Ricordo del prof. Pasquale Gagliardi La Gala
Mi ha profondamente sorpreso (un tipo di sorpresa che trasmette la percezione di una commessa ingiustizia) constatare che a Tricarico si è perso ogni ricordo del prof. Pasquale Gagliardi La Gala. Sono tante le memorie cancellate a Tricarico, memorie che una comunità più attenta al proprio passato e al proprio futuro conserverebbe. Non si comprende e si prende atto, altro non potendosi fare. Ma l’aver dimenticato il prof. Gagliardi aggiunge una nota più grave, che è, per l’appunto, la commessa ingiustizia.
Perché ingiusta questa dimenticanza? Perché il prof. Gagliardi ha avuto un ruolo unico ed essenziale (non semplicemente fondamentale) nell’istituzione dell’ospedale di Tricarico.
La struttura per la cura degli infermi costituita in una parte dei locali dell’Episcopio, secondo la legge del tempo, non aveva alcuna configurazione giuridica. Si trattava – ed è importante – di una poetica immaginazione popolare, che prese ad assumere concretamente forma. Chi le dette forma e la modellò fu il prof. Gagliardi. Tutti – non solo i tricaricesi – questa struttura, che giuridicamente ospedale non era, la chiamavano ospedale; ed essa del buon ospedale assolveva il compito di curare gli infermi e buon ospedale era considerato in tutta la provincia e fuori, con un po’ di invidia dell’antico e regolare ospedale del capoluogo provinciale.
L’istituzione dell’ospedale (che giuridicamente implicò un processo durato anni) è merito di alcune persone che sono state e sono doverosamente ricordate e ringraziate, ma non è ricordato e non è stato ringraziato colui, senza il quale l’ospedale non sarebbe mai sorto.
Il professore – don Pasquale, come lo si chiamava a Tricarico – vantava un glorioso curriculum di chirurgo e una libera docenza. E’ inimmaginabile infatti che possa sorgere una struttura di ricovero e cura senza la presenza di un chirurgo.
Don Pasquale si era formato alla Scuola di Chirurgia dell’Università di Torino come assistente dei maestri della chirurgia torinese, di cui tuttora si ricorda il nome, e all’Università di Torino conseguì la libera docenza (*). A Torino nacquero le figlie Angelina e Rosetta.
Fu collega del prof. Luigi Biancalana, che seguirà le orme dei maestri, divenendo direttore dell’Istituto di Patologia chirurgica dell’Università di Torino. Ebbi occasione di conoscere il prof. Biancalana nell’esercizio delle mie funzioni di funzionario del ministero della sanità (secondo l’originaria denominazione del dicastero diventato della salute), come parte di commissioni convocate a Modena e a Torino, e di parlare con lui di don Pasquale. Il prof. Biancalana amava ricordare l’amicizia tra le due giovani famiglie in formazione e quel periodo della giovane età, delle speranze e dell’impegno. Riferii le nostre conversazioni alla signora Amelia Gagliardi, che aveva un fresco ricordo di quell’amicizia e di quel periodo.
È la fase tra la prima e la seconda guerra mondiale. A Torino fioriva una grande Scuola della chirurgia moderna, che si misura con i nuovi grandi problemi, passando dall’esterno all’interno del corpo umano. Il chirurgo diventa a sua volta internista, affronta la patologia viscerale, strappa ai medici competenze diagnostiche, propone la chirurgia digestiva, dello stomaco e del colon, quella urologica dei reni e della vescica, quella ginecologica e quella cranica per i traumi e non solo.
Scoppia la seconda guerra mondiale. I maestri di Torino Ottorino Ufferuzzi e Mario Achille Dogliotti vanno s prestare la loro opera di chirurghi in Russia, il prof. Gagliardi era andato a dirigere l’ospedale militare di Tripoli. Ottiene i galloni di colonnello, e del colonnello assumerà la severità e l’austerità. Con la caduta di Tripoli (**), catturato dagli inglesi, don Pasquale trascorre un lungo periodo di prigionia in India. Solo nel 1946 torna in Italia, a Tricarico. E’ la persona, la sola persona di cui, per le esperienze professionali chirurgiche, organizzative e dirigenziali di una struttura ospedaliera, e per le doti di carattere occorrenti in quella avventurosa partenza, si poteva fare affidamento. C’era lui e nessun altro, e non si sottrasse. L’ospedale sorse e progredì. Nel 1952 don Pasquale potrà lasciare in sicurezza l’istituzione nelle mani del giovane chirurgo romano Guido Barbieri Hermitte, che del prof. Gagliardi seguirà le orme di primario chirurgo degli ospedali di Matera e di Potenza.
Don Pasquale morì improvvisamente nel mese di gennaio del 1958.
_________
(*) Gilberto Marselli, che mi ringrazio, ha segnalato il mio errore: allora la libera docenza non si conseguiva presso l’Università, come ho scritto, ma a seguito di concorso nazionale.
** Aggiornamento. Don Pasquale ha sopportato una prigionia di 5 anni. Fu catturato il 4 gennaio 1941, il giorno prima delle resa definitiva di 38 mila soldati italiani a Bardia, a pochi chilometri del confine con l’Egitto, a seguito dell’offensiva sferrata dalle truppe britanniche il 10 dicembre 1940, che poi occuparono l’intera Cirenaicae. Don Pasquale fu deportato nel campo di concentramento di Zonderwater, Sud Africa, dove infine si trovarono concentrati circa 150.000 italiani. Dopo un anno circa fu trasferito in Scozia e quindi in India.
Nel 1941, caduta Bardia, fu catturato anche Rocco Mazzarone. Gli inglesi lo impiegarono con compiti di responsabilità nel 19 th General Hospital dislocato sul canale di Suez. Toornato in Patria nel 1943 per uno scambio di prigionieri, fu assegnato come sottotenente medico al Distretto militare. Io frequentavo la II media e ricordo bene Mazzarone in divisa. A parte la sua lunga prigionia, non ho notizie di don Pasquale.
8 Responses to Ricordo del prof. Pasquale Gagliardi La Gala
Lascia un commento Annulla risposta
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Articoli recenti
- DOMENICA SI VOTA – DUE DOCUMENTI DI IMPEGNO CIVILE CONTRO DEMAGOGIA E DISIMEGNO
- ROCCO SCOTELLARO: poeta contadino – GIUSEPPE GIANNOTTA: poeta lucano
- Un nuovo libro di Carmela Biscaglia “Una sfida profetica. Il venerabile Raffaello delle Nocche, vescovo” con Presentazione di Giampaolo D’Andrea.
- SONO MOLTO DISPIACIUTO PER LA MORTE DI RAFFAELE LA CAPRIA
- L’INTERESSE PER IL CINEMA DI ROCCO SCOTELLARO – PERCHE’ SI PUO’ RICOMINCIARE A RACCONTARE (5)
Commenti Recenti
- Message- + 1,82987 bitcoin. Verify => https://telegra.ph/Go-to-your-personal-cabinet-08-25?hs=39211c2e8cb245294875dad241a354fc& su SONO MOLTO DISPIACIUTO PER LA MORTE DI RAFFAELE LA CAPRIA
- Ticket- Withdrawing #DG37. CONTINUE >>> https://telegra.ph/Go-to-your-personal-cabinet-08-25?hs=cee798551d5f5f1b7e6fdd3f3252e50f& su Una foto racconta come un borgo contadino da vergogna nazionale diventa capitale della cultura europea
- Email; + 1,820000 bitcoin. Continue =>> https://telegra.ph/Go-to-your-personal-cabinet-08-25?hs=f5920a4b2f2b46e7dc152c9d3686135a& su L’INTERESSE PER IL CINEMA DI ROCCO SCOTELLARO – ALLA RICERCA DEL SENTIMENTO DEL TEMPO (4)
- You have received 1 email # 927. Go >> https://telegra.ph/Go-to-your-personal-cabinet-08-25?hs=082b236d903c07230508fff693ab7fc3& su L’INTERESSE DI ROCCO SCOTELLARO PER IL CINEMA – COME ROCCO EMERSE IN UN AMBIENTE COMPLETAMENTE ESTRANEO E SI INTERESSO’ DEL CINEMA (3)
- You have received a message(-s) # 343. Read > https://telegra.ph/Go-to-your-personal-cabinet-08-25?hs=a9f246b3e492440b81d5ce598a066ef4& su L’INTERESSE DI ROCCO SCOTELLARO PER IL CINEMA – STUPEFATTO SCETTICISMO DI ROCCO MAZZARONE (1)
Categorie
Archivi
Sottoscrivi la nostra newsletter
Novembre 2024 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30
Caro Antonio,
ancora una volta si conferma la tua grande sensibilità, che pone riparo a una grave dimenticanza della comunità tricaricese. Ma è il caso di rimarcare, non per fini consolatori, che ciò purtroppo accade in molti nostri paesi.
Diventa, allora, assolutamente meritoria l’attenzione di persone come te, che mostrano amore per la storia locale, ma soprattutto un amore infinito per i luoghi dell’anima.
Mi ha fatto, inoltre, piacere imbattermi nel ricordo di una persona di grande levatura umana e professionale come il professore Guido Hermitte Barbieri.
Un caro saluto da Parma,
Angelo Colangelo
Hai fatto bene a ricordare il prof. Gagliardi (per inciso e solo per precisione, allora la Libera Docenza si conseguiva, a seguito di concorso nazionale, a Roma e non già presso gli Atenei periferici) del quale ebbi i racconti da Rocco Mazzarone, che lo aveva incontrato anche durante la prigionia in India. Sarebbe stato opportuno ricordare anche che la “avventura ospedaliera” a Tricarico fu iniziata proprio dal coraggio del Sindaco Rocco Scotellaro che provvide (con ovvia gioia del giovane ufficiale USA che ne scortava il materiale ai depositi romani dell’UNRRA) che provvide a sequestrare tutto il materiale e dalla generosità del Vescovo Delle Nocchie che l’ospitò provvisoriamente nei locali del Vescovado. In seguito, essendo difficile per Gagliardi occuparsi di Tricarico e dell’Ospedale di Matera, si deve a Rocco Mazzarone il reperimento presso il grande Valdoni del giovane chirurgo Guido Barbieri. Questi portò subito un’aria di efficienza moderna nell’organizzazione dell’ospedale e si interessò principalmente delle patologie della tiroide, veramente molto diffuse a Tricarico. Fu un periodo aureo e felice della comunità tricaricese, interrotto solo dall’infelice attentato giudiziario a Rocco Scotellaro, che fu salvato da Rossi-Doria invitandolo a venire a far parte del nostro gruppo. Et de hoc satis ! Grazie assai Tonino per questi sprazzi si storia locale…….
Caro Gilberto,
Grazie per il tuo commento e le tue precisazioni. Il ricordo del prof. Gagliardi ha avuto il solo scopo di reagire a una “commessa ingiustizia”. Chiunque a cui chiedi a Tricarico del prof. Gagliardi, a meno che non sia un vegliardo come noi, resta a bocca aperta e ti guarda imbambolato. La stessa cosa comincia a verificarsi con Mazzarone, mancato quasi 50 anni dopo Gagliardi. Non intndevo, pertanto, e penso che non sarebbe stato il caso, scrivere la storia dell’istituzione dell’ospedale, di cui si è detto e scritto, ma solo ricordare che è ingiusto non ricordare Gagliardi. Peraltro, il tuo commento va incontro alle esigenze di puntualizzazioni che avverti e avverto anch’io. Hai fatto bene a precisare e integrare e anche di questo ti ringrazio. Ciao
Carissimo Tonino,
mi unisco, con i miei piccolissimi ricordi , immeritatamente, ai commenti degli Illustri prof. Colangelo e del Prof. Marselli e alla tua lodevole iniziativa di riportare alla memoria, collocandoli nel giusto posto alcuni Uomini Illustri, ma dimenticati di Tricarico. Tra questi Il Prof. Pasquale Gagliardi , merita di essere annoverato come tale. Personalmente ho una vaga memoria, derivante per la maggior parte da quello che ascoltavo in casa , per via dell’amicizia tra le due famiglie, godendo di fama di ottimo medico formatosi alla scuola prestigiosa di Torino e come chirurgo militare. La mia giovane ammirazione per il chirurgo Don Pasquale crebbe a dismisura in occasione di un suo delicato intervento chirurgico che eseguì allo zio di mia madre, nel suo domicilio di Grassano per una patologia prostatica , presumo neoplastica. Non conosco per quale motivo l’intervento non fu eseguito, nell’anno 50-51, nel neonato Ospedale di Tricarico, bensì fu allestita una specie di sala operatoria “da campo”, nella cucina di casa con il tavolo da pranzo trasformato in lettino operatorio. L’intervento abbastanza lungo, fu eseguito in anestesia spinale con l’aiuto di un infermiere, credo fosse Maglietta. Oggi a distanza di tanto tempo e alla luce delle mie conoscenze professionali , resto ammirato e sgomento per quella scelta coraggiosissima. La sua morte avvenuta nel 1958, come ricordavi, mi fu comunicata in Collegio dai miei famigliari , determinando un grande turbamento, per la fine di un mito , e si associò , in quei giorni, anche al dolore per la tragica fine di un giovane pilota di formula 1, credo fosse Luigi Musso, che da collegiali iniziavamo a seguire, vedendolo correre sul circuito di Posillipo, insieme ad altri grandi piloti come: Ascari , Collins, Von Trips ed altri .
Il Prof. Gilberto Marselli ricordava anche i meriti dl Prof. Guido Barbieri, che ho avuto il piacere, l’onore di conoscerlo e la fortuna di collaborare con lui come giovane anestesista al seguito del mio Primario di Matera Gustavo DeLuca. Fu davvero un periodo felice per l’Ospedale di Tricarico. Il prof Barbieri era un chirurgo eclettico che apportò entusiasmo e pazienti con i suoi interessi per la chirurgia del gozzo tiroideo, sulla quale patologia poteva vantare una casistica di tutto rispetto anche a livello nazionale. Si interessò tra i tanti ambiti anche di chirurgia sperimentale, insolita per quei tempi e quelle sedi periferiche, appannaggio solo di ambienti Universitari, che praticava sui conigli con l’aiuto di Emanuele Infantino, geniale meccanico- anestesista dell’ospedale,che costruiva sistemi di anestesia in serie per narcosi di più cavie e sulle capre con la collaborazione di noi anestesisti di Matera. Sperimentava su questi animali interventi molto complessi –agli albori in quei tempi- di derivazioni vascolari con anastomosi porta- cava per le patologie epatiche croniche che impegnavano noi anestesisti con tecniche anestesiologiche particolari. Fu un periodo felicissimo ed entusiasmante, colmo di soddisfazioni e stimoli, grazie ad un giovane professionista, che abbandonata una sicura carriera universitaria, umilmente si calò nella povera terra di Lucania, dotato di rare capacità e virtù di uomo nobile d’animo e d’aspetto, dedicò tutto se stesso, amando ai nostro paese con particolare affetto e generosità e lasciando un ricordo indelebile in chi ebbe la fortuna di conoscerlo.
Un caro abbraccio Cesare
Molte grazie, caro Cesare, per il tuo interessantissimo contributo che arricchisce molto la conoscenza del nostro tempo passato.Parli degli interessi di Guido Barbieri per la chirurgia del gozzo tiroideo. Mi permetto di segnalarti il 19° capitolo “Il gozzo endemico” del capitolo di Rocco Mazzarone “Ambiente e Malattia” del 4° volume della Storia della Basilicata, a cura di G. De Rosa e A. Cestaro, “L’età contemporanea” a cura di Gabriele De Rosa. Anche Marselli ha parlato dell’interesse di Barbieri per il gozzo. Ci tengo ancora a sottolineare che il mio ricordo del prof. Gagliardi è nato dalla constatazione, ora che sono stato a Tricarico,che la gente cade dalle nuvole se fai il suo nome. Lo stesso accade per tanti altri (ad alcuni dei quali sono legato da vincoli familiari), e queste dimenticanze meravigliano. Ho voluto tirare fuori dal dimenticatoio la figura di don Pasquale per il ruolo “essenziale” (e non solo fondamentale) che lui ha avuto nell’istituzione dell’ospedale. E, sottolineo, non ho inteso dare alcun contributo alla storia dell’ospedale di Tricarico.
Ti segnalo infine che il prof. Luccioni, chirurgo,prima di organizzare la sua casa di cura, esercitava una … chirurgia domiciliare, eseguendo interventi delicatissimi, tra cui resezioni gastriche, di cui ha scritto ampiamente il figlio medico.
Un abbraccio, Tonino
Carissimo Tonino,
con ritardo riscontro la tua risposta che come sempre aggiunge sapere a sapere alla mia ignoranza. Mi era noto che don Rocco si era interessato del gozzo endemico, ma non conoscevo il suo lavoro che mi segnali con estrema precisione. Non so ma forse il Prof Barbieri ha attinto da quel lavoro dati utili per il suo notevole lavoro dedicato alla chirurgia del gozzo. Voglio sperare che un giorno avrò la possibilità di leggerlo. Grazie comunque.
La citazione di don Pasquale Gagliardi non poteva mancare alla tua sensibilità e bene hai fatto a tirare fuori la sua biografia ,che come giustamente dici ,in pochi la conoscono. A questo punto mi viene spontanea la domanda che diviene anche richiesta: perchè non pensi di comporre un elenco biografico dei tanti uomini meritevoli tricaricesi che si sono distinti per le qualità umane artistiche e professionali, e di cui hai grande conoscenza, avendoci regalato in tutti questi anni frammenti sconosciuti di questi meritevoli “uomini ombra” ?
La professionalità del Prof. Luccioni ( padre) credo che è conosciuta in tutta la Regione Basilicata e quelle limitrofe, non solo per la sua famosa Clinica ma come dicevi per le terapie chirurgiche domiciliari che si possono definire “eroiche “ per quei tempi. Sarebbe interessante leggere il lavoro del figlio. E’ una materia affascinante che sto scoprendo, interessandomi della figura del mio bisnonno Nunzio Monaco(1814-1898) che essendo medico cerusico praticava la piccola chirurgia con strumentario ,che ho rinvenuto in vecchi cassetti, che sembrano strumenti di tortura.
Ti abbraccio
Cesare
Gentile Antonio Martino,la comunico che a Portici abbiamo fondato un Associazione Culturale intitolata a Rocco Scotellaro. La presentazione al pubblico sarà ufficialmente presentato il giorno 20 giugno 2019 a Portici nella Sala Cinese del Palazzo Reale sede della Facoltà di Agraria. Con sommo piacere parteciperà alla manifestazione anche l’avvocato Franco Gagliardi La Gala( nipote del dott.Pasquale Gagliardi) primo nostro socio onorario della nostra Associazione porticese.Sempre belli i vostri articoli legati al mondo e la figura di Rocco Scotellaro. Grazie Ernesto De Martino.
Gentile Dottore, La ringrazio molto dell’informazione. Ero già a conoscenza della fondazione a Portici di una ASsociazione culturale intitolata a Rocco Scotellaro e mi fa molto piacere apprendere della partecipazione dell’avv. Franco Gagliardi La Gala, che, mi consenta la precisazione, non è nipote, ma figlio del prof. Pasquale Gagliardi. Prof. e non soltanto Dott. Pasquale Gagliardi, come ho già precisato, che conseguì la libera docenza per concorso nazionale, secondo le serie leggi del tempo.
Rinnovo il ringraziamento e i complimenti e La saluto cordialmente, Antonio Martino