Mi è stato chiesto di spiegare il senso di queste parole scritte nella premessa all’articolo “Rinnovo  del ricordo di don Giuseppe Dossetti”: “piccolo cimitero di Casaglia, tra le Querce di Monte Sole, dove si consumò una delle più efferate tragedie della seconda guerra mondiale e della ferocia nazifascista, e dove Dossetti ha voluto essere sepolto”; a quale efferata tragedia e ferocia nazifascista esse alludono ?.

Segnalo un libro: Luciano Gherardi, Le querce di Monte Sole, 1986, edito dal Mulino, pagg. 386, che riporta sul retro l’omonima poesia, riprodotta nel monumento collocato a San Martino: 

Si piegano le querce
come salici
sul cuore delle rocce
a Monte Sole.

 

Hanno memoria le querce,
hanno memoria!

 

Memoria di sanguigne
uve
pigiate in torchi amari
memoria di stermini e di paure
rocce
memoria della scure
nel ventre delle madri.

 

Hanno memoria le querce,
hanno memoria!

 

Memoria di recinti profanati
memoria dell’agnello e del pastore
crocifissi
tra reliquie di santi
sull’altare.
Hanno memoria le querce,
hanno memoria!

 

Memoria dell’inverno desolato
memoria della bianca
ostia di neve
e del kyrie degli angeli
sul corpo del profeta
decollato.
Ardono le querce
Come il cero
Pasquale
sul candelabro della notte
a Monte Sole.

 

Cristo, Figlio del Dio vivo,
pietà di noi.
Vergine del giglio e dell’ulivo,
intercedi per noi.
Beati Martiri di Monte Sole,
pregate per noi.

 

Salvatore Quasimodo, premio Nobel per la Letteratura nel 1959, scrisse per Marzabotto l’epigrafe alla base del faro monumentale che sorge sulla collina di Miana, sovrastante Marzabotto – Epigrafe per i caduti di Marzabotto –. Il faro venne inaugurato nel 1954 e fu il primo segno memoriale posto sul territorio a ricordo della Resistenza e degli eccidi nazifascisti. Evidentemente non ho compiuto una scelta tra le due poesie.

La poesia di Quasimodo fa riferimento a 1830 caduti, dato considerato per lungo tempo come rappresentativo degli uccisi nella sola strage nazista, nota come “strage di Marzabotto”, del 29 settembre – 5 ottobre 1944. L’altopiano sta invece ad indicare il crinale fra Setta e Reno, ovvero la porzione del territorio dei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, con al centro Monte Sole, più colpita dalla violenza omicida. Puntuali ricerche edite nel 1994 dal Comitato Regionale per le Onoranze ai Caduti di Marzabotto e fondate soprattutto sui dati delle anagrafi dei Comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno hanno dimostrato come il dato relativo ai caduti riferito in questo e in altri testi vada diversamente considerato e messo in relazione a un più ampio territorio. Infatti gli eccidi compiuti da nazisti e fascisti colpirono i tre comuni durante l’estate-autunno 1944 e causarono complessivamente la morte di 955 persone. In particolare la strage nazista del 29 settembre –  5 ottobre 1944 fu causa di 770 morti. Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi ebbero poi anche 721 morti per cause varie di guerra. Da qui il dato complessivo accertato dal Comitato Onoranze: 1676 decessi per mano di nazisti e fascisti e per cause di guerra.

Nel cimitero di Casaglia furono massacrate una ottantina di persone, in gran parte donne e bambini, pochissimi furono i superstiti che poi racconteranno la loro tragica vicenda. Ancora oggi sulle croci di ferro e sui muri sono evidenti i fori dei proiettili. Il cimitero, dopo la guerra. non venne più utilizzato, in quanto la comunità che lì viveva era stata completamente annientata. In tempi recenti però solo due persone, molto importanti per la storia di questi luoghi, hanno avuto il privilegio di essere sepolte: don Giuseppe Dossetti e mons. Luciano Gherardi, autore del libro citato, che era stato compagno di studi di Don Ubaldo Marchioni e  Don Giovanni Fornasini che saranno poi martirizzati a Monte Sole.

Casaglia

 

 

 

 

 

 

 

 

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