Pasqua 2016. Qui a Ferrara è una bella giornata primaverile, senza nebbia, piena di sole. Mi abbandono per alcuni minuti a una breve ideale passeggiata a Tricarico, imboccando via Rocco Scotellaro. Giungo al largo Francesco Crispi, da cui un vicolo in ripida discesa immette al Calancone. Tutti sanno chi è stato Francesco Crispi, ma non so quanti sanno che il grande statista siciliano è stato deputato del collegio elettorale di Tricarico nelle seconde tre legislature del regno, dal 5 dicembre 1870 al 2 maggio 1880. Sarebbe opportuno che sulla targa fosse indicata questa gloriosa decennale rappresentanza parlamentare.

LARGO F. CRISPI_1

Fatti pochi passi, giungo alla casa che fu del perito agrario don Tommaso Gigli, più volte podestà di Tricarico. Don Tommaso concluse l’era podestarile e fu il primo amministratore ad assumere la ripristinata carica di sindaco dopo la caduta del fascismo nel 1943. E’ stato sposato con una indimenticabile maestra di scuola, la gentile signora Paola Gigli.

Dalla casa di don Tommaso scende verso il piano in ripida pendenza la via De  Boni. Credevamo che la via fosse intitolata al fascistissimo maresciallo d’Italia Emilio De Boni, quadrumviro della marcia su Roma, fucilato a 78 anni per aver votato al gran consiglio del fascismo del 25 luglio 1943 l’o.d.g. che portò alla destituzione di Mussolini. Alla caduta del fascismo, le dediche agli esponenti del regime furono subito soppresse e sostituite. Se non ricordo male – ma penso di non sbagliare – la piazza di Tricarico era stata intestata a Italo Balbo, ferrarese, maresciallo dell’Aeronautica, quadrumviro della marcia su Roma, Ministro dell’Aeronautica, Governatore della Libia, trasvolatore dell’Atlantico, morto il 28 giugno 1940, otto giorni dall’inizio della guerra, perché l’aereo che pilotava fu abbattuto da fuoco amico sul cielo di Tobruk. La vedova di Balbo, principessa Emanuela Florio, sostenne che la morte del marito fosse dovuta a un ordine giunto da Roma; l’insistenza nelle accuse portò Temistocle Testa, prefetto di Ferrara, (dove la donna viveva), a sollecitare l’intervento del capo della polizia Bocchini «perché si lascia andare a dichiarazioni compromettenti». Riferiva il prefetto al suo superiore che la donna andava dicendo a chiunque si recasse a visitarla: “Lui mi manderà al confino, ma io dico tutto. Italo non voleva la guerra, si era sempre opposto. Diceva che non eravamo preparati”. Inoltre, era fatto notorio a Ferrara che Balbo era un oppositore della politica antisemita del nazifascismo.

Passano molti anni e a Ferrara si organizza una manifestazione per celebrare i successi e i progressi dell’Aeronaìutica, dando il giusto rilievo ai meriti di Balbo e alle sue trasvolate atlantiche. Da Firenze giunge con la moglie il figlio di Balbo, Paolo, avvocato nel capoluogo toscano. Un ferrarese rompe il segreto che  si era tenuto serrato nel petto tutto il lungo tempo e confessa di essere stato addetto alla contraerea e di aver personalmente abbattuto l’aereo di Balbo, che, per sopraggiunte complicazioni, aveva deciso di atterrare all’aeroporto di Tobruk, senza dare alcun avviso.

Ero in piazza quando il sedicente abbattitore dell’aereo di Balbo raccontava il fatto col gruppo di persone che l’ascoltavano. Intanto si avvicinavano Paolo Balbo e la moglie. Uno che era nel gruppo lo chiamò: “Paolo, Vieni, vieni”. La coppia si avvicinò, ma quando il figlio di Balbo capì che stava accadendo, gli si riempirono gli occhi di lacrime e si allontanò. La moglie dette la mano all’uomo che diceva di aver causato la morte del suocero e si unì al gruppo per una diecina di minuti.

Mi meravigliai che il sindaco Grobert di Tricarico, dal lungo e coerente passato antifascista, non avesse sostituita la targa di via De Boni, e chiesi spiegazione a Rocco Scotellaro, il quale mi rese edotto, per il vero non sapendone molto, che la via non era intestata al gerarca fascista, ma a un deputato del regno d’Italia eletto nel collegio elettorale di Tricarico. Infatti si trattava di un tale Filippo De Boni, di cui Rabatana si è già occupata, che fu il primo deputato eletto in tre legislature nel collegio elettorale di Tricarico,  dal 2 aprile 1861 al 2 dicembre 1870.

VIA DE BONI

Al lato opposto, a fianco de vecchio Municipio, un vicolo in ripida asceca porta al Monte. Non ha targa, quella che c’era è caduta non so per quale motivo e nessuno si è preoccupato di sostituirla e nessuno più – ne sono sicuro – sa a chi quel vicolo fosse dedicato. Ve lo dico: quello è il vico Francesco Paolo Materi, che è il quarto deputato eletto nel collegio elettorale di Tricarico dalla XVI alla XXII legislatura, dal 10 giugno 1886 al 24 marzo 1909.

VICO MATERI

Del terzo deputato di Tricarico, l’on. Floriano del Zio,eletto nella settima e ottava legislatura del regno (XIV e XV), non mi risulta che una qualche amministrazione tricaricese abbia lasciato un ricordo. Un ricordo l’ha tracciato  Rabatana. 

In un angolo di strada, nei vicolo all’inizio di via Rocco Scotellaro, vi è la memoria ignorata e obnubilata della storia parlamentare del primo mezzo secolo dell’Italia unita.

Pasqua è segno di resurrezione, Buona Pasqua, dunque, a questi tre vicoli e a tutti i vicoli dimenticati e ignorati di Tricarico. (Chissà quanti ve e sono. A Rabatana sta particolarmente a cuore il vicolo Sopportico delle api).

 

5 Responses to Buona Pasqua ai vicoli ignorati di Tricarico

  1. D. Jankovich ha detto:

    Buona Pasqua, caro Antonio, grazie mille per avermi regalato la possibilità di conoscere de visu Tricarico, i sui vicoli e tante altre cose, avvenimenti, storielle e dettagli che avevo ben presenti nei miei ricordi di nostra pluriennale amicizia. Per me era come se fossi andato al cinema: ho rivisto il film dei suoi racconti su Tricarico della sua giovinezza.

    • Antonio Martino ha detto:

      Grazie, Duskaccio. Mi ha regalato una bella Pasqua … dopo le nipotine, che sono venute a farci gli auguri nel pomeriggio, hanno cenato con noi e sono ancora qui.

  2. Gilberto Marselli ha detto:

    Itinerario che anche io ebbi il piacere di percorrere una volta con Rocco Scotellaro ed un’altra con Rocco Mazzarone, i miei più grandi amici tricaricesi di sempre. Grazie di avermelo riproposto: lo sto percorrendo con te, mio caro amico…

    • Giuseppe Passarelli ha detto:

      Grazie Antonio per quello che hai scritto sui vicoli di Tricarico, ma a me resta una grande curiosità: Vico TAPERA ricordato da “ROCCO”, e vico dei PASSAGIRANNI. Ma cosa indicavano questi nomi? Tempo addietro suggerii a un amico Tricaricese di fare delle ricerche sulla Toponomastica di Tricarico, ma vedo che tu pur lontano riesci a darci delle esaudienti spiegazioni. buon proseguimento e un grande abbraccio.
      Peppino

  3. Mery Carol ha detto:

    Gran bella passeggiata lungo i nostri vicoli! Devo dire che per me si tratta davvero di una passeggiata, un camminare adagio, respiro calmo, cuore sereno. Allora li attraversavo sempre di corsa e il più delle volte inciampavo, cadevo e mi facevo male. La disapprovazione di mia madre era totale. Grazie, Antonio! Sei un’ottima guida. Mery

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