STA SOLA A REGGERSI IL CIELO

C’è un paese che diventa vivo

quando la luna è alta

conosce baldorie di venti

e lunghe veglie d’uomini.

E’ un paese senza tempo

aspetta da secoli la vita.

Ognuno conosce il silenzio

che ci ha dati alla luce

e ci condurrà alla morte.

C’è un paese in alto sulla terra

ha un suo povero cuore nascosto

sta solo a reggersi il cielo

con le sue vecchie case di pietra.

 

Si veda l’elzeviro ‘Inverno alle porte’ (Il Popolo, 4 dicembre 1960) «Così io perdo il paese che ha il privilegio e l’angustia della neve, le lunghe attese piene di propositi, le solitudini malinconiche che duravano un’eternità e avevano come sbocco ideale l’infinito. »

 

 

ALL’AMICA APPENA CONOSCIUTA

Le parole

quando muore il giorno

crescono come un filo d’erba.

Se tu sapessi al cuore che mi fai.

 Parlami amica, delle città perdute

delle tue notti d’amore.

Un giorno anch’io, come un segreto

ti dirò le cose del mio mondo

dove s’accorcia l’ombra di mia madre

e muore il lume nelle case

a un’ora di notte.

V.11, locuzione colloquiale, ma vedi anche Scotellaro: «Mia madre dorme a un’ora di notte» (Le nenie)

 

PAESE

Le stagioni ci assediano con te

ci assaltano i pezzenti sulle porte

siamo stanchi, vogliamo fuggire.

E tu non senti il tempo

perduto nelle case, la tua pena

che ti cresce attorno, paese?

Siamo caduti quieti nel tuo giuoco

più nessuno verrà per darci il cambio

siamo gli stessi: il più sciocco di noi

porta una bandiera

davanti alla fanfara.

NESSUNO SI RIBELLA

Questi giorni così lenti così veloci

queste mani ferme e queste carte

perse nel mio mondo sparuto:

la vita scorre in una rete.

Ora non ho più tregua,

la tromba del fornaio ogni mattina

la stessa vecchia al fianco della porta

lo strillone che piange sui giornali.

E nessuno grida nessuno si ribella.

Ma non si tocca il cuore delle cose

non si torna indietro a ritrovare intatta

un’antica rivolta.

 

Poesia composita che amalgama contraddittori lacerti scotellariani: il tarlo crepuscolare , v. 3 («Io senta il suo cadere placido / del mio mondo sparuto», Desiderio); l’insorgere della vita di vicinato, v. 6 («fosca a noi si sente / la tromba del fornaio nelle case», Carità del mio paese?); l’ansia della rivolta, v. 9-12 («Ma nei sentieri non si torna indietro», Sempre nuova è l’alba)

Note di F. Vitelli da “Prova d’addio”

 

One Response to Mario Trufelli ritrovato – (3) Quattro poesie da “Paese giorno e notte”

  1. Gilberto Marselli ha detto:

    Interessante tuo contributo alla conoscenza di Mario Trufelli e, ancor più, alla comprensione della vera essenza dei lucani. Grazie sempre…

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