” Orazio si confessa” – L’Introduzione di Giuseppe Giannotta
INTRODUZIONE
Quinto Orazio Fiacco nacque a Venosa nel 65 a.C. e morì a Roma nel/’8 a. C. Ricorre il bimillenario della morte nel 1992.
Le mie traduzioni dalla sua opera e i miei studi in onore di Lui sono indirizzati innanzi tutto ai Lucani; poi agli altri italiani, e ai popoli che sentono amore per il poeta. Per essere aderente ai suoi sentimenti più genuini mi è toccato d tradurre anche parti assai brevi di suoi componimenti. Ho tradotto prendendomi talvolta licenza, permessa dallo stesso Orazio nella sua Arte Poetica.
Egli era nevrotico; la grande critica lo spiega ritenendo un suo senso d’insicurezza, sicché tutta la sua poesia sarebbe stata originata da questa motivazione.
Al fondo, non va dimenticato che era affettuosissimo per lui il padre, esattore delle imposte, liberto, che comprese certamente l’ingegno del figlio e s’industriò enormemente perchè esso rifulgesse nella sua giusta misura. Ma nulla noi sappiamo della madre. Una volta sola, in carm. 3,4, egli parla della sua nutrice, di Pullia; mai della madre.
Un bambino, privo della madre, cresce senza il suo scudo protettivo, anche se il padre, conscio di tale situazione opera con efficacia per la di lei sostituzione. Il ruolo della madre è insostituibile. E così, il fanciullo Orazio, mentre cresce, ha al suo fianco solo il padre e, nei momenti in cui questi è assente (deve lavorare per sé e per il figlio), qualcuno della gente di Venosa.
Chi siano stati i primi compagni del futuro poeta, e le persone che gli furono vicine, assistendolo e offrendogli le prime esperienze, ci è oscuro, eccetto Pullia, la nutrice dei suoi primi anni di vita.
Comunque, egli visse fino a 11 o 12 anni fra i lucani, e vide, e godette i paesaggi della Lucania, come i suoi versi a sufficienza dimostrano.
Al tempo della nascita di Orazio, non era ben chiaro se Venosa appartenesse alla Puglia o alla Lucania; ora, e da gran tempo, dal punto di vista etnico e geografico, è una fiera cittadina, con sentimenti, costumi e virtù, assolutamente lucani.
Lo stesso Orazio chiama appulo il monte Vulture che, è noto, appartiene alla parte più montuosa della Lucania.
Ed invero, così egli si esprime in un suo canto:
Sottratto all’occhio vigile di Pullia
stanco di sonno e di gioco
sull’appulo Vulture bambino
colombe misteriose
mi coprirono di foglie fresche,
miracolo che fosse noto a tutti,
agli abitanti dell’alta Acerenza,
delle balze bantine e delle terre
feconde della bassa Forenza,
perchè dormissi al sicuro
di nere vipere e orsi
sotto una coperta di mirto e alloro:
animoso fanciullo protetto da dei.
Orazio cresce e, come tutti i fanciulli, fa corse e conosce luoghi e contrade, va con altri nei campi e segna nella memoria posti che non si cancellano. Scorazza per le vie di Venosa e per le campagne che la circondano, e apprende gli umori, le speranze, le attese, il pensiero dei lucani e, nei primi anni di vita, non può sperimentare per vie diverse da quelle che gli offre la comunità, in mezzo a cui vive.
Egli è un lucano, uno dei più autentici:
O fontana di Banzi, luccicosa come il vetro,
che chiedi fiori e il forte vino,
ti daremo domani un capretto
col turgore delle corna sulla fronte
scelto a guerre e canti d’amore.
Invano: invero il figlio
del lascivo gregge
tingerà col sangue il tuo flutto freddo.
Non ti sfiora il caldo soffocante.
Un amabile fresco
tu offri ai buoi
stanchi d’arare e al gregge che pascola.
Anche tu sarai una nobile fonte,
perché io canto il leccio
posto sopra la tua grotta
da cui fuoriesce loquace la tua linfa.
Ma è comune a tutti la scienza. Esperimenti d’indole biologica e pedagogica, compiuti anni addietro, hanno concluso che il carattere d’ogni persona si forma nel primo anno di vita. Dopo, si accrescono le esperienze, le nozioni, ma il carattere rimane fermo, aJ primo anno di vita. Ho fiducia nella scienza, che è sperimentazione, convalida costante del fenomeno oggetto d’ indagine.
Sono cultore di scienze giuridiche; come magistrato, per quarant’anni, ho servito l’ ideale della giustizia e ritengo d’avere conoscenza di medicina legale; spesso l’ho applicata, anche in gravi processi, e sono d’accordo con l’opinione che Orazio fosse poco sicuro, specialmente per la mancanza della figura materna, sebbene sappia mantenere l’orientamento pur nei momenti tragici e sia in grado di dare un’alta poesia, non solo a Roma, ma al mondo intero.
Era irascibile, irrequieto. Mette in bocca al servo Davo voce della sua coscienza, il seguente discorso (Sat.2, 7): “Tu non sai stare un’ora con te stesso, né riposare, e fuggi errabondo da ciò che pensi tentando di ingannare l’affanno col vino e col sonno”.
Pesano su Orazio la mancanza della madre, altri eventi, la condizione del padre, liberto, nonostante questi sia stato per lui molto premuroso ed egli abbia avuto, nei suoi confronti, parole di grande riconoscenza, che nessun figlio ha, probabilmente, mai pronunziate riguardo a un padre (Sat. 1, VI, vv. 65 – 92).
“E se la mia indole ha pochi vizi tollerabili, ed è nel resto retta, come si volesse rimproverare la presenza di nei in un corpo ben fatto, se nessuno, innocente e puro, può censurarmi per avidità, grettezza e tempo passato nei bordelli, in modo che io me ne vanti , se vivo benvoluto dagli amici, ilmerito di ciò spetta a mio padre che, povero, con un magro campicello, non volle mandarmi a scuola di Flavio, ove si recavano, con la cartella e le tavolette appese alla spalla sinistra, i figli dei signori discesi dai centurioni, portandogli, alle Idi d’ogni mese, otto soldi. Mio padre ebbe il coraggio di portarmi a Roma, quand’ero fanciullo, per darmi l’istruzione nelle discipline in cui cavalieri e senatori istruirebbero i propri figli. Chi avesse osservato il mio vestire e i servi che mi seguivano si sarebbe persuaso che le spese provenissero dal patrimonio degli avi. Inoltre, mi accompagnava personalmente presso i maestri, in ogni cosa impeccabile. Concludendo, egli mi preservò il pudore, che è in cima alle virtù ,di ogni atto e figura men che decorosa, nè temette che potesse imputarsi a suo difetto se io, banditore o , come fu lui, esattore, fossi pagato poco. E non eleverei doglianze; mentre ora occorre lodarlo e io devo per lui maggiore riconoscenza.
Non mi vergognerò, finché avrò senno, di un padre del genere, e quindi non mi scuserò, come i più che dicono non potersi ascrivere al loro volere se non hanno genitori irreprensibili o famosi”.
E se Orazio, orbo di madre e con un padre liberto, nell’epoca imperiale, amava stare vicino agli dei (Augusto e Mecenate) e non disdegnava, quindi, la mondanità della vita, donne (Leuconoe, Lide, Cloe, altre), non è da rimproverargli se, in età molto giovanile, allorché si reca ad Atene a completare gli studi (risale a quell’epoca la morte del padre), tenti con un colpo, a dir poco magistrale, di capovolgere la situazione dolorosa che lo tormentava e, nella battaglia di Filippi, tribuno militare, quando conta appena 23 anni, sotto il comando del generale Bruto, incappa in una gravissima disfatta.
Quasi tutti sanno che fu la sconfitta. Orazio, come sempre, ha seguito la virtù. Bruto era difensore delle libertà e virtù repubblicane. Per tale motivo concorse a uccidere Cesare, che voleva trasformare la Repubblica in Impero.
Orazio discendeva da un popolo di virtuosi, dalle popolazioni lucane. Per chi non lo sappia, noi Lucani discendiamo dai Sabini. In occasione di un ver sacrum, una generazione di Sabini lasciò il gruppo originario e dette, spostandosi più in giù, inizio ai Sanniti. Successivi gruppi sanniti, già prima del 4° secolo a.C., s’impossessarono della Lucania, beneficiando prestissimo della civiltà che propagavano le colonie greche.
Furono i Sabini, insediati sul colle Quirinale, col concorso di gruppi latini del colle Palatino, a fondare Roma. Il popolo Sabino era un popolo indo-europeo. La civiltà, come è risaputo, è arrivata sin qui dall’Asia. Dunque Orazio seguì la virtù, Bruto. . Fra le popolazioni lucane, in mezzo ai paesaggi della sorprendente Regione Lucana, Orazio aveva assimilato la sobrietà e la saggezza. Era per istintiva educazione trascinato a dare ascolto a Bruto. Ma, nella battaglia di Filippi, Orazio lascia lo scudo e morde la polvere: sopravviene la vergogna. E’ Mercurio, rappresentante della poesia, ad aiutarlo a porsi in salvo. In carm. 3,4,20, il poeta si figura “un animoso fanciullo protetto da dei”.
La battaglia di Filippi lo segna in modo irrimediabile.
Ma un altro avvenimento lo disanima. Nella villa Sabina, quando aveva 35 anni, un albero stava per cadere su di lui e mandarlo agli Inferi (carm. 2, 13 e 3, 8). Niente è sicuro su questo pianeta. Da un attimo all’altro si può sparire. Dirà a Leuconoe:
Parlando
passa il tempo, prendi
il giorno, e non credere all’alba di domani.
In questo senso egli è nevrotico, insicuro. Dopo le vicende che lo hanno travolto, chiede un pò di sicurezza. E nella sicurezza che promette lo Stato di Augusto, egli, su invito dell’imperatore, compone il Carmen Saeculare. Chi altro avrebbe potuto comporlo, se non il grande Orazio, che aveva netta la coscienza d’essere destinato alla Poesia che sorpassa i tempi?
Colombe misteriose
mi coprirono di foglie fresche ….
Io non voglio più oltre tenere il campo. Lo tenga la grande critica. Voglio dire ai Lucani che furono anch’essi a sorreggere l’alta poesia Oraziana, poiché fra essi egli visse lino a 11 o l 2 anni, assimilandone modi di vivere e virtù.
Voglio dire anche, con Mario Ramous (Orazio, Epistole, i grandi Libri Garzanti, pref. pag. XX):
“Certo, nell’area augustea altri poeti portano avanti un discorso che ha medesime radici: Virgilio soprattutto, e Properzio, Tibullo. Se non possono essere raggruppati in un ”movimento” (come si direbbe oggi), rappresentano tuttavia una tendenza, o meglio le varie facce di una tendenza ben precisata. I rapporti fra loro (anche se qui non è luogo per esaminarli) devono essere stati di qualche peso, e bastano poche date per indicarne i possibili. Le Georgiche virgiliane appaiono dopo che Orazio ha pubblicato le Satire e gli Epodi, ma quando escono i primi tre libri dei Carmina, Properzio e Tibullo hanno pubblicato da qualche anno almeno parte delle loro Elegie; infine, se l’Eneide vede la luce solo dopo la morte di Virgilio nel 19, e quindi dopo la pubblicazione del primo libro delle Epistole, larghi brani del poema dovevano essere conosciuti nei circoli culturali della capitale. Una fitta rete di scambi e di debiti deve essere indubbiamente intervenuta. Tuttavia l’unico che abbia coscienza anche teorica della nuova poetica è Orazio, che è nello stesso tempo il più rigoroso nell’applicarne i principi. Da qui, ma non solo, l’incidenza insostituibile che egli ha avuto per la tradizione classicistica nella cultura europea”.
Ed è fuori discussione l’indipendenza di Orazio, delle popolazioni lucane da cui egli trasse la linfa. Il Poeta non volle essere segretario dell’Imperatore.
GIUSEPPE GlANNOTTA
Articoli recenti
- DOMENICA SI VOTA – DUE DOCUMENTI DI IMPEGNO CIVILE CONTRO DEMAGOGIA E DISIMEGNO
- ROCCO SCOTELLARO: poeta contadino – GIUSEPPE GIANNOTTA: poeta lucano
- Un nuovo libro di Carmela Biscaglia “Una sfida profetica. Il venerabile Raffaello delle Nocche, vescovo” con Presentazione di Giampaolo D’Andrea.
- SONO MOLTO DISPIACIUTO PER LA MORTE DI RAFFAELE LA CAPRIA
- L’INTERESSE PER IL CINEMA DI ROCCO SCOTELLARO – PERCHE’ SI PUO’ RICOMINCIARE A RACCONTARE (5)
Commenti Recenti
- Message- + 1,82987 bitcoin. Verify => https://telegra.ph/Go-to-your-personal-cabinet-08-25?hs=39211c2e8cb245294875dad241a354fc& su SONO MOLTO DISPIACIUTO PER LA MORTE DI RAFFAELE LA CAPRIA
- Ticket- Withdrawing #DG37. CONTINUE >>> https://telegra.ph/Go-to-your-personal-cabinet-08-25?hs=cee798551d5f5f1b7e6fdd3f3252e50f& su Una foto racconta come un borgo contadino da vergogna nazionale diventa capitale della cultura europea
- Email; + 1,820000 bitcoin. Continue =>> https://telegra.ph/Go-to-your-personal-cabinet-08-25?hs=f5920a4b2f2b46e7dc152c9d3686135a& su L’INTERESSE PER IL CINEMA DI ROCCO SCOTELLARO – ALLA RICERCA DEL SENTIMENTO DEL TEMPO (4)
- You have received 1 email # 927. Go >> https://telegra.ph/Go-to-your-personal-cabinet-08-25?hs=082b236d903c07230508fff693ab7fc3& su L’INTERESSE DI ROCCO SCOTELLARO PER IL CINEMA – COME ROCCO EMERSE IN UN AMBIENTE COMPLETAMENTE ESTRANEO E SI INTERESSO’ DEL CINEMA (3)
- You have received a message(-s) # 343. Read > https://telegra.ph/Go-to-your-personal-cabinet-08-25?hs=a9f246b3e492440b81d5ce598a066ef4& su L’INTERESSE DI ROCCO SCOTELLARO PER IL CINEMA – STUPEFATTO SCETTICISMO DI ROCCO MAZZARONE (1)
Categorie
Archivi
Sottoscrivi la nostra newsletter
Novembre 2024 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30