«Deh, quando tu sarai tornato al mondo,
e riposato della lunga via,
seguitò il terzo spirito al secondo,
« ricorditi di me che son la Pia:
Siena mi fé; disfecemi Marenna:
salsi colui che ‘nnanellata pria,
disposando m’avea con la sua gemma».

Non ricordiamo chi, solo alcuni minuti fa, ha fatto il nome e perché. Pia De’ Tolomei è entrata nella nostra conversazione (tra me e mia moglie) in questa prima caldissima serata del ritorno della settima calura di questa estate infuocata. Di Pia non ricordiamo chi era, perché Dante la ricorda, se l’incontrò all’Inferno o in Purgatorio; nulla, tranne, peraltro con imprecisione, il verso «ricordati di me che son la Pia». Pia esalta in ogni dettaglio la sua grazia muliebre. Ella dice: «ricorditi», non «ricordati»: non comanda di ricordare (imperativo), esorta a farlo (congiuntivo esortativo di tipo impersonale), ma non prima di essersi riposato del lungo viaggio.

Prendiamo la Divina Commedia. È stata una buona idea, che ha dato un senso alla serata.

Dante incontra Pia nel quinto canto dl Purgatorio, nel secondo ripiano dell’Antipurgatorio. Aveva incontrata Francesca da Rimini nel quinto canto dell’inferno. Pia De’ Tolomei: la Francesca del Purgatorio. Qui, nei sette terribili gironi, un’umanità non incallita nella colpa, si purifica dai peccati capitali. La speranza della salvezza che pervade il Poeta durante la faticosa risalita è la stessa che muove le anime dei penitenti.

Nel secondo ripiano si purificano i negligenti  (canti IV (che per pigrizia indugiarono a pentirsi fino alla fine della loro vita), V e VI (sopraggiunti di morte violenta, si convertirono in quel punto a Dio), VI ancora (occupati in armi, in lettere o in politica, trascurarono la propria conversione fino al punto estremo della propria vita),VII e VIII (occupati dalle glorie mondane, riservarono all’ultimo momento il rivolgersi a Dio). I negligenti stanno nell’Antipurgatorio tanto tempo quanto vissero.

Dante incontra i morti di morte violenta e ha avuto modo di parlare con Iacopo del Cassero, nobile di Fano ucciso nel padovano per volere di Azzo III, Bonconte da Montefeltro, ghibellino ucciso durante la battaglia di Campaldino. La voce Del Cassero era dura e aspra, quella di Bonconte aveva toni caldi e vivi,  una terza voce,  dolce e trepida, giunge ora al Poeta. È voce di donna ed è squisitamente grazia muliebre pensare alla stanchezza dell’interlocutore: ««Deh, quando tu sarai tornato al mondo, e riposato della lunga via». Per questa voce, nella rapida tenuità del racconto e delle velate allusioni a un’oscura tragedia coniugale, è rimasta famosa e poeticamente viva la Pia. Gentildonna senese, forse del casato dei Tolomei, moglie (qui i commentatori sono concordi) di Nello o Paganello dei Pannochieschi, signore del castello della Pietra in Maremnma.

Dante accredita le voci di uixoricidio corse in seguito alla morte, si deve pensare improvvisa e misteriosa della Pia in Maremma, e cioè nel castello della Pietra, attizzate dal fatto che non molto dopo il Pannochieschi passava a nuove nozze con Margherita Aldobrandeschi. Peraltro, nel Dizionario Biografico Treccani, con l’esposizione delle tumultuose vicende politiche e coniugali della Aldobrandeschi, si legge che solo leggenda è la tradizione ispirata ai celebri versi danteschi che vorrebbe Nello de’ Pannocchieschi uxoricida nella persona di Pia de’ Tolomei per amore di Margherita.

Secondo altre voci, raccolte dai commentatori trecenteschi, Nello avrebbe ucciso la moglie per sospetta infedeltà. Pia: la Francesca del Purgatorio: canto quinto dell’inferno, canto quinto del purgatorio.

Fare, disfare «Siena mi fe, disfecemi Maremma»: una associazione tipica di termini per indicare vita e morte («tu fosti, prima ch’io disfatto, fatto», Inf. VI, 42.

Come in Maremma  fu “disfatta” Pia si guarda bene dal dirlo e dal correggere le false voci fatte correre a suo carico. L’accusa è velata, ma, nella sostanza, precisa: la morte le venne dal legittimo marito. Egli sa perché l’uccise, Pia non lo dice.

Una maliziosamente bella, ma anche precisa circonlocuzione chiude il canto («salsi colui che ‘nnanellata pria, disposando m’avea con la sua gemma.») per affermare che l’uccisore fu il suo legittimo marito, né più né meno. E ancora una volta Dante ha dato credito alle voci di una Pia infedele e di un marito assassino. Quinti canti; Inf. – Pug: Francesca-Pia.

 

7 Responses to Pia de’ Tolomei

  1. Gilberto Marselli ha detto:

    Questa sana ed erudita curiosità di te e tua moglie ha ravvivato in me un sentimento sempre sopito in me: “Ma perché il saggio nostro Padre Dante decise di darsi a certe scoperte con relativi incontri, spesso tanto orrendi e dolorosi ? Poteva mai, l’amore per la cultura e la trasmissione del pensiero,giustificare un tale penoso sacrificio ? O non doveva pensarsi ad un terribile cedimento al masochismo, forse per auto-punirsi dei peccati commessi ? So di apparire blasfemo sollevando ed esplicitando questo mio dubbio; ma chiedo venia a tutti…..

    • Antonio Martino ha detto:

      Siamo liberi di pensare come più ci fa piacere, a condizione di non fare del male a nessuno. A questa condizione non dobbiamo chiedere venia a nessuno.

  2. Amerigo ha detto:

    Bello riavere le “note Martino” dopo pausa estiva e coglierne sempre lo spessore culturale che le anima e il dissodamento di tante immagini care ai ricordi; sulle precise note storiche sul pozzo di Monsignore ( anche per noi più giovani luogo di chiacchiere notturne ) aggiungerei che sono stato tempo fa nella chiesa di Santa Maria ai Monti vicino San Pietro in Vincoli dove come da monumento in Cattedrale di Diomede Carafa si apprende che a Tricarico lo si ricorda ma a Roma in quella chiesa fu sepolto. Infine mi fa piacere ricordare a noi tutti che lo chiamavamo anche “u puzzett d Mnsgnore ” abbracci Amerigo

    • Antonio Martino ha detto:

      E’ bello ed è un gran piacere leggerti, carissimo Amerigo. Mi permetterò di aggiornare il post sul pozzo di Monsignore con le informazioni che mi fornisci. Abbracci anche da Titina, Tonino

      • Antonio Martino ha detto:

        Caro Amerigo, Diomede Carafa sepolto nella Chiesa di Santa Maria ai Monti era nato ad Ariano nel 1492, mentre l’omonimo vescovo di Tricarico, nato il 17 agosto 1605, morì il 12 gennaio 1609. Morì a Tricarico? Ho chiiesto al solito Rocco FRanchino che mi mandi la fotografia del monumento nella capella del Purgatorio della Cattadrale. Ciao, Tonino

  3. Giulio ha detto:

    Caro Tonino, vorrei aggiungere un breve supplemento/commento alla tua nota relativa al ” pozzo di monsignore ”
    Era noto ai miei tempi come ” u pozz nda chiazz’araute ” che era la piazza dei nostri giochi infantili compreso il calcio con una palla di pezze legate con lo spago; in estate si andava a giocare con un vero pallone ( quello di Giovanni )tra i sassi della tempa di Santa Maria.
    Il pozzo subì dei seri danni nella fase dell’invasione delle truppe durante la seconda guerra mondiale: una camionetta dell’esercito inglese che per errore era finita nella piazzetta, nella manovra per ritornare sull’Appia aveva demolito una delle due colonne di supporto della parte superiore del pozzo. La riparazione fu effettuata dopo alcuni mesi in seguito ai finanziamenti arrivati al vescovado per ” danni di guerra ” sommati a quelli pagati per tre bombe – tutte andate a vuoto – sganciate sul bivio di Grassano da tre aerei inglesi con l’intenzione di fermare le truppe tedesche in ritirata.
    La cosa mi è nota perché con gli stessi rimborsi per danni di guerra mi fu pagata dalla Chiesa la casa millenaria della famiglia Dente attigua alla Cattedrale – scalone Molinari ).
    Come vedi seguo con attenzione – quando è come posso – gli interessanti pezzi delle tue “rabatane”.
    Se la cosa pensi possa interessare potrei aggiungere qualcosa sulle vecchie famiglie e negozi che abitavano la piazza (Picardi – Sanseverino – Tabaccaio Francia – materiali ed arnesi agricoli Menonna etc ).

  4. Giulio ha detto:

    Caro Tonino,
    ho purtroppo un “corrigendum” per il mio ” supplemento “, a causa di due inspiegabili errori del mio I-Pad:
    – nel settimo rigo leggere: ” invasione delle truppe alleate “.
    – in fine aggiungere due brevi frasi:
    1)” sul lato ovest della piazzetta – si affacciavano le abitazioni di due antichi casati risalenti quasi certamente all’epoca normanna: i Picardi ed i Sanseverino.
    2)” attualmente la piazzetta e’ adibita a parcheggio(!)”.

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