«Quella sera ci riunimmo in casa di Rocco in pochi amici. A Rocco piaceva il vino, beveva forte negli ultimi tempi, quella sera forse esagerò. Ad un certo momento volle disporre dei suoi beni: aveva diritto a una quota della casa di mastro Vincenzo e poi aveva una vigna sotto la “Forestale”. Ad uno dei presenti avrebbe lasciato la sua quota della casa paterna, e a me, che ero astemio, la vigna. E scrisse su un foglietto le sue ultime volontà.

Nessuno di noi dette peso a quel foglio, era nato in una serata di bisboccia. Molti anni dopo, Rocco era morto da pochi giorni, Nicola venne da me preoccupato. C’era un tale che vantava il possesso di un testamento di Rocco Scotellaro. Quel mascalzone a cui Rocco aveva lasciata la casa si era appropriato del foglietto e pretendeva il rispetto delle sue volontà. Per distruggere quel foglio fu necessario minacciarlo di azione penale.»

Da una intervista a Tommaso Pedio in Rocco Scotellaro, Lettere a Tommaso Pedio, Edizioni Osanna Venosa 1986, p.33

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.