Otto sezioni della speciale edizione «Lucania within us. Carlo Levi e Rocco Scotellaro» della rivista «Forum Italicum» – distinte sia dalla sezione «Scotellaro tra i Nobel: La fortuna precoce delle traduzioni americane» -, sia tra loro, riproducono nella lingua della traduzione, rispettivamente, sei poesie di Rocco Scotellaro in inglese, sei in francese, cinque in spagnolo, tre in portoghese, quattro in tedesco, quattro in russo, tre in arabo, tre in giapponese e due in finlandese. Nell’ottava sezione, pp. 862-864, è riprodotta la traduzione in inglese del prologo e dell’epilogo del racconto lungo di Rocco Scotellaro «Uno si distrae al bivio».

Le sei poesie tradotte in inglese da Luigi Bonaffini sono:
«Forgetful America» (America scordarola) – «There Was Once America» (C’era l’America) – «My beautiful Homeland» (La mia bella Patria) – «Economy lesson» (Lezioni di economia) – «Psalm to the house and the emigrants» (Salmo alla casa e agli emigranti) – «Daylight has broken» (E’ fatto giorno ).

Le sei poesie tradotte in francese da Giovanni Dotoli sono:
«Un fuchsia» (Una fucsia) – «Mom père» (Mio Padre) – «Et nous que faisons nous?» (/Noi che facciamo?) – «L’aube est toujour nouvelle» (Sempre nuova è l’alba) – «Toi seulle tu es vraaie» (Tu sola sei vera) «Moribond village» (Moribondo paese).

Le cinque poesie tradotte in spagnolo da Alejandro Duque Amusco sono:
«Las violetas son de los niños descalzos» (Le viole sono dei fanciulli scalzi) – «Lucania» (Lucania) – «Charconegro el 18 de april» (Pozzanghera nera il 18 aprile) – «La tarantela» (Tarantella) – «Padre mio» (padre mio).

Le tre poesie tradotte in portoghese da Giorgio Sica sono:
«Os lucanos cantam monotonos» (I lucani cantano monotoni) – «Carta a dom Leonardo Sinisgalli» (Lettera a don Leonardo Sinisgalli) – «Montescaglioso» (Montescaglioso)

Le quattro poesie tradotte in tedesco da Lucia Perrone Capano sono:
«Der garten der armen» – (Il giardino dei poveri) – «Du lasst uns nicht schlafen, kuckuck, verzweifelter» (Tu non ci fai dormire cuculo disperato) – «Ein haus hinter den zypressen des gefängnis» (Una casa dietro i cipressi del carcere) – «Hous» (Casa).

Le quattro poesie tradotte in russo da Evgenij Solonovich sono (qui citate col solo titolo in italiano):
«I santi contadini di Matera», «Tra quattro pareti», «Passaggio alla città» e «Paese mio».

Le tre poesie tradotte in arabo da Karim Zarrouk sono (solo titolo in italiano):
«Hai ragione indovina», «Il fazzoletto» e «Vico Tapera».

Le tre poesie tradotte in giapponese da Naomi Hayashi sono (solo titolo in italiano):
«E’ calda così la malva», «Morra» e «Cosa t’importa del gelso potato)».

Le due poesie tradotte in finlandese da Jenni Kinnunen sono:
«Lucania» e «Taysikuu)» (La luna piena)

Per sentire la diversa musicalità, riporto la poesia «Lucania» nelle due lingue. Diversa la musica, ma sentite – come mi ha fatto notare il mio amico Mimmo Langerano – che, leggendo il termine finlandese, kilin par di sentire il suono di un campanellino, e sentite la traduzione del terzo verso (d’una inquieta capretta) con l’espressione «kaulakellon ääni», dove si vede un agnellino (il nostro àjene) caracollare. Ho letto moltissimo tempo fa, da non essere più capace di risalire alla fonte, che i linguaggi contadini di comunità, che nella storia non hanno mai avuto contatti tra loro, presentano singolari analogie.

LUCANIA

M’accompagna lo zirlio dei grilli
e il suono del campano al collo
d’una inquieta capretta.
Il vento mi fascia di sottilissimi nastri d’argento
e là, nell’ombra delle nubi sperduto,
giace in frantumi un paesetto lucano

in finlandese

Sirkkojen siritys saattas minua
Ja huolestuneen kilin
Kaulakellon ääni.

Tuuli sitoo minut
Pehmeimpiin hopeanauhoihinsa
Ja siella, kadotettujenj pilvien varjossa,
makaanneena lucanolainen kylänen.

Probabilmente – come mi pare di poter dedurre dopo aver letto i curricula dei traduttori, col loro rapporto con le Università di Bari e di Salerno – , queste traduzioni sono dovute a un progetto ad iniziativa dei Guest Editor dell’edizione professori Giulia dell’Aquila, Sebastiano Martelli e Franco Vitelli delle Università di Bari e di Salerno.
Per curiosità mi permetto di riportare le traduzioni delle poesie «Hai regione indovina» e «Il fazzoletto» in russo, «E’ calda così la malva» e «Morra» in giapponese, e «I santi contadini di Matera». Le poesie sono riportate con la fotografie delle rispettive pagine della rivista. Si consiglia di fare clic sulle pagine per avere una migliore visione.

Arabo

arabo

Russo

russo

Giapponese

giapponese

 

2 Responses to Poesie di Rocco Scotellaro tradotte nelle lingue di tutto il mondo

  1. Gilberto Marselli ha detto:

    Era proprio necessaria una tale rassegna, a riprova del significato delle poesie di Rocco. Bravo e grazie, Antonio

  2. D. Jankovich ha detto:

    Per me da molti anni amante delle straordinarie poesie di Rocco Scotellaro, leggere alcune in altre lingue, da me ben conosciute a ragione della mia origine e trascorsi di vita, è stato un grande piacere constatare come alcune di esse, in particolare nella traduzione in russo di Yevgeni Solonovič hanno conservato l’originalità e persino – non facile data là diversità della lingua slava – musicalità. Altrettanto ho notato nella traduzione in spagnolo. Vorrei esprimere anche la mia profonda stima per il lavoro fatto e offerto di Antonio Martino, rendendoci così le poesie e la eccezionale personalita di Rocco Scotellaro ancora più vicina e a portata di tanto desiderata conoscenza. Non mi pare facile tradurre le poesie di Rocco Scotellaro, così intime e spesso piene del desiderio di trasmettere a noi quello che la sua particolare sensibilità intuiva.

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