ROCCO SCOTELLARO – E’ FATTO GIORNO – E’ CALDA COSI’ LA MALVA

AL SOPPORTICO DELLE API IL PRIMO AMORE

Al sopportico delle Api

affisse ai muri le nostre iniziali

col colore della paglia bruciata.

L’amore nostro crebbe qui

nella stalla vicina.

E io vederti sorgere tenera ombra,

misuravo le parole tue calde

cercandoti le labbra con le dita.

Ombre di noi che siamo in fuga

si allungano, scompaiono

quando la lucerna del mulattiere

mette fremito alle bestie per la biada

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II ed. di E’ fatto giorno dicembre 1954 con
10 Tavole di Aldo Turchiaro, p. 35
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A Tricarico non c’è un luogo denominato Sopportico delle Api. Questo luogo è però esistito (ed esiste pur senza nome) e di esso si ricorda solo qualche anziano. La scomparsa di un luogo della poesia di Scotellaro è un fatto gravissimo. Sopportico delle Api e Vico Taperasono due tra i più significativi luoghi ed è una consolazione dell’anima sapere che Vico Tapera, di certo non più “bello” o non “più brutto” di Sopportico delle Api, conservi la sua identità.

La lirica Sopportico delle Api, con Campagna, Vespero, Ti rubarono a noi come una spiga, è stata pubblicata in Il Ponte, aprile 1949, pp. 509-10. Il Ponte è una rivista mensile di politica e letteratura fondata a Firenze nel 1945 da Piero Calamandrei, giurista di grandi interessi umanistici. Corrado Tumiati, collaboratore della rivista, psichiatra e scrittore ferrarese, scrive in una lettera del 10 novembre 1949: « Qui vi è veramente un sommesso e delicatissimo “canto” e belle immagini».

Per la storia compositiva della lirica si veda l’intervento di Franco Vitelli in Omaggio a Scotellaro, Lacaita ed., Manduria, 1974, pp. 783-788.

La lirica pubblicata in Il Ponte presenta alcune varianti e la pubblico di seguito, evidenziando le varianti.

AL SOPPORTICO DELLE API IL PRIMO AMORE

Al sopportico delle Api

affisse ai muri le nostre iniziali, grandi così.

Hanno il  col colore della paglia bruciata.

fingono le nostre immagini di sera

L’amore nostro crebbe qui

nella stalla vicina.

E io vederti sorgere tenera ombra,

misuravo le parole tue calde

cercandoti le labbra con le dita.

Ombre di noi che siamo in fuga si allungano,

si allungano, scompaiono

scompaiono quando la lucerna del mulattiere

mette fremito alle bestie per la biada.

 

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