27 GENNAIO – GIORNO DELLA MEMORIA

AUSCHWITZ

L’entrata del campo di concentramento
di Auschwitz con la celebre scritta Arbeit macht frei

Il Giorno della Memoria è una ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno come giornata per commemorare le vittime dell’OLocausto. È stato così designato dalla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria. La risoluzione fu preceduta da una sessione speciale tenuta il 24 gennaio 2005 durante la quale l’Assemblea generale delle Nazioni Unite celebrò il sessantesimo anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti e la fine dell’Olocausto.
Si è stabilito di celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 gennaio perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.

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FABIO ISMAN
1938, L’Italia razzista
I documenti della persecuzione contro gli ebrei

La tragedia della Shoah rischia spesso di lasciare sullo sfondo le altre gravissime persecuzioni che hanno colpito gli ebrei italiani dal 1938 al 1945. Le leggi razziali, precedute da un subdolo censimento che era in realtà una vera e propria schedatura e anticipate da una violenta campagna antisemita, esclusero gli ebrei dalla scuola, dal mondo del lavoro, dalla vita civile. Dal 1938, oltre 400 provvedimenti di crescente gravità: alla fine, gli israeliti non potevano possedere una casa, un’impresa, un lavoro, neppure degli oggetti. Una spoliazione sistematica e minuta, confische equivalenti a oltre 150 milioni di euro odierni. Gli archivi restituiscono le vicende di questa Grande razzia, e storie, spesso ignote, di vita e, purtroppo, anche di morte. Il nostro Paese le ha indagate soltanto dal 1998, costituendo una Commissione presieduta da Tina Anselmi. Ma troppo resta ancora sconosciuto. Le stesse restituzioni agli originari proprietari sono state tardive e soltanto assai parziali. Come gli indennizzi, e i riconoscimenti a chi è stato perseguitato. Con una capillare ricerca tra i dati e gli allegati al Rapporto Anselmi e in numerosi archivi, negli ottant’anni dalla più importante tra le leggi razziali che furono l’anticamera della Shoah, Fabio Isman racconta vicende spesso ancora ignorate o troppo poco esplorate, che ci restituiscono lo spaccato di un’Italia non sempre composta da «brava gente».

LIBRO ISMAN

Fabio Isman, giornalista e scrittore, è stato per molti anni inviato del «Messaggero». Con il Mulino ha pubblicato «Andare per le città ideali» (2016) e «L’Italia dell’arte venduta» (2017).

 

LILIANA SEGRE

 

Primo Levi ci ha sempre messi sull’avviso: “E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo”.

Per questo è necessario un lavoro di lunga lena. Il processo di formazione di un’adeguata coscienza civile deve veder coinvolti tutti: le istituzioni, gli intellettuali, i mezzi di comunicazione, i politici, la scuola, l’università. Con il fine di conoscere e far conoscere. Fare crescere un senso comune nuovo, strutturato e aperto, dentro un patto tra le generazioni. Solo così potrà essere debellata quella indifferenza che personalmente ho sempre considerato il male peggiore, più insidioso, forse il più doloroso per noi vittime della persecuzione e testimoni della tragedia.

LILIANA SEGRE
dalla Prefazione al libro di FABIO ISMAN 1938, l’Italia razzista

 

2 Responses to 27 GENNAIO – GIORNO DELLA MEMORIA

  1. Angelo Colangelo ha detto:

    Non so perchè, ma quest’anno dentro di me vivo questa ricorrenza con un maggiore senso di sofferenza. Penso che sia dovuto anche al particolare clima politico e sociale del nostro Paese, che mi sembra quanto mai preoccupante. Non riesco proprio a rimuovere alcune immagini terrificanti dei bambini che vengono “deportati” dal Centro di Accoglienza di Castelnuovo. Nei loro occhi spauriti c’è il riflesso inquietante di una tragedia immane, che nel secolo scorso l’Europa ha vissuto a causa dell’umana follia. E che si auspica non debba mai più ripetersi.
    Angelo Colangelo

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