PER UN CONVEGNO D’AMORE

(Carm. 1,30 vv. 1-4)

.O Venus regina Cnidi Paphique,

sperne dilectam Cypron et vocantis

ture te multo Glycerae decoram

transfer in aedem.

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Traduzione di Giuseppe Giannotta

Venere, Venere,

che stai in Cnido e a Pafo,

trascura l’amore per Cipro

e scendi alla casa

briosa di Glicera

che t’apparecchia incenso.

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     Carm. 1,30 (a Venere), composto di otto versi, di cui Giannotta sceglie solo i primi quattro. Giustino Fortunato ha tradotto 32 odi oraziane e il Carme secolare, pubblicate col titolo «Rileggendo Orazio», ha fatto ad esse precedere una lunghissima lettera, lunga quasi quanto le 32 odi e la loro traduzione, al nipote Alberto Viggiani, datata Napoli, 4 settembre 1923. La lettera formerà la prefazione del lavoro, nella quale Fortunato non manca di dire il perché, fra le centotre odi dei quattro libri oraziani, egli ne abbia scelte, e tradotte, soltanto trentadue, e perché queste e non altre, sebbene non le scelse perché le credesse le migliori. Giannotta non ha lasciato detto la ragione delle sue scelte, e la decisione di escludere, dalla brevissima trentesima ode del libro primo, la metà dei versi, mi ha lasciato per un verso stupito e per altro verso incuriosito.

     Nella prima quartina dell’ode Orazio supplica Venere di lasciare la diletta Cipro e di recarsi  alla casa di Glicera. Vocantis Glycerae, dice Orazio, … a casa di Glicera che la invoca: passaggio che la traduzione ignora, facendo accrescere il mistero per il taglio della seconda quartina. Pafo era città dell’isola di Cipro; e Cnido si trovava in Caria, ambedue sacre a Venere, e Cnido famosa anche per la statua della dea scolpita da Prassitele. Glicera era una celebre cortigiana ateniese, amante del poeta Menandro e di Orazio e Tibullo. Non si sa se la stessa Glicera o se le amanti di Orazio e Tibullo venissero ricordate col nome della celebre cortigiana.

     Nella seconda quartina (Fervidus tecum puer et solutis / Gratiae zonis properentque Nymphae / et parum comis sine te Iuventas / Mercuriusque), Venere, Cupido figlio di Venere (Fervidus puer), le Grazie, le Ninfe, Mercurio, tutte divinità in qualche modo legate all’amore, che Glicera invoca, ma l’amore senza giovinezza e la giovinezza senza amore che valgono?

 

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