TU NON MI HAI DATO NULLA

(Prova d’addio – Paese gorno e notte, p. 12)

Tu non mi hai dato nulla

solo una faccia pallida

e un’anima ribelle.

Ho fatto il nomade con te

nella miseria nostra giornaliera

perché la casa dove nacqui non è mia

Ora nulla ti chiedo.

Ma tu lo vedi, madre

non ho più la casa dove son nato

e dell’infanzia mia non ho memoria.

Mi è rimasta la faccia pallida

e quest’anima ribelle.

La poesia rievoca un periodo anche per me indimenticabile della vita di Mario, corrispondente al mese di maggio del 1952. In origine la poesia era intitolata “A mia madre”: il motivo che la ispira è il rimpianto per la perdita della casa come dissolvenza dell’identità antropologica che la casa rappresenta.

Era una casa allegra viva accogliente amica quella che Mario aveva perso. Era di fronte, separata da un brevissimo tratto,  a quella che era stata la mia casa, alla quale si accedeva attraverso una piccola scalinata: scendendola di corsa, sull’abbrivio finivo nella casa di Mario. – Ngì Mariö ? – era il mio saluto. Aveva due famiglie Mario, nella sua giovinezza, a capo delle quali vegliava l‘amatissimo nonno Valinotti, sostegno materiale e morale delle famiglie delle due figlie: Lucia (il cui marito, Ciccio Trufelli, lavorava nelle Marche) e Vincenza, che aveva perso il suo compagno. La famiglia Trufelli aveva un’altra casa, più piccola, adoperata per lo studio e il riposo notturno di qualcuno della numerosa unione di famiglie, che, quando la casa principale fu persa, dovette accogliere tutti, si stava stretti e gli amici non c’entravano. Cominciava anche il declino fisico di nonno Valinotti, che, stringendo i denti resisteva sulla breccia, ma a marzo dell’anno appresso improvvisamente morì.

A maggio del 1952 furono democraticamente elette, dopo la parentesi fascista, le prime amministrazioni provinciali. Si votò anche per il rinnovo dei consigli comunali, dei quali fosse scaduto il mandato, ma non del consiglio comunale di Tricarico, che era in scadenza, ma non scaduto, e dove si votò nel successivo mese di gennaio 1953.

La brevissima ben meditata nota alla poesia, quale si legge nella raccolta «Prova d’addio», dice che il motivo è la perdita della casa, ma aggiunge che essa fu composta «in occasione» delle elezioni amministrative del 1952. Giusto! Quel periodo in cui si svolsero le prime elezioni amministrative provinciali non è estraneo al sentimento ispiratore della poesia.

Quelle elezioni segnarono il battesimo elettorale mio e di Mario. La maggiore età si conseguiva a 21 anni, sicché a me e a Mario mancava meno di un mese per compiere io 22 anni e Mario 23.

Tutt’e due ci impegnammo attivamente in quella campagna elettorale: comizi, giornali-radio, giornali murali, riunioni di caseggiato. Mario per alcuni giorni fu al nostro fianco, dopo cambiò fronte, passando a sostenere il candidato (si trattava di elezioni con sistema maggioritario uninominale) con il quale avevamo un violento contrasto, che non si placò con la conclusione delle elezioni e fece residuare perduranti inimicizie. Tutt’e due non eravamo contenti di trovarci impegolati in quella campagna elettorale. La mia scelta del voto fu sofferta, ma convinta, non mi sono mai pentito. Mi pentii però subito di essermi lasciato coinvolgere nell’impegno elettorale, da cui non potevo più sottrarmi. La scelta di Mario fu costretta: lo si intuì e lo espose a troppo esibite critiche di sapore moralistico. Non fui solo io a comprendere le ragioni della sua scelta. Noi due restammo amici quasi fratelli, per usare una sua espressione, ci confidavamo i nostri disagi e ci riferivamo “pettegolezzi” dei due fronti su cui ci eravamo schierati.

 

5 Responses to Mario Trufelli, TU NON MI HAI DATO NULLA

  1. Angelo Colangelo ha detto:

    Grazie, Antonio. E’ bello e ammirevole che tu apra con munificenza lo scrigno prezioso delle tue memorie e ne renda partecipi gli altri. E’ davvero un atto di amore autentico verso la propria comunità, che, ne sono certo, riscuote il consenso e l’apprezzamento di tutti i tricaricesi, e non solo. Perchè, come è stato giustamente affermato, una persona o una comunità, che non sono consapevoli e rispettose del proprio passato, sono condannate a un futuro precario e inquietante. Angelo Colangelo

  2. Pietro ha detto:

    Signor Antonio, è con un doveroso grazie a Lei,se sono riportate sul sito della “Via Herculia” , nella sezione territorio- Lucania di Mario Trufelli e Suonano Mattutino di Scotellaro ,a Lei per avercele fatte conoscere e a Loro per aver rappresentato così mirabilmente in pochi versi la nostra terra.Infinitamente Grazie

  3. luigi ha detto:

    Grazie, il passato non si dimentica,mi ricordo la casa di Mario,i suoi gradini e le volte,che Mario mi ha tenuto sulle sue ginocchia.
    Luigi Lavista Pres. Ass.Lucania Viva Centro Culturale
    ” Rocco Scotellaro ” Rivoli ( TO )

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