FRANCO MARTINO – Su una proposta di Peppino Passarelli –
Peppino Passarelli ha proposto che una via di Tricarico sia dedicata a mio fratello Franco, suggerendo, come soluzione pratica, che venga sostituito il nome di una città, che attualmente intesta una via, col nome di mio fratello.
Ringrazio Peppino con profonda commozione e, in spirito di verità, con le lacrime agli occhi, ed esprimo il mio parere sulla sua proposta.
Mio fratello ha donato alla Città di Modena una istituzione educativa e scientifica monumentale, che consente di svolgere una grande e intensa attività. La Città di Modena ha apprezzato il contributo che un giovane lucano aveva dato alla Città della Chirlandina costellando anche di Meridiane i Paesi del Circondario (particolarmente interessante e avveniristica quella di Nonantola, la città della notissima Abbazia), e ha immediatamente dedicato il Planetario a mio fratello nella stessa occasione dell’inaugurazione.
Il nome di Franco è scritto in grossi caratteri sulla colonna del Planetario, che si affaccia su una via di intenso e veloce scorrimento, e l’opera e la personalità a cui essa è dedicata sono visibili, ogni giorno, a centinaia di persone, a parte la frequenza di migliaia di studenti e studiosi del Planetario, di cui si leggerà tra poco.
Franco molto ha dato a Modena, dove giunse come studente, e Modena gli ha restituito un ricordo che non sarà più cancellato. Come fratello e anche come tricaricese penso che a Tricarico non dovrebbe essere ricordato con la burocratica intestazione di una via, ma per la simpatia che si era conquistata, l’affetto dei suoi amici, di chi gli ha voluto bene e lo ricorda con immenso affetto e commozione, come ha testimoniato su Rabatana il suo grande amico Cesare Monaco.
Rinnovo il ricordo di mio fratello pubblicando la commemorazione di una sua collega, la prof. Olimpia Nuzzi.
FRANCESCO MARTINO professore di Fisica all’ITIS “F.Corni” fondatore del Planetario civico di Modena (1939-1989) …la sua opera di insegnante e di uomo rimarrà nel ricordo di tutti quelli che lo hanno conosciuto … Continueremo a lavorare come lui ci aveva insegnato perché possa essere sempre fiero dei suoi studenti …
Queste parole sono tratte dalla lettera che gli alunni di 5 a A di Energia Nucleare dell’ITIS “F. Corni” hanno letto nel dicembre 1989, in occasione del funerale di Francesco Martino, professore di Fisica al “Corni” e all’Accademia Militare di Modena
Quello che gli studenti, non solo del “Corni”, hanno testimoniato nel corso degli anni, è un sentimento di profondo rispetto, gratitudine e ammirazione per un insegnante che metteva, è vero, una grande soggezione, ma affascinava per la profondità della sua cultura e per la passione con cui cercava di trasmettere le conoscenze ai giovani. Li impegnava in esercitazioni concrete: misuriamo la distanza terra-luna, misuriamo l’altezza dei monti lunari, calcoliamo la gittata balistica di un proiettile, sono solo piccoli esempi del suo modo di insegnare. Anche i bidelli ricordano la profonda attenzione con cui i ragazzi seguivano le sue lezioni, come “magnetizzati” dalle sue spiegazioni
I colleghi e i collaboratori ricordano che Francesco Martino era un vulcano pronto a sprigionare nuove idee e a proporre iniziative didattiche che fossero coinvolgenti per gli studenti nella convinzione che … non è possibile insegnare scienza senza fare scienza … (come egli sosteneva) e che le idee del presente si possono comprendere meglio se si conosce anche lo sviluppo storico che le ha generate
Il tecnico del suo laboratorio, Luciano Gibertoni ricorda: Aveva continuamente bisogno di apparecchiature non reperibili in commercio e perciò bisognava costruirle, come ad esempio quelle che lui chiedeva per preparare le sue classi ai concorsi nazionali di Fisica (I giovani e la scienza) che il “Corni” immancabilmente vinceva ogni anno e a cui non si poté partecipare più perché gli altri istituti e licei rifiutavano di aderire ai concorsi se il “Corni” avesse continuato ad essere presente
Fin dagli inizi degli anni Settanta, Martino (docente al Corni dal 1969) aveva in mente di realizzare un centro di didattica dell’Astronomia, un planetario, cioè lo strumento più idoneo non solo per insegnare tale disciplina, ma anche per poter spiegare meglio tutte le scienze ad essa correlate
Ma egli all’epoca era a Modena un pioniere solitario, non c’erano mezzi e neanche la volontà di collaborare in un simile progetto
Nel 1975, partecipò ad un convegno presso l’ Osservatorio Astronomico di Capodimonte dell’Università di Napoli e a Napoli scoprì la sua stessa passione nel collega Mario Umberto Lugli, titolare della cattedra di Fisica Applicata nella sezione di Fisica Industriale al “Corni”, giunto a Modena da poco, dopo anni di insegnamento a Milano
Martino aveva trovato un alleato per realizzare il suo progetto. Occorreva, però, trovare uno spazio. In un’ala dell’edificio “Corni”, una vecchia torre in disuso, piena di calcinacci e rottami vari, fu individuata come lo spazio di cui c’era bisogno. Il preside Ennio Ferrari mise i locali a disposizione e cominciò l’avventura che coinvolse in puro volontariato i due professori e il tecnico di laboratorio, Luciano Gibertoni, il quale ricorda come facessero con entusiasmo tutto quello che c’era da fare, trasformandosi di volta in volta in facchini, muratori, elettricisti, falegnami
Francesco Martino, docente anche all’Accademia Militare, riuscì ad avere una strumentazione ormai obsoleta per l’Accademia, ma utile a lui per provare a costruire un piccolo planetario. La soluzione adottata, cioè una cupola di polistirolo, non diede risultati soddisfacenti
Nel 1977, finalmente viene realizzato il suo progetto: l’ITIS “Corni” acquista un planetario giapponese, nuovissimo ed alquanto economico, il Goto EX3 con una cupola di tre metri di diametro e la capienza di una classe alla volta. Costa un milione e mezzo, è il primo ad essere importato in Europa e viene comprato grazie al contributo di alcune banche
Cominciano le lezioni al Planetario e non solo per gli studenti del “Corni”: le frequenze di alunni sono sempre più numerose e si arriva a tremila presenze per anno scolastico. Alle lezioni si aggiungono corsi di aggiornamento per docenti, conferenze, stesura di schede didattiche per gli alunni e per i docenti, stesura di articoli per il Giornale di Astronomia della Società Astronomica Italiana (SAIT) che ha sede ad Arcetri (Firenze) e di cui Martino è socio e collaboratore
Il centro astronomico modenese è ormai abbastanza noto e al prof. Martino sono richieste lezioni anche in altre città, come ad esempio all’Università di Trento dal prof. Zanetti, presidente dell’AIF (Associazione Italia di Fisica): Martino accetta, ma a condizione di poter usare il planetario Goto del “Corni”. Il prof. Zanetti, all’inizio un po’ scettico su tale necessità, accetta pur di avere Martino come docente nel corso di aggiornamento per insegnanti di Fisica a Trento. Il successo delle lezioni è tale che l’Università di Trento prenota subito l’acquisto di un planetario
Il Planetario del “Corni” comincia ad organizzare meeting di astronomia a cui partecipano ditte italiane e straniere, astronomi, studiosi, ragazzi di tutte le scuole con i loro insegnanti, anche delle scuole elementari. E si resta stupiti nel vedere che dei bambini, dopo le lezioni, mostrano di aver recepito bene il concetto di “grado” e con sestanti semplicissimi tra le mani sono capaci di rilevare l’altezza in gradi del sole a mezzodì o della cima di un albero o della Torre dell’Accademia, ecc., con margini di errori molto contenuti
Il Comune di Modena, sollecitato da questa realtà scientifica di alto livello che esula dai confini provinciali, interviene e costruisce il nuovo planetario, lo Zeiss mod. ZKP2 con cupola di dieci metri e capienza di 80 posti: è privo di barriere architettoniche, dispone di una capiente aula magna per conferenze e corsi, una biblioteca, una saletta didattica, un gabinetto fotografico, un pendolo di Foucault alto circa 9 metri e un’aula per il piccolo GOTO EX3, pronto all’uso per chi voglia utilizzarlo autonomamente con la propria classe
Planetario civico “F.Martino” Foto Archivio Amici del Corni Il Planetario, inaugurato nell’aprile del 1990, è stato dedicato al professore Francesco Martino che tanto si era adoperato e tanto aveva fatto per realizzarlo, ma che non ha potuto vederlo completato perché la morte lo aveva stroncato pochi mesi prima (dicembre 1989), nel pieno del suo entusiasmo, proiettato verso progetti a cui egli si stava dedicando già da anni
Manoscritto dell’ultima lezione tenuta dal prof Martino in un corso per docenti CeSDA. Scheda didattica n.19, aprile 2000 (omissis). Nel 2008, anno internazionale dell’Astronomia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ha permesso la realizzazione di un altro piccolo osservatorio sulla terrazza del Planetario per trasmettere in diretta, nella cupola, le immagini di oggetti celesti durante lo svolgimento di conferenze o di incontri didattici con le scuole
Oggi, mediamente, al Planetario arrivano ogni anno circa 10 mila studenti, dalla scuola materna all’università, e un pubblico che sfiora le 3 mila persone. Il programma didattico, collegato a quelli delle varie scuole, prevede geografia astronomica, scienze naturali, fisica
La gestione del Planetario è affidata al CeSDA (Centro sperimentale per la didattica dell’Astronomia) che conta una ventina di soci impegnati nelle varie attività didattiche e organizzative […]
Olimpia Nuzzi
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Caro Angelo,
Ti ringrazio, ma io non mi auguro che a mio fratello venga intitolata una strada a Tricarico. Completò i suoi studi a Modena, seguendomi a casa mia, e a Modena ha dato moltissimo nei pochi anni di vita che gli furono concessi. Voglio che a Tricarico resti nel cuore dei suoi amici, ragazzi come lui che gli vollero bene e non l’hanno dimenticato. Ti saluto con pari affetto, Antonio
Come tu sai, una noiosissima nevralgia del trigemino miha letteralmente paralizzato e solo in ritardo ho potuto leggere le rtue varie Rabatana. A questo sento di dover rispondere con una mia total compartecipazione ai tuoi sentimenti, Antonio. Scusami per il silenzio. Ti abbraccio GIL
Carissimo Gil,E’ una gioia finalmente leggerti. Ti sono stato vicino e ti ho pensato ogni giorno. Anzi, giorno e notte, perché io sono stato afflitto da una forma pesante di insonnia. A presto.Ti abbraccio,
Antonio
P.S. Con una mail ti mando un ragguaglio sulla brutta aria che sta asfissiando Tricarico, che nonostante tutto, resta il nostro amato Paese. A.