Passione Burraco

LIFESTYLE19 AGOSTO 2018 Il Sole 24 Ore domenica

Tavolo verde. Dal Sud America, dove ha origine, il gioco di carte ha conquistato tutto il mondo, Italia compresa e si è trasformato in un vero e proprio fenomeno di massa.

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Metti dei tavoli nel living di uno yacht o a bordo piscina in un hotel 4 stelle, in una piazza, in un museo, in una biblioteca, in un baretto di paese o in un ristorante riapparecchiato per l’occasione. Il panno verde, quattro sedie a postazione e due mazzi completi di carte francesi, jolly compresi. Il mazziere e due pozzetti. È il momento del Burraco: più pop olare e democratico del Bridge, più semplice della Canasta, simile alla Pinnacola, è fra gli skillgame (definizione su cui non tutti concordano) più diffusi al mondo. Un fenomeno sociale che coinvolge burrachisti in ogni continente. In Italia i giocatori sono almeno tre milioni. Di più quelli virtuali.

Il gioco del setaccio,
Pescare, scartare, calare, attaccare. Mettere 7 carte in sequenza per una scala: è burraco “puro” se la scala è dello stesso seme, “impuro” se composta con l’aiuto di un jolly o di una pinella, il 2. Oppure comporre varie combinazioni di tris. Di cuori, quadri, fiori, picche. In Versilia come in Salento, nel salotto di casa o sotto l’ombrellone. In montagna o alle terme. Per un torneo federale o una partita fra amici. L’obiettivo è “chiudere” rimanendo senza carte in mano.

Non solo burrachiste
Setaccio è il significato del nome, dal portoghese buraco. Le origini, si dice, siano sudamericane. Negli anni 80, quando è arrivato in Italia, il gioco circolava negli ambienti della politica, della cultura e dello spettacolo: erano burrachisti Luciano Pavarotti, Sandra Mondaini, Giulio Andreotti. Anche Letizia Moratti e Carlo Azeglio Ciampi. Ora è una passione trasversale, che riguarda soprattutto le donne. Le giocatrici sono il 68%, ma aumentano i giovani e anche gli uomini. Chi lo pratica assicura che faccia bene alla mente (potenzia l’attività cognitiva) e alle relazioni sociali. Il tavolo implica il rispetto del partner e degli avversari, la discrezione, il saper vincere e perdere con stile, una certa carica agonistica coniugata con la buona educazione. «In alcune scuole – sostiene Donatella Cambiaghi, fondatrice della Federazione italiana Burraco e arbitro nazionale – il gioco viene utilizzato a scopo didattico. E fra i nostri iscritti abbiamo anche burrachisti novantenni».

Dalle serate di gala a fenomeno di massa
All’inizio il Burraco era un gioco selettivo: le finali dei tornei somigliavano a serate di gala. Ma negli anni è diventato un fenomeno di massa. Conquista l’apparente semplicità di gioco e l’atmosfera amichevole delle competizioni. Con l’esperienza però si scoprono gli aspetti tecnici e le strategie. Guai a parlare di gioco d’azzardo: il Burraco richiede abilità più che fortuna (sta tutta nella pescata), dicono gli esperti. E la posta in gioco è costituita esclusivamente dalle quote di iscrizione ai tornei.

Il Burraco secondo Giorgio Vitale
La culla del Burraco nostrano è stata Bari. Quarant’anni fa, in un circolo della città, Giorgio Vitale, arbitro nazionale di Bridge, vide per la prima volta 400 giocatori impegnati in un gioco del tutto sconosciuto. Fu lui poi a codificarne le regole in diversi libri (Locorotondo Editore). «Col Burraco bisogna abitare la mente. È un fantasma silenzioso, che si insidia nei pensieri dei giocatori». così lo ha definito Vitale.

Fibur, unica federazione al mondo
L’unica federazione al mondo di Burraco è italiana: la Fibur conta 160 circoli e 13mila iscritti. Alimenta lo spirito agonistico del gioco, requisito però non più riconosciuto dal Coni. Ma soprattutto ha trasformato i tornei in un’occasione di turismo e cultura. Oggi i giocatori viaggiano e socializzano. Anche oltreconfine: ci sono circoli a Montecarlo, Lugano e Tenerife. Il gioco è praticato in Russia, in Grecia (dove lo chiamano Birimba), in Francia e in Spagna. Alcuni tornei mobilitano fino a mille persone. «Il Burraco è regolato solo in Italia – spiega Stanislao Sgambato, vicepresidente della Fibur –. Ai vincitori del gioco a coppie, che è il più diffuso, va il 60% dell’incasso di un torneo». Il resto sono tutte tasse. Le quote di iscrizione variano a seconda del livello della sfida, se di circolo, federale, regionale, nazionale, da 15 a 50 euro.

App e gioco online
Lazio, Lombardia, Piemonte, Campania, Emilia-Romagna, Abruzzo sono le regioni più attive: vantano il numero maggiore di circoli. Ma è sul web che la febbre collettiva sale: il sito burraconline.com conta più di 4 milioni di utenti registrati. È il più frequentato al mondo. Basta iscriversi, scaricare e installare il software gratuito e si gioca. Dal 2019 sarà online anche la Fibur. Intanto le App dedicate vanno fortissimo.

Donata Marrazzo

 

 

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