La seconda sezione E’ CALDA COSI’ LA MALVA di E’ FATTO GIORNO, nell’edizione Vitelli, è introdotta dal seguente proemio, mancante nell’edizione Levi:

«Io me ne voglio andare in fontanella
dove vanno le belle donne a lavare»

Il motivo prevalente è l’amore variamente cantato in venti poesie, otto in più delle poesie presenti nell’edizione Levi. Di seguito sono elencate tutte venti le poesie: le poesie presenti in entrambe le edizioni sono evidenziate in grassetto:

  1. Dell’amante immacolata
  2. Alla figlia del trainante
  3. Ricordi

4.Al sopportico delle Api il primo amore 

5 Per Pasqua alla promessa sposa 

  1. Le girandole occhieggiavano a noi
  2. Domanda d’impiego
  3. Reseda, odore ritrovato e perso
  4. Una fucsia
  5. Per una donna straniera che se ne va
  6. E’ calda così la malva
  7. Una dichiarazione d’amore a una straniera
  8. Passeggiate
  9. Il vilucchio
  10. Arcobaleno
  11. Fidanzati
  12. 17.Ce ne dovevamo andare
  13. L’amica di città
  14. Le foglie delle palme d’ulivo
  15. Sponsali

     L’edizione Levi presenta otto poesie in meno, di nuovo elencate: Dell’amante immacolata, Ricordi, Le girandole occhieggiavano a noi, Domanda d’impiego, Una fucsia, Passeggiate, Il vilucchio, Ce ne dovevamo andare. Restano così nell’edizione Levi le poesie d’amore più significative e la selezione sembra acquistare un’intima armonia.

     Le poesie Per una donna straniera che se ne va, Una dichiarazione d’amore a una straniera e Fidanzati, sono presenti nelle due edizioni con varianti consistenti di aggiunte di versi nell’edizione Vitelli. In sintesi, nell’edizione Levi in Per una donna straniera che se ne va mancano i vv. 1-10, 19-20, 23-24, in Una dichiarazione d’amore a una straniera mancano i versi 1-3 e 18-19, in Fidanzati al v. 8 manca «di avorio».

     Perché si possano apprezzare le varianti, si pubblicano i testi delle tre poesie, evidenziando in corsivo le varianti.

 

PER UNA DONNA STRANIERA CHE SE NE VA

Più che una donna

d’una donna che se va …

nemmeno questa pioggia triste,

nemmeno il rantolo che non si sente

del pastore solitario nei lentischi, 

e non i fischi del vento

nella brughiera,

da dove ci parlano

le nostre anime stacciate.

Più vorticoso è il mio malanno

della foglia sbattuta dell’autunno.

Se tu non m’avessi neanche guardato,

alta come sei passandomi vicina,

oggi non soffrirei le fitte al cuore.

Se tu fossi oltre passata nella folla,

oh il cane vagabondo

non baciava la sua piaga con la lingua.

Se tu non ti fossi arresa così presto p

resa dal gioco dell’ombra

– e tu guardavi forse cadere

le stelle nelle tue terre lontane –

oh il pastore non avrebbe

suonato così a lungo.

Perché si chiudono tra noi i cancelli

volano ciechi ancora i pipistrelli.

 

(1948)[Maggio 1948)  

 

UNA DICHIARAZIONE DI AMORE A UNA STRANIERA

Silvia, sei venuta al tramonto

che tenere dita di luce

accarezzano i tetti infranti,

non ti ho saputo dire una parola.

Senti le nostre donne

il silenzio che fanno. Portano la toppa

dei capelli neri sulla nuca.

Hanno tutto apparecchiato

le mani sul grembo

per l’uomo che torna dalla giornata.

Silvia vuoi coricarti con me?

tanto buio s’è fatto tra di noi,

vedi, fingono le nozze

anche i fanciulli raccolti negli spiazzi.

Verrò tirando il mulo carico

degli aratri di ferro,

ti porterò gli odori della terra

incollata alle mie scarpe.

Vuoi sollevare per favore il sacco,

accendere il cerogeno

minuscolo sul lare,

vuoi lasciarti prendere, amare?

Le nostre donne allora sono in vena

i giorni d’altalena in mezzo ai boschi.    

FIDANZATI

Anche il caso è così avaro

di nuove combinazioni,

l’innesto ha vita effimera.

Tu che mi hai fatto!

Pensavo a te come a un numero esatto

alla sferza dei miei languori,

ma dal tempo che il mio amore

ti schiuse dalla tua torre di avorio

non sei più rimasta quella,

declami le mie stesse querimonie

e affidi alla tua testa i tuoi capelli

sul mio petto gracile, al mio cuore

malato. Tu che mi hai fatto!

Io non mi accorgo più di te

non sento quello che dici,

sperar salvezza è vano

a noi due poveri infelici

che ci siam presi per mano.

[Napoli 1946]

(Nota. L’esame di questa seconda sezione sarà completato col prossimo file)

 

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