Che brutt’aria spira al mio paese!
Non so, non riesco a capire se questa brutta storia del nome della Biblioteca comunale di Tricarico mi deve far piangere o far ridere. Che brutt’aria spira al mio paese!
Io posso dire che la biblioteca di Rocco Scotellaro la vidi la prima volta nel 1945 e Rocco da quella sessantina di libri che c’era nella scansia mi fece leggere Fontamara di Ignazio Silone, una copia del famoso libro tra quelli stampati in Svizzera, perché in Italia era vietato: Silone l’aveva regalato a Rocco con una affettuosa dedica.
Io so che Rocco Scotellaro, la prima volta che fu eletto sindaco, volle con ferma determinazione dotare di libri la Scuola serale.
Figuratavi ora! A questo punto, che faccio? Piango? Rido? Li mando tutti a quel paese i miei cari paesani, che hanno messo in gara Rocco Scotellaro e Laura Battista?
Su Rabatana ho pubblicato la petizione de La Ginestra e il suo aggiornamento. Ho pubblicato l’una e l’altro, anche se penso che una petizione si fa se si vuol fare una cosa seria, che si sa come e a che cosa possa servire, e non bisogna lanciarla tramite un social, dove le cose facilmente finiscono a schifìa. Io ho pubblicato l’una e l’altro, ma non ho dato l’adesione alla petizione. La sostituzione del nome di Rocco Scotellaro con quello di Laura Battista, se vogliamo portare rispetto alla Costituzione, è una cosa che non esiste: non è una cosa sbagliata, non è una cosa che non si doveva fare, è semplicemente una cosa che non esiste. Penso quindi che la petizione non solo sia stata del tutto inutile, ma che costituisca un atto che presuppone il riconoscimento della decisione contestata, la quale non doveva e non deve essere assolutamente riconosciuta. La petizione ha infatti finito solo col dare una mano a una pantomima che non poteva e non doveva sussistere e sta oltraggiando le memorie di Rocco Scotellaro e di Laura Battista.
Il terzo documento, al quale ho innanzi accennato, andando oltre l’aspetto più oltraggioso della pantomima, dice di Laura Battista che si tratta di “una sconosciuta poetessa ottocentesca, immaginiamo di provata e fervente fede cristiana”. Mi dispiace deludere chi è capace di toccare tali miserevoli fondi, ma devo informarli che immaginano male e debbono invece immaginarsi (ma per immaginare dovrebbero studiare un pochino, e mi rendo conto che questa è una strana pretesa), devono immaginarsi, dicevo, una Laura Battista dotata di spirito anticlericale, ispirato a una religione concretizzata nell’animarsi della natura e nel sentimento della Patria e non della religione cristiana, in rapporti con Aleardo Aleardi (uno dei pochi suoi veri amici) e Giosuè Carducci. Morì a soli 38 anni, lasciando una vasta biografia umana (funestata dalla morte di quattro dei suoi cinque figli; il quinto, Francesco, sono riuscito una volta a vederlo) e culturale.
Della sua opera voglio solo ricordare che a soli ventitré anni scrisse e divulgò il dramma storico-politico, Emmanuele De Deo, in cui celebrava uno dei più tragici momenti della storia del Mezzogiorno d’Italia, la congiura antiborbonica, scoppiata a Napoli nel 1794.La congiura fu scoperta e furono arrestati alcuni giovani studenti e intellettuali, tra loro vi era Emmanuele De Deo, fratello della suocera di Laura Battista, studente di diritto presso l’Università partenopea. Sottoposto a tortura perché rivelasse i nomi dei cospiratori, non fece alcuna rivelazione e fu impiccato a piazza Mercato a soli 22 anni.
Mi auguro con tutto il cuore che ci si renda conto quale delitto sia stato e sia l’aver inscenata una gara tra Rocco Scotellaro e Laura Battista. Due nomi gloriosi di Tricarico, ma la gara non ha senso, perché Laura Battista con la Biblioteca di Tricarico non c’entra nulla.
Fatela finita!
7 Responses to Che brutt’aria spira al mio paese!
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Non una parola fuori posto!
Antonio, sono pienamente d’accordo con te.
Tricarico non cambia mai!
Cara Maria Pia, Sono anni, forse, che non riesco a mettermi in contatto con te, perché le mie mail all’indirizzo hotmail non sono accettate. Sta per giungerti un libro dove ho radunato bagatelle in un tempo dell’attesa: attesa, quando le radunavo, del sonno nelle penose notti insonni; attesa di che, ora, alla mia età, col sonno ritrovato? Di vedere i fuochi fatui oltre la cancellata, sfuggendo la brutt’aria di Tricarico, che non cambia mai e amo sempre di più.
Antonio….si sono estinti anche quei fuochi, che si vedevano già oltre il Basento, allorquando lo stridìo dei freni ancor non cessava sotto le fredde carrozze con le panche di legno.
Ma io non alludevo ai fuochi a valle, bensì ai fuochi fatui della collina … oltre la cancellata. C’è anche un bel libro: La collina dei fuochi fatui. Ciao.
No, non “bel libro” dovevo scrivere. Forse “coinvolgente”
Condivido tutto e reputo sacrosanta verità!!!
Aggiungo : è una storia patetica!!
Grazie. Mi fa molto piacere.