La prof. Carmela Biscaglia il 6 luglio 2012 pronunciò a Matera la prolusione per la cerimonia di intitolazione al prof. Rocco Mazzarone del Centro diurno per disabili gravi del Comune di Matera con inaugurazione del busto, realizzato dall’artista materano Raffaele Pentasuglia.

       Per rinnovare il ricordo di Rocco Mazzarone e onorarne la memoria in questo giorno del dodicesimo anniversario della sua morte, ritengo che l’omaggio più opportuno sia la pubblicazione della suddetta prolusione, che descrive mirabilmente concrete conoscenze della sua vita, che il lento scorrere del tempo – fattosi già lungo – tende a coprire nell’ombra.

Alla cerimonia fu presente l’allora sottosegretario alla pubblica istruzione Marco Rossi-Doria, maestro di strada, figlio del grande economista, direttore dell’istituto di economia agraria di Portici, che è stato uno dei più grandi amici di Mazzarone e fratello-padre di Rocco Scotellaro. Egli improntò il suo intervento alla difesa e al rispetto della Costituzione. Aveva un senso, un senso profondo quell’intervento e voglio attribuirgli concretezza in questo ricordo del dodicesimo anniversario della morte di Rocco Mazzarone. La Costituzione non è semplicemente un testo di legge scritto su un pezzo di carta, che si può strappare o lasciar cadere, come purtroppo da troppo tempo sta accadendo e si tollera che accada. La Costituzione marca l’identità di un popolo nelle generazioni che si susseguono e che vite esemplari vivificano. La fedeltà alla Costituzione ogni uomo e ogni donna l’esprime con una civica coerenza esemplare di vita. Accade sempre più raramente. Ma tale fu la vita di Rocco Mazzarone e lo testimonio come lascito delle nostre lunghe e lente conversazioni telefoniche, che cessarono un giorno del Natale del 2005. Chiamai ed egli non poteva  rispondere.

La prof. Biscaglia ha anche prontamente aderito all’invito di fare il punto su quanto è stato fatto in questi anni per salvaguardare la memoria di Rocco Mazzarone e il suo patrimonio documentario. A 12 anni dalla scomparsa: archivio, biblioteca e opere d’arte di Rocco Mazzarone donate all’Archivio di Stato di Matera e al Museo nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata.

        1

Cerimonia di intitolazione al dott. Rocco Mazzarone
del Centro diurno per disabili gravi del Comune di Matera
con inaugurazione busto, realizzato dall’artista materano Raffaele Pentasuglia
Matera, 6 luglio 2012, ore 10,30
Prolusione
di Carmela Biscaglia
1.

È mio gradito compito porgere a nome personale e delle sorelle del dott. Rocco Mazzarone, la prof.ssa Teresa e Filomena, i saluti più cordiali a tutti i presenti: al sindaco di Matera sen. Salvatore Adduce, a Brunella Massenzio (presidente Consiglio comunale), a S. E. l’arcivescovo di Matera Mons. Salvatore Ligorio, ad Antonio Giordano (assessore alle Politiche sociali), a Nunzia Antezza (presidente commissione Politiche sociali), a Rocco Rivelli assessore alla Programmazione economica, al consigliere comunale Saverio Acito, ad Attilio Martorano assessore alla Salute della Regione Basilicata, all’on. Marco Rossi-Doria, sottosegretario al Ministero della Pubblica Istruzione, nonché figlio di uno dei più cari e stimati amici del dott. Mazzarone, il grande economista e meridionalista Manlio Rossi-Doria.

Porgo, quindi, i più sentiti ringraziamenti al Comune di Matera, in particolare al sindaco Adduce e alla Giunta Comunale che, su proposta dell’assessore Giordano, ha deliberato l’intitolazione al dott. Rocco Mazzarone del Centro diurno per disabili gravi con l’apposizione di un suo busto, opera dall’artista materano Raffaele Pentasuglia, che parimenti ringrazio a nome della nostra famiglia. Un grazie di cuore all’assessore Rivelli, sempre attento nel sollecitare il ricordo di quelle figure illustri, che tanto si sono spese per il progresso della Basilicata.

Siamo di fronte alla seconda importante attenzione della città di Matera nei riguardi del dott. Mazzarone, dopo il conferimento della cittadinanza onoraria, che gli fu particolarmente gradita.

Questa dedica si affianca a quella dell’Ospedale distrettuale di Tricarico da parte della ASL di Matera e del Comune di Tricarico, che nell’aprile 2009 hanno onorato la figura di Rocco Mazzarone, medico, tisiologo, igienista, epidemiologo (1912-2005).

Tutte iniziative molto importanti, che focalizzano l’essenza prima di Rocco Mazzarone: il suo essere medico, il suo impegno nella sanità.

Anche gli istituti storici regionali hanno già indirizzato i loro studi su questa figura di “medico-scienziato” e di “medico-umanista” e intellettuale ecclettico, mettendo in luce l’apporto significativo da lui fornito alla medicina e alla storia della medicina in Italia e alla più particolare storia regionale. L’Associazione per la storia sociale del Mezzogiorno e dell’area mediterranea ha dedicato a lui e al fratello Angelo un convegno di studio sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, sul tema “Società, politica e religione in Basilicata nel secondo dopoguerra. Il contributo dei fratelli Rocco e Mons. Angelo Mazzarone”, tenuto a Matera e Tricarico nel 2009, col patrocinio della Regione Basilicata, della Provincia di Matera, della Fondazione Zetema di Matera e della Deputazione di Storia Patria per la Lucania. Il volume degli Atti è pronto per la stampa.

Il legame del dott. Mazzarone con la città di Matera è stato sempre fortissimo, per cui è proprio in questa direzione che si motiva la decisione delle sorelle Mazzarone – e per la parte relativa al dott. Rocco anche della nipote Rosangela Rimassa – di donare all’Archivio di Stato di Matera gli archivi privati e le biblioteche di entrambi i fratelli. Resteranno patrimonio di questa città e di questa regione per la quale entrambi hanno dedicato l’esistenza, ne preserveranno la memoria e saranno a disposizione di quanti vorranno studiare la loro esperienza di vita, di studio e di impegno espresso nel contesto lucano, nazionale e internazionale.

2.

Nato a Tricarico nel 1912 e laureatosi in Medicina e Chirurgia a Napoli (1936), dopo un internato nella Clinica Medica di Luigi D’Amato, discepolo dell’insigne clinico Antonio Cardarelli, Mazzarone proseguì la sua formazione in ambienti settentrionali, specializzandosi in Tisiologia e Malattie polmonari all’Università di Milano. A Novara fu assistente presso il Centro Provinciale per lo studio e la lotta contro i tumori maligni e frequentò la Pediatria ospedaliera di uno scienziato d’avanguardia, Pietro Fornara. Da questi illustri clinici, oltre che da Vincenzo Diamare, precursore delle moderne ricerche sull’insulina, Mazzarone apprese quel rigore scientifico che avrebbe poi applicato in ogni analisi degli uomini e delle circostanze.

La singolarità della sua esperienza si sarebbe connotata, infatti, per la capacità di trasformare la competenza scientifica in chiave interpretativa del mondo, al servizio della conoscenza e del cambiamento del Sud, fornendo, attraverso una costante progettualità e l’impostazione da capofila della medicina sociale nel Mezzogiorno, un contributo originale alla questione meridionale, storicamente indagata attraverso i testi classici di Giustino Fortunato, Gaetano Salvemini, Francesco Saverio Nitti ed il sodalizio fraterno con Manlio Rossi-Doria e Carlo Levi.

Libero docente in Igiene, insegnò Statistica medica e Biometria nella Facoltà di Medicina dell’Università di Bari (1969-1982), dopo avervi tenuto già nel ‘58 dei corsi di perfezionamento sulla tubercolosi. Fu pure docente di Demografia e Statistica medica nelle Scuole di specializzazione in Medicina del Lavoro.

La sua attività scientifica è compendiata in una sessantina di pubblicazioni attinenti la demografia, l’epidemiologia generale e l’organizzazione sanitaria, l’epidemiologia della tubercolosi e della istoplasmosi, la microbiologia applicata all’igiene, l’igiene delle acque e l’anatomia patologica. Si segnalano gli studi sulla mortalità infantile (specie quelli sulla popolazione scolastica di Matera tra il 1939 ed il 1960), indicatore sensibile del livello di vita di una popolazione, che segnò punte elevatissime nella Basilicata del secondo dopoguerra. Importanti pure le indagini degli anni Settanta sull’inquinamento del Basento in conseguenza dei processi di industrializzazione.

Di fondamentale valenza le ricerche sulla tubercolosi: da quelle sperimentali condotte negli anni Quaranta presso l’Istituto di Anatomia patologica della R. Università di Milano, diretto da Alberto Pepere, a quelle sviluppate negli anni Sessanta presso gli Istituti di Igiene delle Università di Pisa e di Bari, diretti l’uno da Daniele Parvis, l’altro da Enea Grosso. Al suo impegno di studioso della tubercolosi, malattia conseguente anche alla miseria e alle condizioni abitative di popolazioni come quelle dei Sassi e di quanti vivevano nelle campagne, affiancò l’azione svolta nel Dispensario Antitubercolare di Matera, che diresse per 25 anni fin dalla fondazione (1947). Per l’impegno scientifico e il ruolo determinante svolto in questo campo, la Federazione Italiana contro la Tubercolosi e le Malattie Polmonari Sociali nell’‛82 conferì al grande tisiologo lucano il Diploma di Medaglia d’oro “Carlo Forlanini” al merito scientifico.

Dobbiamo a lui anche una serie di scritti sulla storia della medicina in Basilicata, tra cui quello fondamentale su Ambiente e malattia, pubblicato nel 2001 nel 4° volume della Storia della Basilicata, curato da Gabriele De Rosa per la Laterza. Si ricorda anche lo scritto su Le origini dell’Ospedale Civile di Tricarico e il denso saggio su La malaria in Basilicata.

Come egli stesso ha più volte testimoniato, era stata la lettura del Cristo si è fermato a Eboli di Levi e di Fontamara di Silone, – e, aggiungiamo noi, quell’insieme di passione civile, di amore dei luoghi e di ricerca scientifica sempre inserita in contesti internazionali, che lo caratterizzò – ad indurlo a concentrarsi nella lotta contro le malattie endemiche in Basilicata e a fornire il suo apporto per migliorare le condizioni igienico-sanitarie della regione, svolgendo, tra l’altro, con Scotellaro parte attivissima nella fondazione dell’Ospedale di Tricarico e seguendo fino ai suoi ultimi giorni di vita le vicende della sanità lucana. Ricordiamo il lavoro svolto in qualità di presidente del Comitato di Soprintendenza del “Progetto pilota” o “Progetto speciale sulla organizzazione regionale dei servizi sanitari”, che nel ‘76 era stato affidato dal Ministero del Bilancio alla Regione Basilicata.

Tante le definizioni attribuite a Rocco Mazzarone, vissuto all’insegna di una mirabile poliedricità intellettuale e di un disinteressato impegno civile, che ne hanno fatto un personaggio unico nella recente storia lucana. Per decenni fu punto di riferimento di studiosi, viaggiatori, fotografi venuti a scoprire la regione e che tanto furono determinanti per diffonderne la conoscenza nel mondo. Pensiamo, ad esempio, al suo rapporto con i geografi francesi Bernard Kayser e Robert Bergeron e a quello col fotografo Henri Cartier-Bresson. Definito uno dei grandi meridionalisti dell’ultima generazione, è stato, nel contempo, cittadino del mondo per le sue vedute sempre globali. Contrassegnato dalla cultura del dubbio e della riflessione permanente rispetto a qualsiasi dogmatismo, è vissuto all’insegna del rigore morale nelle battaglie culturali e civili.

Dotato di «grande umanità e profonda conoscenza della regione», mostrava sempre una serena e pacata curiosità, una sincera disposizione all’ascolto. Al centro dell’attenzione per lui c’era l’uomo in quanto tale, con i travagli della mente e le sofferenze fisiche da alleviare, sia che si trattasse degli abitanti dei Sassi di Matera, che delle popolazioni del lontano Balucistan iraniano, dove tra il ’48 e ’49 aveva operato all’interno della Commissione per il Piano di sviluppo della Regione Sud-Orientale dell’Iran o di quell’Africa che gli era rimasta nel cuore, dopo gli anni della guerra combattuta in Libia e il tempo trascorso in Somalia, insegnando Epidemiologia nella Scuola di Specializzazione in Medicina di Comunità nella Facoltà di Medicina dell’Università di Mogadiscio (1984).

I primi anni Cinquanta, carichi di speranze e di intensi sentimenti, lo avevano coinvolto negli studi preliminari per il primo Piano regionale di sviluppo della Basilicata (1950), coordinato per la Svimez da Manlio Rossi-Doria, e furono pure gli stessi che trasformarono la Lucania in un territorio sperimentale di studi sul campo e di progetti di riscatto urbanistico e sociale, incentrati su Matera con diramazioni importanti a Tricarico e Grassano.

Essi videro Mazzarone in prima fila con Rocco Scotellaro, Leonardo Sacco, Carlo Levi, Manlio Rossi-Doria e molti altri studiosi italiani e stranieri, che giungevano in regione per condurre indagini sociologiche e antropologico-culturali sul mondo contadino, secondo le metodologie proprie degli “studi di comunità”, largamente applicate negli Stati Uniti; ma seguì anche la contemporanea esplosione di studi demoetnoantropologici, condotti secondo i nuovi orientamenti italiani dal materano Giovanni Battista Bronzini e da Ernesto De Martino. Mazzarone fu punto di riferimento di questi studiosi, i quali giungevano in Lucania tramite la mediazione di Levi, nel cui studio romano, proprio in quegli anni, artisti ed intellettuali italiani dibattevano il tema dell’apporto veniente dagli incorrotti valori primordiali alle trasformazioni della società.

Il quel contesto egli partecipò alle grandi inchieste a carattere comunitario condotte per la prima volta in Basilicata, tra il 1951 e il 1954, nelle quali curò i settori della sanità, dell’igiene e della demografia con metodologie d’avanguardia e felici intuizioni.

Fondamentali i risultati da lui conseguiti sia all’interno dell’Inchiesta parlamentare sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla, che ricadde su Grassano. Sia nell’altra indagine, condotta dalla Commissione per lo studio della città e dell’agro di Matera da studiosi del calibro di Friedrich Friedmann, Giuseppe Isnardi, Eleonora Bracco, Tullio Tentori, Lidia De Rita, Gilberto Marselli, Ludovico Quaroni, finalizzata anche alla stesura del piano regolatore di Matera e della progettazione dei nuovi insediamenti – tra cui il borgo rurale La Martella – per le famiglie che, in seguito alle leggi per il risanamento dei Sassi, avrebbero dovuto lasciare quelle abitazioni in grotta. Il contributo fornito da Mazzarone, entusiasta dell’impostazione interdisciplinare del lavoro in équipe che, indagava in modo integrale una comunità meridionale, riguardò il rapporto tra l’habitat di Matera e le condizioni igieniche dei due grandi rioni in cui si articolava la città, il Piano e i Sassi, le variegate tipologie assunte dall’abitare rupestre, il loro indice di affollamento, il rifornimento idrico, la raccolta e rimozione dei rifiuti, la convivenza uomo-animali, per soffermarsi poi sulle loro caratteristiche demografiche, le condizioni professionali, il grado di istruzione. All’interno di questa sua ricerca, Mazzarone disegnò quella nota pianta di “vicinato”, che sarebbe divenuta l’emblema del vivere nei Sassi.

Si tratta di uno studio – quest’ultimo – molto citato, ma poco conosciuto nella sostanza, che verrà ristampato in appendice agli Atti del convegno di cui ho detto poco fa. Mi auguro che si possano ristampare anche gli altri scritti di Mazzarone sulla medicina in Basilicata.

Molto altro può essere detto di Rocco Mazzarone, che ha partecipato – tra l’altro – alla fondazione dei maggiori istituti culturali della Basilicata, dalla Deputazione di storia patria per la Lucania, all’Associazione culturale “La Scaletta”, al Centro “Carlo Levi” di Matera, di cui fu anche primo presidente. Ma il tempo stringe e non posso dilungarmi.

Concludo, rinnovando i ringraziamenti al Comune di Matera per questa importante intitolazione, che coglie pienamente sia l’amore di Rocco Mazzarone verso quanti vivono nella sofferenza, sia l’apprezzamento che lo stesso Mazzarone ebbe sempre verso le opere concrete volte ad alleviarla.

2

Quanto è stato fatto in questi 12 anni dalla scomparsa di Rocco Mazzarone per salvaguardare la memoria e il suo patrimonio documentario.

 

        Sono trascorsi 12 anni dalla morte del dott. prof. Rocco Mazzarone, avvenuta nella notte del 28 dicembre 2005. Medico, tisiologo, igienista, epidemiologo, docente universitario, attento testimone del suo tempo, modello di intellettuale meridionalista, è stata una delle figure illustri della Basilicata del XX secolo, oggetto di importanti attenzioni storiografiche, che hanno collocato la sua vicenda umana e scientifica nel più ampio contesto nazionale e internazionale. In questi anni molto si è fatto per salvaguardarne la memoria e la vasta documentazione afferente il suo archivio, la raccolta dei suoi libri e le opere d’arte donategli dagli stessi autori, che oggi costituiscono nel loro insieme un patrimonio dello Stato, custodito nelle più prestigiose istituzioni regionali.

        Innanzitutto, la comunità scientifica, che aveva promosso un convegno su entrambi i fratelli Mazzarone, ha onorato l’impegno pubblicandone gli atti nel volume Società, politica e religione in Basilicata nel secondo dopoguerra. Il contributo dei fratelli Rocco e Mons. Angelo Mazzarone di Tricarico, Atti del Convegno di studio, Matera-Tricarico, 25-26 settembre 2009, a cura di Antonio Cestaro e Carmela Biscaglia, Galatina (Le), Congedo, 2013. Il corposo volume di 567 pagine e 25 saggi di storici, archeologi, antropologi, geografi nazionali e internazionali, è stato pubblicato dall’Associazione per la Storia sociale del Mezzogiorno e dell’Area mediterranea con sede a Potenza e dal Centro di documentazione “Rocco Scotellaro e la Basilicata del secondo dopoguerra” di Tricarico, avvalendosi del contributo finanziario del Comune di Matera, del Comune di Tricarico e della Fondazione Zetema di Matera.

        Considerata l’importanza del patrimonio archivistico e librario di Rocco Mazzarone, e volendolo salvaguardare e renderlo disponibile agli studiosi, le sorelle Teresa e Filomena insieme a Rosangela Rimassa, nipote del dottore da parte della moglie Tina, nel febbraio 2016 lo hanno donato all’Archivio di Stato di Matera. Questo è stato possibile dopo l’emanazione il 24 febbraio 2015 del decreto di particolare interesse da parte della Soprintendenza Archivistica della Basilicata, su richiesta di Carmela Biscaglia ispettore archivistico onorario, e del successivo decreto di Mario Guarany, direttore generale della Direzione generale degli Archivi – Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, con cui ha autorizzato il direttore dell’Archivio di Stato di Matera ad accettare la donazione. Ciò significa che questi documenti e questi libri costituiscono oggi beni culturali tutelati dallo Stato per l’interesse che rivestono nella storia italiana del Novecento.

        La ricchissima e specialistica biblioteca del dott. Mazzarone, di cui è stato predisposto un catalogo, è suddivisa nel Fondo librario e nel Fondo periodici, da cui si evince una consistenza di 3.265 volumi ordinati in 25 categorie, e di 1.462 periodici afferenti a 283 titoli, per un totale di 4.727 unità bibliografiche, che rimandano agli ambiti di studio e di lavoro del dott. Mazzarone e ai suoi interessi storico-letterari. Il corposo e complesso archivio si articola, a sua volta, in VI Sezioni per un totale di 1.845 fascicoli, conservati a loro volta in 103 faldoni, 8 scatole e 5 raccoglitori cilindrici. Il suo inventario, curato da Carmela Biscaglia e dall’archivista Michela Ginnetti, è prossimo alla pubblicazione da parte della Deputazione di Storia Patria per la Lucania. Questo archivio privato comprende una vasta documentazione afferente la vita, il lavoro e la produzione scientifica di Mazzarone, da cui emergono, tra l’altro, le più ampie vicende della storia regionale con particolare riferimento alla sanità lucana nel contesto nazionale e internazionale.

        È seguita nel maggio dello stesso 2016 la donazione al Museo nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata, da parte di Filomena Mazzarone e Rosangela Rimassa, di 65 opere d’arte appartenute a Rocco Mazzarone. Ciò è stato possibile a seguito del decreto n. 137/2016 di Ugo Soragni, direttore generale della Direzione generale Musei – Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, con cui la donazione è stata accettata ed è diventata patrimonio dello Stato italiano. Le opere donate comprendono importanti dipinti di Carlo Levi, di Luigi Guerricchio, di Mauro Masi e la scultura in gesso “Ritratto di Anna Peck”, la figlia dell’antropologo americano George Terhune Peck, opera firmata da Giuseppe Antonello Leone e datata 1952. Comprendono anche diverse sculture in terracotta realizzate dallo stesso Mazzarone e alcuni suoi ritratti, due dei quali eseguiti nel 1975 da Stefano Levi e Guido Sacerdoti, nipoti di Carlo Levi, come pure la scultura in terracotta del busto di Mazzarone, realizzata nel 2003 dall’artista Vincenzo De Filippis di Grottaglie, da cui è stato tratto il bronzo, che le sorelle Mazzarone hanno donato all’Ospedale distrettuale di Tricarico, al cui interno è oggi collocato.

                                                                                                                      Carmela Biscaglia

 

7 Responses to Ricordo di Rocco Mazzarone nel dodicesimo anniversario della sua scomparsa

  1. Gilberto Marselli ha detto:

    Era doveroso ricordare Rocco verso il quale tutti(a cominciare dai lucani, dai materani e dai tricaricesi per arrivare a tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo ) non possiamo che sentirci profondamente debitori per le sue lezioni di umanità, la sua sensibilità, la sua volontà di contribuire realmente al miglioramento delle varie realtà. Avere avuta la fortuna di incontrarlo e di poter stabilire, con lui, quei rapporti che solo lui era capace di instaurare è da considerarsi una condizione estremamente privilegiata.
    Sono solo rammaricato che le mie condizioni di salute non mi abbiano di onorarlo con voi tutti. Grazie Antonio di questo dono prezioso.

    • Antonio Martino ha detto:

      Provo un gran piacere a leggerti, caro Gil, perché il tuo silenzio mi rendeva inquieto per la tua salute. Sbagli a sentirti rammaricato che le tue condizioni di salute non ti abbiano consentito di onorare Rocco Mazzarone “con tutti noi”. Sbagli perché l’ho ricordato io a Ferrara, solo come te; e a Tricarico l’ha ricordato Carmelina Biscaglia (donna Carmela, come la chiami tu), e il suo ricordo è sparito nel “nostro” e nel suo paese.L’articolo di Rabatana che lo ricordo è quello che ha avuto il minor numero di visitatori degli scritti postati sul blog. Voglio pensare alle distraenti Festività e illudermi che da domani si registreranno altri visitatori. Un forte abbraccio.

  2. Angelo Colangelo ha detto:

    Caro Antonio,
    solo oggi ho avuto modo di prendere atto della tua nobile iniziativa di commemorare sul “nostro” sito della “Rabatana” la straordinaria figura di Rocco Mazzarone, in occasione del XII anniversario della sua scomparsa.
    Ho potuto godere, perciò, della documentata e commossa prolusione che la prof. Carmela Biscaglia pronunciò a Matera nell’estate di cinque anni fa per la cerimonia d’intitolazione al tuo illustre amico e concittadino del Centro diurno per disabili gravi del Comune di Matera.
    Mi ha fatto piacere, inoltre, venire a conoscenza delle molte e meritorie iniziative realizzate, grazie anche alla sensibilità della famiglia Mazzarone, per ricordare in maniera non retorica un Uomo e un Intellettuale, di cui la nostra Lucania-Basilicata non può che essere legittimamente orgogliosa.
    Io auspico che in futuro anche la Scuola, a livello regionale, possa diventare parte attiva per diffondere tra le nuove generazioni la conoscenza della figura di Rocco Mazzarone, una delle personalità più autorevoli del panorama culturale italiano del Novecento.
    Da parte mia, desidero solo ricordare di aver avuto il privilegio della sua affettuosa attenzione, dal momento in cui nel 1994 volle presentare nel Palazzo Ducale di Tricarico il mio saggio “Gente di Gagliano”, non ostanti i suoi seri problemi di salute, fino al nostro ultimo e lungo colloquio telefonico, avvenuto pochi giorni prima dells sua scomparsa.
    Ti ringrazio, Antonio, per l’ospitalità e ti saluto molto cordialmente,
    Angelo Colangelo

  3. Antonio Martino ha detto:

    Caro Angelo,
    Era atteso il tuo intervento ed è molto utile per rinverdire il ricordo di Rocco Mazzarone, che si va scolorando nel suo e mio paese. Grazie!

  4. luigi ha detto:

    Grazie Antonio per aver ricordato la figura di Rocco Mazzarone, un Uomo e un Intellettuale,tutti noi dovremmo
    esserne orgogliosi. Luigi Lavista

  5. cesare monaco ha detto:

    Carissimo Tonino,
    Ho letto con ritardo la tua lodevole iniziativa di ricordare la figura del Prof. Rocco Mazzarone, riportata nella preziosa Rabatana, in occasione del XII anniversario della morte, con la splendida prolusione che la Prof. Carmela Biscaglia pronunciò a Matera il 6 luglio 2012, per la cerimonia di intitolazione al suo nome del Centro diurno per disabili gravi del Comune di Matera e con l’inaugurazione di un suo busto, realizzato da Pentasuglia.
    Colgo l’occasione per testimoniare la mia profonda gratitudine al fondamentale contributo che don Rocco mi offrì nel lontano 1971, quando con affetto paterno, mi guidò alla laurea facendo da correlatore-essendo all’epoca docente di Statistica medica e Biometria dell’Istituto di Igiene della Facoltà di Medicina dell’Università di Bari, diretta dal Prof. Enea Grosso – della mia tesi di Laurea in Igiene, su un argomento oggetto di suoi studi realizzati con altri AA tra il 1967- 1969 riguardante i problemi igienici delle acque superficiali di corso in Italia con particolare riferimento all’inquinamento del fiume Basento.

    Con grande generosità ed attenzione volle anche omaggiarmi, come se non fosse stato sufficiente la sua preziosa opera fin lì svolta, di un’antica stampa di Matera con la sua dedica, che custodisco gelosamente, scusandosi tra l’altro, di non aver potuto trovare una stampa antica di Tricarico, come era suo desiderio !!!!.
    Dopo la laurea, con saggio consiglio, mi indirizzò verso l’Anestesia che aveva intravisto con lungimiranza come la specialità emergente dell’epoca, presentandomi al suo amico Primario Anestesista dell’Ospedale di Matera, che mi accolse nel suo Servizio.
    Di don Rocco serbo il ricordo indelebile della sua mitezza e gentilezza dei modi, il confabulare arguto, i dolci e sereni sorrisi, intervallati da rapidi mutamenti della sua espressiva mimica facciale e la voce dolce sussurrata, talora difficile da percepire, che ne facevano di Lui un uomo amabile di eccezionali virtù.
    Ringraziandoti per l’ospitalità, ti saluto con affetto
    Cesare

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