ROCCO SCOTELLARO – E’ FATTO GIORNO – NEVE

NEVE

E queste nubi sono così ferme

a raggiera di viola, sovrastano

gli uomini sviati sui pendii.

Se pure danno uno spillo di sangue,

queste giornate dell’ultimo inverno

sono più larghe di cuore nella sera.

Tu puoi sentire nella notte fonda

lievitare la neve sopra i vetri

e come si cerne fina al setello,

acceca i finestrelli delle case.

Quando il cielo porta la bufera

il più vecchio si muove dalla seggiola

a spalare la cenere bianca:

– Non uscite, lo so io cosa accadde!

Non rasparono più la terra

i cavalli atterriti nel valico,

il polverischio radeva sibilando,

il traniere portava il nostro sale,

lo trovamo con la mano di pietra

spingeva ancora le ruote affogate.

 

(1948)

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II ed. dicembre 1954 con
10 Tavole di Aldo Turchiaro, p. 53
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     «Neve» è la quarta lirica dell’omonima Sezione. Il detto sapienziale dei nonni espresso dal distico « Chi ebbe fuoco campò, chi ebbe pane morì » apposto alla Sezione nella raccolta curata dallo stesso Scotellaro ( v. F. Vitelli, E’ fatto giorno, Oscar Mondadori 1982, p. 55) compendia il senso di questa lirica, ma non dell’intera Sezione, che ha, invece, come motivi prevalenti gli affetti familiari per il padre, la madre e la sorella. Peraltro, la neve ( l’inverno) costringeva le famiglie attorno al focolare o al braciere e a raccontarsi i fatti e le leggende credute come fatti veri del passato nelle lunghe serate.
     Nella notte fonda si sente la neve depositarsi sopra i vetri e, fina come passata al setaccio per cernere la farina, lievitare sui davanzali dei finestrelli fino in cima. Si sta uniti attorno al focolare, come a proteggersi, e, quando si annuncia la bufera, torna alla mente nel racconto del più vecchio la tragica sorte del trainiere che da Potenza portava un carico del « nostro sale »: al Cupulicchio fu travolto dalla bufera, lui e i cavalli morirono assiderati, il trainiere fu trovato con la « mano di pietra » nell’atto di spingere ancora le ruote affondate nella neve.

 

 

2 Responses to Rocco SCOTELLARO, NEVE

  1. rocco albanese ha detto:

    Affascinante! Il fenomeno della neve già di per se crea situazioni molto speciali, in questo caso si aggiunge la triste storia dell’uomo che con il suo traino rimane bloccato nella bufera e con i suoi animali muore di freddo….”lo trovano con la mano di pietra, spingeva ancora le ruote affogate”…. Sembra un dipinto di Giotto….

  2. Rabatana ha detto:

    Grazie, caro Rocco. Ho avuto il dubbio che, avendo io parlato di leggende credute fatti antichi accaduti, anche la tragedia del trainiere che portava da Potenza il “nostro sale” fosse ritenuta una leggenda. Invece si tratta di una vera tragedia.
    Mi affascina molto anche l’immagine della neve che lievita fina sui vetri dei finestrini come passata al setaccio.

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