STORIA DELLA MIA MORTE

Verso le 8 di sera del 3 ottobre 1931, un piccolo aeroplano sorvolò il cielo di Roma lasciando cadere centinaia di migliaia di manifesti che invitavano gli italiani, e in particolare il re, a ribellarsi contro la dittatura fascista.

Alla guida di quell’aereo c’era un giovane intellettuale che da qualche anno aveva costituito un’associazione clandestina dal titolo ‘Alleanza Nazionale’: Lauro De Bosis. Nato nel 1901, figlio del celebre Adolfo fondatore della rivista “II Convito”, Lauro apparteneva a quella gioventù ‘moderata’ che dapprincipio aveva mostrato una certa simpatia per il movimento fascista, sentito come una sorta di prolungamento del Risorgimento e, come scrive Gaetano Salvemini, “un risveglio del sentimento nazionale offeso”. Ma l’illusione durò poco, e in breve Lauro ne divenne un fiero avversario.

Il volo su Roma era un’impresa con scarse possibilità di sopravvivenza, e Lauro ne era ben consapevole. Così, prima di partire aveva redatto, in francese, perché fosse diffusa nei giornali dell’Europa libera nel caso non fosse riuscito a salvarsi (come fu in effetti) la “Storia della mia morte”, suo straordinario testamento spirituale.

L’aereo di Lauro non fu mai trovato; con ogni probabilità, dopo aver effettuato il volo su Roma, si trovò a corto di carburante e precipitò in mare.

La « Storia della mia morte » è stato pubblicato con la prefazione di Gaetano Salvemini e la testimonianza di Sibilla Aleramo.

Dopo aver terminato gli studi classici, Lauro De Bosis si laureò in chimica nel 1922 all’Università di Roma, anche se i suoi interessi erano eminentemente letterari.

Nel 1923 fu rappresentato allo stadio del Palatino l’ “Edipo Re” di Sofocle su sua traduzione, pubblicata nel 1924. Ottimo conoscitore della lingua inglese, alla fine del 1924 si recò negli Stati su invito della “Italy America Society” di New York per tenere un ciclo di conferenze sulla situazione politica, storica e letteraria italiana.

Da allora la sua vita trascorse tra New York e Roma, dove nel 1925 pubblicò una traduzione ridotta de “Il ramo d’oro” di Frazer, mentre nel 1926 tornò ancora negli Stati Uniti per insegnare alla Harvard University di Cambridge (Massachussetta); in questa Università gli sono ancora dedicate una borsa di studio e un ciclo annuale di lezioni.

Rimane indignato dalla propaganda dei filofascisti all’estero, che intendono far passare il regime come un governo illuminato. Di sentimenti liberali, ma sostanzialmente conservatore, oltre che monarchico, De Bosis maturò in questo periodo la sua opposizione al fascismo, che egli aveva inizialmente valutato in termini non negativi.  La sua traduzione dell’Antigone di Sofocle, pubblicata nel 1927, è espressione del suo mutato indirizzo politico: Antigone rappresenta infatti la ribellione morale del cittadino alle crudeli leggi dello Stato, raffigurate dal dispotico sovrano Creonte.

Nel 1927 scrisse “Icaro”, la sua unica opera poetica. Questo dramma in versi, che nel 1928 ottenne la medaglia d’argento (di fatto il primo premio, poiché l’oro non fu assegnato) alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928 nella categoria letteratura drammatica (al tempo i giochi comprendevano anche competizioni artistiche e non solo sportive), e fu pubblicato nel 1930, è singolarmente profetico del gesto che concluse la sua vita.

Nell’opera di De Bosis, Icaro è un poeta che in un gesto eroico sacrifica la vita per la libertà, negata dal tiranno Minosse. La figura di Icaro era stata trattata e celebrata, in epoca recente, anche dal D’Annunzio, coetaneo ed intimo amico del padre di Lauro, Adolfo, come simbolo di eroismo assoluto.

Nel 1928 De Bosis divenne segretario della “Italy America Society”, nella quale erano tuttavia operanti persone legate al fascismo, e la circostanza gli procurò la diffidenza di molti antifascisti italiani emigrati negli Stati Uniti, già scettici sulla sua politica di fondo, intesa ad alleare contro il fascismo i monarchici, i liberali e i cattolici. Egli si guadagnò tuttavia la simpatia del socialista Salvemini.

La “Storia della mia morte” è un messaggio ai posteri dettato dalla poesia e diretto verso la storia. Il gesto eroico che esso preannuncia e descrive sarebbe stato impossibile senza il mito e la letteratura.

 

One Response to 3 OTTOBRE – Ricordo di LAURO DE BOSIS NOVELLO ICARO

  1. Antonio ha detto:

    Caro Cesarino, Ho pubblicato questo post circa un’ora fa (alle 2,52 del 3 ottobre)e tu l’hai letto alcuni minuti dopo. Mi aspetto un tuo commento.

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