Gilberto Marselli racconta nel suo «Viaggio in Sicilia» – memoria del suo viaggio di nozze e saggio storico, letterario, sociologico – che al cocktail seguito al matrimonio, al quale furono invitati solo i parenti e pochissimi amici intimi, egli ballò la tarantella col prof. Rossi-Doria.
Il ballo richiamava un vecchio episodio: quell’analogo ballo che lo stesso Rossi-Doria fece con il Ministro Antonio Segni, a Sassari, in occasione della prima assegnazione di terre espropriate per effetto della legge di riforma agraria del maggio 1950 agli assegnatari (in quel caso, il proprietario era lo stesso Ministro!).

Di Segni Rossi-Doria diede il seguente caloroso giudizio in una lettera ad Aldo Ramadoro (noto in Basilicata per essere stato nei primi anni Cinquanta il primo presidente dell’Ente di riforma agraria in Puglia e Basilicata) il 30 gennaio 1973 (Manlio Rossi-Doria, Mezzogiorno d’Europa, 207 n., 208 n.) «Caro Aldo […] Ho molto apprezzato il tuo articolo su Antonio Segni, al quale tu sai quanto io abbia voluto bene negli anni nei quali ho lavorato con lui. Credo che quando si scriverà la storia di questi anni – e stranamente è la prima volta che in Italia nessuno ha il coraggio di scrivere la storia degli ultimi venti anni – la figura di Antonio Segni nel bene e nel male apparirà centrale».

 

 

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