Questa è saltata fuori da un libro, dove dormiva da un sacco di tempo. E’ un foglio di carta; sopra sono dattilografate sette strofe composte da versi del Sommo Poeta (con relative citazioni della Divina Commedia) e di un anonimo regionale.

Era sindaco di Tricarico Pancrazio Toscano. Venne a Bologna con altri amici tricaricesi (non ricordo chi) e vennero a salutarmi in Regione, dove lavoravo. Pancrazio e gli amici avevano conosciuto il presidente della regione in carica in quel tempo, Lanfranco Turci, che aveva partecipato a Tricarico a un convegno sulla legislazione del terremoto del 1980. Era in corso una riunione del consiglio regionale, dove certamente si trovava il presidente, e li accompagnai.
Era presidente del consiglio un socialista rigorosissimo nel fare osservanza le regole dell’etichetta che aveva stabilito sul corretto comportamento che bisognava osservare per assistere alle sedute del consiglio: in aula, nei dintorni e persino al bar. L’atichetta l’aveva stabilita lui e quindi nessuno poteva sgarrare. Avemmo modo di constatarlo.
Con Turci ci accomodammo in una sala antistante l’aula consiliare. Pancrazio non aveva la cravatta e immediatamente un commesso si precipitò per intimarci di uscire. Turci – presidente della regione! – cercò di giustificare perché il suo ospite non avesse la cravatta e spiegò che l’inosservanza sarebbe durata pochi minuti. Niente da fare. Inflessibile, il commesso ci espulse, presidente della regione in testa!
In ricordo dell’evento scrissi le suddette strofe, di cui, ovviamente, mi ero assolutamente dimenticato e ora Rabatana   … le immortala.

La perfetta osservanza
A quel che scende, e tanto si diparte
Dal cader della pietra, e in egual tratta,
Sì come mostra esperienza ed arte
Così fa d’uopo penda la cravatta.
Pur. XV, 20-23

La trasgressione
Che dissi, lasso! Capo ha cosa fatta
Per c’egli, accumulando duol con duolo
Sen gia com’uomo senza la cravatta.
Inf.XXVIII 107-111

Il pentimento
Perché altra volta fui a tal baratta
D’ora avanti avrò sempre la cravatta.
Inf. XXI, 63-64

Il conformismo
E dietro le venia si lunga tratta
Di gente, ch’io non avrei mai creduto
Che tutta avìa indossata la cravatta.
Inf. III, 55-58

Il compromesso
Lo buon Maestro: “Acciò che non si paia
Che tu ci sii”, mi disse, “giù s’acquatta
Dopo uno scheggio, che non hai cravatta.
Inf., 58-60

Moralità della regola
Incontinenza, malizia e la matta
Bestialitade?: Non aver la cravatta.
Inf. XI, 82-83

Arroganza del potere
E per nulla offension che mi sia fatta,
Non temer tu, purchè abbia la cravatta!
Inf. XXI, 61-62

 

2 Responses to ALIGHIERI E ANONIMO REGIONALE “LA CRAVATTA”

  1. CalatorprinRomania ha detto:

    Sono impressionato , devo dire. Raramente posso incontro un blog che è ugualmente educativo e divertenti e lasciate che vi dica,
    si avere colpire il chiodo sulla testa. Il problema è
    qualcosa di un problema che troppo pochi persone sono parlare in modo intelligente su.
    Ora sono molto felice I imbattuto in nel mio caccia di qualcosa
    relativa al presente. – facebook.com/CalatorPrinRomaniaTuristica/

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