Sono passati 63 anni dalla morte di Rocco Scotellaro e in questo lungo periodo, in cui l’ho letto e riletto, l’interesse e il silenzio su di lui si sono alternati, per motivi ideologici, che attraversavano la Sinistra e per motivi di natura filologica, che da un lato aprirono una vivace e interessante querelle e, dall’altro, decretarono la sua morte letteraria, con la scomparsa dalle librerie, dai manuali di letteratura e persino dagli studi specifici riguardanti il Novecento.

        Restituire Scotellaro a Scotellaro significa renderlo libero, sopprimere il copyright del moralismo dei dottori della legge di ogni tempo sulle sue opere e restituirle al popolo, ai carcerati, ai contadini e ai giovani a cui Rocco, tirando da una tasca una sua poesia, la leggeva, a coloro che avrebbero amato leggerlo – e leggerlo magari su un bel libro, e non su una pagina elettronica – e non potevano, perché Scotellaro era sparito dalle librerie e cancellato dalle antologie scolastiche.

        Significa anche liberarlo dai commentatori ipocriti e farisei, che sono già comparsi. Ma questo è più difficile.

 

 

6 Responses to Rocco Scotellaro è stato restituito al popolo. E’ così difficile capirlo?

  1. Gilberto Marselli ha detto:

    Il tuo merito è incontestabile così come molto probabili sono le speculazioni interessate “postume” che alcuni giovani hanno manifestato, più che altro per “apparire” visto che non avevano alcuna possibilità di “ESSERE£ veramente. Fregiamocene e continuiamo per la nostra strada, caro Antonio, da te tanto magistralmente riaperta….

  2. Antonio Martino ha detto:

    Grazie Gilberto, amico carissimo e solo Maestro di vita che mi sia rimasto.

  3. Domenico Langerano ha detto:

    Carissimo Antonio,
    più volte parte da te, e il prof. Marselli condivide, un certo risentimento per persone che hanno
    “il copyright … sulle sue opere” e che appaiono quasi responsabili per aver fatto sparire Scotellaro dalle librerie e cancellare dalle antologie scolastiche.
    Capisco che il vostro sia uno sfogo per l’amore che avete verso Scotellaro, tuttavia per lo stesso identico amore per gli scritti di Rocco e per la stima che ho verso di voi, mi piacerebbe meglio identificare qualcuno di questi signori, per evitare di contribuire, magari involontariamente, a dar loro immeritato spazio soprattutto se ora si son permessi di criticare la splendida iniziativa editoriale di Curto alla quale spero segua la pubblicazione pura e semplice (senza cioé intermediari e dietrologie) del resto di quanto scritto da Rocco.
    Questo lo chiedo perché non vorrei che in tale novero possano esserci alcuni cari amici di Tricarico e non (lo erano anche cari al compianto don Rocco) che molto si sono dedicati perché Scotellaro avesse il meritato riconoscimento che la prematura morte non gli ha consentito avere.
    Vi ringrazio e vi saluto con rinnovato affetto
    Mimmo

    • antonio-martino ha detto:

      Caro Mimmo,
      Innanzi tutto grazie per il tuo intervento.
      Io non ho mai nascosto su Rabatana di non condividere affatto l’edizione di «E’ fatto giorno» curata da Vitelli, citando in soccorso i professori Bonea e Caserta. D’altra parte, sono consapevole (nei miei limiti) che senza il generoso lavoro di Vitelli, non conosceremmo Rocco come lo conosciamo. Se hai la pazienza di leggere su Rabatana il post «Rileggiamo “E’ fatto giorno” secondo l’edizione a cura di Carlo Levi» troverai, come pure in altri articoli, questo giudizio in bianco bianco e nero, ma non sfumato: il bianco è bianco e il nero è nero. Condivido in tutto e sottolineo il giudizio che Rocco Curto ha scritto sulla sua nota editoriale, secondo cui, che senza il pregresso contributo di Franco Vitelli (e di Carlo Levi e Manlio Rossi Doria) la sua Casa Editrice non avrebbe avuto la possibilità di editare il nuovo volume delle Poesie di Rocco.
      Nel suddetto post mi pare di aver indicato con chiarezza quali, secondo me, sono le cause della scomparsa di Scotellaro: motivi ideologici che hanno attraversato la Sinistra e motivi di natura filologica, con le conseguenze denunciate in sede accademica e non da me. Denunce che, ovviamente, non sono vangelo, ma non si commette peccato a condividerle.
      Leggo con molto piacere che apprezzi il volume pubblicato da Rocco Curto. A me ha dato una grande gioia e lo giudico un prezioso servizio pubblico di carattere meramente documentativo, senza curatori, senza note d’autore, uno strumento per far tornare Rocco nelle librerie.
      Ho saputo che a Tricarico qualcuno ritiene che per la pubblicazione del volume si sarebbero dovuti chiedere permessi. Non mi sono stati fatti nomi e non ne ho chiesti. Non mi interessa, mi interessa invece esprimere la mia opinione decisamente e radicalmente contraria, e l’ho espressa nel secondo paragrafo del post.
      Il terzo paragrafo ha un nome e un cognome, che non è tricaricese. E’ l’autore di un articolo, che giudico indegno, pubblicato sulla Domenica della Lucania di domenica.

  4. Ilaria Levreri ha detto:

    La poesia di Rocco ha una vena autentica,di profonda e partecipata umanità,un ché di coraggioso e indomito,che non può essere piegato e costretto da nessuna ideologia o copyright.È messaggio etico e umano. Per questo colpisce e resta. Perché è libero e vivo. Per questo ha raggiunto anche me(genovese,e allora ventenne) tanti anni fa. Sono davvero felice di poterlo leggere finalmente in versione cartacea,senza doverlo cercare, e con difficoltà,in biblioteca Preziosa questa riedizione!! Meritorio ridare a Scotellaro voce per raggiungere i suoi lettori

  5. Ilaria Levreri ha detto:

    E del resto, prendendo in prestito le parole di Scotellaro…
    “Sento,sul libro le parole
    riacquistano il calore
    della fiamma! “(Liberate,uomini,il carcerato)

    Un libro ci accende e ci parla,internet no!!

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