Dove troviamo i libri che non sappiamo di non conoscere? Questa è una ricerca che ha un sapore molto romantico. Una ricerca d’amore. Cosa c’è di più romantico delle grandi storie d’amore?
Ogni storia d’amore che si rispetti inizia con due amanti che non hanno alcun interesse l’uno per l’altra e l’una per l’altro. Elizabeth Bennet e Darcy, in Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, protagonisti di una storia d’amore senza tempo, tra le più romantiche della storia della letteratura romantica, orgogliosi e pieni di pregiudizi, prima si detestano, poi si sfidano ed infine si innamorano.
Appena passabile, ma non abbastanza bella da tentarmi” così Darcy definisce Elizabeth dopo averla incontrata per la prima volta. E solo molto tempo dopo Elizabeth inizia a ricambiare l’amore dopo aver scoperto accidentalmente che Darcy è proprietario di una lussuosa casa, E sono proprio questi primi incontri/scontri i fili conduttori dell’intera narrazione. Come in una danza, in costante bilico tra odio e amore, i due continuano ad attirarsi e respingersi. “Ho lottato invano. Non c’è rimedio. Non sono in grado di reprimere i miei sentimenti. Lasciate che vi dica con quanto ardore io vi ammiri e vi ami […] Mi avete stregato anima e corpo e Vi amo, Vi amo, Vi amo e d’ora in poi non voglio più separarmi da Voi”.
Con Romeo e Giulietta succede lo stesso. All’inizio della tragedia Romeo è innamorato di un’altra ragazza, Rosalina, vuole stare con lei e solo con lei. Giulietta non è innamorata di nessuno, sa soltanto che odia la famiglia Montecchi. Quando si incontrano incidentalmente al ballo in maschera Romeo si rende conto di quanto Rosalina sia poco importante, e Giulietta esclama: «Il mio unico amore nato dal mio unico odio. / O sconosciuto, troppo presto visto, e troppo tardi conosciuto!».
Ovviamente, tutto finisce in lacrime e veleno, e morte, ma Dio solo sa quanto è romantico.
Benedict e Beatrice (protagonisti di Molto rumore per nulla di William Shakespeare), Henry Higgins ed Eliza Doolittle (protagonisti del musical My Fair Lady di Alan J. Lerner, ispirato al Pigmalione di George Bernard Shaw), Rick e Ilsa (protagonisti del film Casablanca)… Se a ognuno di loro, nella prima scena, fosse stato chiesto che cosa volevano dalla vita, la risposta sarebbe stata “chiunque ma non lui/lei”. Questa, si badi bene, è la formula essenziale di ogni romanzo. All’inizio non ne vuoi sapere, ma poi accade quanto si può raccontare con la famosissima battuta di Rick nel film Casablanca: “Con tanti ritrovi nel mondo doveva venire proprio nel mio”; cioè: doveva capitarci accidentalmente proprio qui.
Con questa battuta torniamo allo specifico di questa chiacchierata: la scoperta di libri che non sapevamo di non conoscere. Con tutte le librerie che ci sono nel mondo, capitiamo incidentalmente in una e ci innamoriamo di un libro particolare.
Internet – va ricordato – ha creato la deleteria possibilità di trovare ciò che cerchiamo. I siti di incontri online ci consentono di indicare con precisione le caratteristiche della donna o dell’uomo che vogliamo incontrare: altezza, peso, reddito, misura delle scarpe, segno zodiacale, gruppo sanguigno, allergie, film horror preferito, taglia dei pantaloni, propensioni politiche e cereali più graditi a colazione. Possiamo scegliere tutto. Possiamo stabilire i nostri parametri e, se lo faremo, avremo ciò che già sapevamo di volere.
Ma non avremo Darcy. Non avremo Mrs Bennet. Romeo avrebbe indicato NO CAPULETI e Giulietta avrebbe specificato NO MONTECCHI. Due famiglie nobili, entrambe di rango simile. Lei tredici anni, lui all’incirca sedici. Un algoritmo potrebbe farli incontrare. Ma quell’unica cosa che rende romantico il loro incontro sarebbe stata resa impossibile da una macchina, un computer. La versione moderna di Romeo e Giulietta si svolgerebbe pressappoco così: lui odiava i Capuleti; lei odiava i Montecchi. Si mettono alla ricerca su www.cercasingleverona.it, escludono, rispettivamente, i Capuleti e i Montecchi, e due giovani pedissequamente corrispondenti alle caratteristiche indicate da ciascuno di loro si sarebbero ritrovati ragionevolmente ma non particolarmente felici.
Nelle storie sopra accennate, invece, tutti alla fine hanno trovato ciò che non cercavano, ma volevano: i Darcy, i Benedick, le Beatrici – ma hanno avuto ciò che non sapevano di volere. Ed è proprio questo che rende romantiche le loro storie.
Piaccia o no, Dio si trova negli imprevisti, nei dettagli. (Lo so che questa è una frase che tutti usano e tutti fanno finta di capire, e che ci si accapiglia tra chi pensa che nei dettagli si trova Dio e chi il diavolo. Non ci impelaghiamo nei dettagli, per l’appunto. Qui adopero questa frase perché ci aiuta a capire il senso di questa chiacchierata.) A qualcuno che legge questa ricerca potrebbe essere capitato uno di quegli strani momenti in cui, in fondo alla libreria, scopri e tiri fuori un piccolo strano tomo con una insolita copertina e per uno strano motivo dici a te stesso che quella è la prossima cosa che leggerai. Non importa quale libro sia. È quello che ha catturato il tuo sguardo. O, forse, è quello che ti è capitato in mano. Ma questo è già sufficiente se ti trovi in una Buona Libreria. Perché in una Buona Libreria tutti i libri sono buoni. Metà dell’arte di vendere un libro consiste nello scegliere, da parte del libraio, quali libri non tenere nella propria libreria. Non basta avere libri buoni, una Buona Libreria non deve avere libri brutti. Se in questa libreria accidentalmente ci capita tra le mani un libro che non sapevamo di non conoscere, saremo certi che è un buon libro, il libro di cui avevamo bisogno.
Al contrario, se una libreria dovesse contenere tutti i libri di questo mondo: quante possibilità avremmo? Andrebbe già bene se già sapessimo di quale libro abbiamo bisogno, ma questa non è la caratteristica più importante delle librerie. Questo lo sa fare internet. Detto pane al pane e vino al vino, prima che si levino grida di sorpresa di stupore e di ammirazione, una libreria che contiene tutti i libri di questo mondo è un orrore, una americanata. E, purtroppo, esiste. È la LOC (Library of Congress di Washington).
La libreria perfetta è piccola. Piccola e selettiva.
Il giro ideale in libreria, quello che non può esistere in questo mondo, scrive Mark Forsyth, funziona così: in una minuscola stradina di un paese che non avevamo mai visto scopriamo un negozio. Entriamo e c’è un libro, uno solo. È sul tavolo con una copertina molto semplice. Non vediamo neppure il titolo. Lo compriamo e ci svela tutti i segreti del mondo.

P.S. La ricerca della buona libreria sopra descritta è tratta dalla fusione, con varianti, di due capitoletti del libro L’Ignoto-ignoto: LA LIBRERIA ROMANTICA e IL FANTASMA IN LIBRERIA. A proposito di varianti, intendo assumermi le mie responsabilità e quindi affermo che il giudizio sulla Library of Congress di Washington è esclusivamente mio.

 

5 Responses to LA BUONA LIBRERIA (Seguito di L’gnoto-ignoto)

  1. Gilberto A. Marselli ha detto:

    Sei ammirevole nella tua inventiva e cultura. Beato te. Io lotto con la mia vecchiaia.Grazie quindi GIL

  2. Gilberto A. Marselli ha detto:

    Sei ammirevole nella tua inventiva e cultura. Beato te. Io lotto con la mia vecchiaia.Grazie quindi GIL

  3. gilbertomarselli ha detto:

    Sei ammirevole ed invidiabile. un’inventiva ed un’analisi del tutto ammirevoli. Ti invidio. Io, purtroppo, non sto bene;ma mi sei di molto conforto e compagnia.GRAZIE da GIL

    • Antonio ha detto:

      Caro Gil, mi dispiace molto sentirti giù. Alla nostra età si pagano dei prezzi e le riprese, quando non si è stati bene, sono difficili e lente. Coraggio. Grazie di avermi scritto che ti sono di conforto e compagnia.
      Un abbrtaccio, Antonio

  4. domenico langerano ha detto:

    Caro Antonio, dopo aver letto sull’amore e sulle librerie, mi associo nel gridare al nostro amico cittadino tricaricese onorario degno di stima ed affetto: Su con la vita dottor Marselli
    Mimmo

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