Ho appena saputo che è morto il prof. Giuseppe Infantino – Montesquieu come lo chiamavamo noi, più giovani di lui e tuttavia coetanei nella sua leggenda.

La notizia mi ha profondamente commosso e provo molto dolore con tenerezza, quella stessa tenerezza che sentii per la morte di mia madre avvenuta in età molto avanzata. Diventammo amici quando, pressoché contemporaneamente, iniziarono i nostri studi universitari a Napoli, quando la sua vita –  che si era temprata nella guerra di Spagna, sul fronte opposto ad Albert Camus, il grande intellettuale francese la cui vita per tanti aspetti è stata simile alla sua, e nella battaglia di El Alamein –  stava per diventare una favola d’amore e di determinazione.

Sono molti anni che non torno a Tricarico, ma con Montesquieu ci eravamo ritrovati negli ultimi anni, perché un mio compagno delle vacanze sulle Dolomiti, già docente di psichiatria alla Sapienza di Roma, era stato suo alunno, se ne ricordava con ammirazione e affetto, e mi parlava del suo vecchio professore. Così decidemmo di telefonargli. Quando stava per compiere i cento anni, telefonai al Sindaco perché Tricarico rendesse il dovuto omaggio a questo straordinario suo figlio.

Ciao, Montesquieu. Io sono nell’attesa, che non può protrarsi ancora a lungo, di attraversare la linea d’ombra che mi separa dal mio mondo di affetti e di ricordi. Nelle notti di luna, cullati dal fruscio del Basento, non tarderà che me la racconterai la favola della tua vita. Saremo in tanti ad ascoltarti. E tu con noi ascolterai Rocco declamare le poesie che non ebbe il tempo di scrivere.

 

14 Responses to Ricordo del Prof. Giuseppe Infantino – “Montesquieu” –

  1. Nunzio ha detto:

    L’ho nvisitrato in os’edale nel mese di Agosto e gi ho portato i saluti di R.PisBI, CHE RICORDAVA MOLTO BENE. aBBIAMO PARLATO DI FILOSOFIA E E DEI IBRI CHE AVEVA SUL COMODINO. sEMPRE OUVIDO E INTERESSATO.pIango anch0io la sua perdita. Nunzio.

    • Antonio Martino ha detto:

      Grazie, caro Nunzio, anche di esserti iscritto alla mailinglist di Rabatana. Ho comunicato la notizia a Pisani, dispiaciutissimo. Non se l’aspettava, quando si raggiunge una tale età, te lo immagini immortale. Tonino

  2. Langerano ha detto:

    Caro Antonio,
    con Sabrina abbiamo letto il tuo affettuoso commento per la dipartita del professore, ma, leggendo l’ultima frase, ci siamo guardati e … ci hai fatto immalinconire! Agli amici non fare più queste affermazioni: noi ti auguriamo che l’attesa di cui parli avvenga ben oltre l’età del compianto professore. Mi associo alla stima per lui e mi sento onorato di quella che mi espresse quando andai a salutarlo ricoverato alla don Gnocchi: aveva appreso che l’ampliamento del nosocomio era opera del nostro studio e ci tenne a porgermi le sue congratulazioni perché, a parte gli aspetti della gestione, aveva modo di apprezzare la funzionalità degli spazi progettati ed era orgoglioso che fosse stato realizzato da noi.
    Ciao Antonio, a risentirci
    Mimmo

    • Antonio Martino ha detto:

      Grazie a te e a Sabrina. Complimenti per il Don Gnocchi,che ignoravo fosse stato progettato da voi. Non lo conosco e temo che non lo conoscerò, ma ne avevo sentito parlare molto bene.
      Un abbraccio, Antonio

  3. Langerano ha detto:

    P.S.
    circa la possibilità di vederci a Tricarico: nihil novi sub lumina … LINAE

  4. Gilberto Marselli ha detto:

    Caro Antonio, non ho mai conosciuto il Prof. Infantino; ma il tuo ricordo me lo ha subito reso molto familiare. Poiché -forse immeritatamente- mi considero anche io un ‘tricaricese’, mi è naturale unirmi a te nel suo ricordo e, con lui, vorrei che ricordassimo tutti quelli che, comunque, sono stati capaci di lasciarci una loro testimonianza. La vita di ognuno di noi è fatta di episodi, che sono come tessere di un più grande mosaico da offrire ai più giovani perché possano contin uare ad apprendere gli infiniti particolari di una vita che meriti di essere considerata tale. Grazie davvero, Antonio

    • Antonio Martino ha detto:

      Caro Gilberto,Non è stata una sorpresa che anche in questo periodo di forzata tua pausa sia venuto fuori il tuo spirito tricaricese e sapere che tu abbia letto il ricordo di Infantino-Montesquieu, sentendolo familiare, pur non avendolo prima conosciuto. Ci conosciamo, forse meglio ti ho conosciuto grazie a Antonio Albanese, nel 1950 e da allora, ammirato, contemplo con quanta naturalezza conosci e ami la Lucania e Tricarico. Non ti si può “considerare” tricaricese, caro Gilberto, perché tu sei di diritto e a pieno titolo cittadino tricaricese. Un forte abbraccio

  5. cesare Monaco ha detto:

    Carissimo Tonino,
    ho letto il tuo ricordo del Prof. Giuseppe Infantino-Montesquieu per voi- , Infantinò (alla francese) per noi.
    Con mio rammarico devo ammettere di non aver avuto la fortuna di avvicinarlo ,tranne che in rarissime occasioni, ma di ammirarne il suo portamento elegante, ritto, sobrio, riservato ,la sua storia personale e le doti professionali . Conoscevo molto di Lui da mio fratello Gaetano ”indigeno” Tricaricese . Sapevo che da molto tempo viveva nella sua villetta sulla collina di S.Maria (non so come si chiama la zona) e come novello Cincinnato, coltivava il suo piccolo vigneto producendo dell’ottimo vino.
    Finisce con Lui un’altra personalità che ha dato lustro a Tricarico. E che tu hai ,come sempre, sottolineato con grande efficacia e sentimento le doti dell’estinto.
    Mi ha molto commosso, producendomi il classico “nodo alla gola”, quel tuo ricorrente e struggente rimpianto per la tua ,la nostra, Tricarico ed il richiamo quasi sempre presente nei tuoi scritti rievocativi alla: “linea d’ombra che ti separa dal tuo mondo di affetti e di ricordi” ,e quel Basento che culla nelle notti di luna il riposo e l’incontro con chi ti è stato caro ed amico(incontro ,che ti auguro ancora molto lontano. Hai visto la veneranda età di Infantinò?)
    E’ un pensiero ricorrente anche in me che sto correndo velocemente verso quella” linea d’ombra” e che cerco di allontanare tuffandomi in questo residuo di vita vorticosa fin quando il Buon Dio o come si dice il Destino deciderà.
    Un caro abbraccio Cesare

  6. Antonio Martino ha detto:

    Grazie, caro Cesare. Per noi Peppino era quasi solo Montesquieu, ma se pronunciavamo ll suo cognome mettevano l’accento sulla o finale. Di lui dicevamo che parlava traducendo dal francese. L’ultimo mio Montesquieu era un Cincinnati con la faccia cotta dal sole, intento alla coltivazione della sua vigna. Abitava al Serbatoio, sulla collinetta di Santa Maria, dove durante la guerra c’era un piccolo avvistamento militare per scrutare e segnalare il passaggio di aerei nemici, e cioé inglesi, che non si fecero mai vedere.
    Con Titina, anche lei commossa per la scomparsa di Montesquieu, che gli fece una gran fssta in piazza per laq sua laurea, ricambio l’abbraccio.

  7. Luigi Pantone ha detto:

    Egregio dott.martino,
    Mi piacerebbe che Lei pubblicasse qualcosa sulla vita del Prof. Infantino’ (anch’io lo chiamavo così). Ho sentito dire che è citato su alcuni libri di storia per aver partecipato a battaglie famose.
    I miei migliori saluti

    • Antonio Martino ha detto:

      Caro Luigi Pantine,
      La ringrazio per la fiducia. Purtroppo non sono a conoscenza di pubblicazioni dove si parla del prof. Infantino e mi sarebbe quindi impossibile fare una ricerca. Io l’ho conosciuto e frequentato in modo particolare negli anni Cinquanta, un periodo interessantissimo della sua personale biografia, ma il rispetto della privacy mi impedisce di ricordarlo, anche se mi piacerebbe farlo. Nel mio ricordo ho scritto chiaramente che egli iniziò gli studi universitari in età avanzata, fu volontario in Spagna e, come militare richiamato, prese parte alla battaglia di El Alamein.
      Cordiali saluti

      • Spano Enza ha detto:

        Caro Antonio,
        Ieri sono stata al Funerale del Prof. Infantino.
        I legami tra la famiglia Infantino e la Mia sono tanti , di sangue mio padre era cugino con il prof. e di amore , sono stata la testimone di nozze della figlia Mariolina con Antonio Amato.
        le due famiglie partono da Tricarico dove vivevano nello stesso stabile.
        Lui studiava dopo il matrimonio e con tre figli per laurearsi, la moglie Angela Scarano era maestra di scuole elementari.
        Mio fratello Maurizio frequenza la primina con Angela.
        Le due famiglie emigrano, la mia va verso Portici e loro si trasferiscono a Potenza. Dopo circa 9 anni anche la famiglia Infantino si trasferisce a Portici , dove ci ritroviamo.
        Io frequento il liceo scientifico e il Prof. Infantino è mio docente solo per un anno.
        Dopo l’università Lui torna a Tricarico e i figli dopo la morte per un Tumore della mamma Angela si laureano , si sposano e ritornano a Potenza, io dopo la laurea , sono più piccola dei tre fratelli Infantino torno in patria a Potenza.
        La vita e le nostre vite si sono sempre intrecciate .
        Ma come prof. con me è stato severo, mi metteva sette in francese perché non poteva darmi un voto più alto per il rapporto di parentela e di amicizia che ci legava, dovevo dimostrare sempre di più degli altri e meritare il voto attribuitomi.
        Professori di altri tempi !
        Ai suoi cento anni ho visto la sua voglia di vivere di conoscere ancora tanto , altre lingue ed altre filosofie.
        Il segreto della sua lunga vita è nella filosofia di una sana vita volta a coltivare la terra vigna e oliveto e un bel libro da studiare sul comodino.
        La vita però oltre a privarlo presto della Moglie gli ha portato via due figli Giancarlo ingegnere meccanico con un incidente sul lavoro e Mariolina con un tumore che l’ha divorata dal matrimonio in circa vent’anni.
        Un bacio a Te Antonio
        dalla tua amica tricaricese
        Enza Spano

        • Antonio Martino ha detto:

          Cara Enza,
          Grazie per questa tua testimonianza e tuo omaggio a Peppino Infantino. Non sapevo o non ricordavo della vostra parentela, ma ho memoria della biografia gloriosa e dolorosa della famiglia Infantino alla quale hai accennato. Purtroppo non ho o non conservato appunti dei miei anni passati e recenti e devo basarmi esclusivamente sulla mia memoria. Ho scritto che la vita di Infantino è una favola d’amore e di determinazione. Voglio essere più esplicito. Per amore della moglie Angela Scarano decise di laurearsi con una determinazione senza pari, che è rimasta la cifra di tutta la sua vita. Conosco i suoi sacrifici di quel periodo. Rimasto vedovo a 59 anni, per fedeltà a questo amore non pensò mai a risposarsi.
          Un affettuoso abbraccio, Antonio

  8. Rocco Antonio PIsani ha detto:

    Caro Antonio,
    come tu sai sono molto legato al ricordo del Prof. Infantino. La sua scomparsa è per me un grosso dispiacere. Anche lui fa parte di un’epoca che si chiude. Purtroppo sono molto pochi quelli che sono in grado di capire.
    Un abbraccio fraterno
    Rocco

    P.S. Come sai – e ti ringrazio di averlo ricordato nel tuo commosso saluto -, il prof. Infantino ha un posto di rilievo della mia biografia di studente al Ginnasio Liceo Quinto Orazio Flacco di Potenza, dove l’ebbi come uno dei più valenti e indimenticabili professori, e che ho voluto ricordarlo nella mia autobiografia, per cui ti ricordo il mio sito http://www.roccoantoniopisani.it.

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