…]
Era tempo […]
Mettete il vino stasera. [4]

 

[1] Rocco Scotellaro, Ho una ragazza in un castello, «Tutte le poesie, Oscar Mondadori, 2004, p. 270

[2]C’era l’America in «E’ fatto giorno», Mondadori 1954, p. 150, «Tutte le poesie», p. 111

[3] Sera,in«Tutte le poesie» p. 181

[4] Leggi, se vuoi, in G.B. Bronzini, L’universo contadino cit. il paragrafo Il racconto ambivalente di realtà/finzione e la poetica di Scotellaro, pp. 190-4

 

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