Tutte le opere di Rocco Scotellaro *

Sono venuto a sapere che la casa editrice Mondadori ha in corso la pubblicazione di un volume contenente tutte le opere di Rocco Scotellaro. Non so cosa voglia precisamente significare ‘avere in corso di pubblicazione’, ma si tratta di notizia certa benché indefinita.

Sono passati 65 anni dalla prima pubblicazione di un volume di poesie di Rocco Scotellaro. Rivediamone il percorso.
Nella nota alla bellissima Prefazione di Carlo Levi alla sua edizione si legge: « La presente raccolta delle poesie di Rocco Scotellaro rispetta sostanzialmente quella che egli stesso aveva fatto nel 1952, a cui sono state aggiunte le poesie posteriori. Nelle sue carte abbiamo trovato un gran numero di altre poesie, di frammenti, di varianti: ci proponiamo di pubblicare al più presto la raccolta completa della sua opera poetica». Quell’ “al più presto” annunciava, forse inconsapevolmente da parte dello stesso Levi, un tempo troppo lungo non solo per la nostra ansia di conoscere tutto Rocco.
Franco Vitelli e Giovanni Battista Bronzini furono fatti carico di tutto il materiale disordinatamente lasciato da Rocco, con appunti su scatole di cerini, risvolti di ricette e di pacchetti di sigarette e materiali analoghi, l’hanno ordinato, studiato, commentato e pubblicato. Passarono ventiquattro anni, era il 1978 (Carlo Levi era morto da tre anni), quando Vitelli pubblicò «Margherite e rosolacci», raccolta di altre 271 poesie, della cui gestazione mi parlava spesso Mazzarone e talvolta mi accennava lo stesso Vitelli. Apprezzai molto la sensibilità di Vitelli nel pensare a quel titolo per la nuova raccolta di poesie, titolo legato a quello di una sezione di «E’ fatto giorno», che evoca un gioioso squarcio di campagna tricaricese con i papaveri (rosolacci) e le margherite.

Si riteneva che «E’ fatto giorno» e «Margherite e rosolacci» costituissero il corpus poetico completo di Scotellaro. Ma nel 1882 si potette constatare che era stata impostata una operazione per sostituire l’edizione leviana nel corpo poetico di Scotellaro. Mi chiedo se, Carlo Levi vivente, questa operazione si sarebbe potuta concepire. Per l’appunto nel 1982 Franco Vitelli pubblicò nella collana degli Oscar della Mondadori una edizione di “E’ fatto giorno” del tutto diversa dall’edizione leviana. Nella nuova edizione di Vitelli risultano pubblicate molte poesie, non comprese nella raccolta “Margherite e rosolacci” e che erano state “tenute da parte” per comporre la nuova edizione di “E’ fatto giorno”.
Il corpus si completò con la pubblicazione nell’Oscar Mondadori del 2004 di tutte le poesie di Scotellaro, a cui furono aggiunte quelle successivamente rinvenute (ma Vitelli non si chiuse alla speranza che altre poesie potessero essere scoperte). Vedremo se l’annunciata pubblicazione di tutte le opere di Scotellaro porterà alla scoperto altre poesie.
Nell’ «Oscar» di Vitelli del 1982»era stata escogitata una impostazione tipografica, che consentiva di poter conoscere, sia pure in un subordine disordinato, lacerti dell’edizione leviana. Rileggere contestualmente nel suddetto modo le due edizioni sensibilmente diverse di «E’ fatto giorno» si rivelò fonte di disagio, come se si trattasse dell’opera di due poeti diversi, diversamente trattati, e si formò la convinzione che bisognasse leggere o l’una o l’altra o entrambe, ma separatamente.
Non mancarono interventi critici sull’operazione di Vitelli, a cominciare dalla Storia e preistoria dell’edizione leviana di «E’ fatto giorno» di Scotellaro di Gigliola De Donato, in Scotellaro trent’anni dopo, Atti del Convegno di studio Tricarico – Matera 27 – 29 maggio 1984, Basilicata Editrice, pp. 311 – 340. La De Donato premette in punto di metodo che non intende entrare in un’ ottica di collazione di testi, in confronto cioè delle due edizioni (quella curata da Levi nel 1954 e quella riveduta e integrata da Franco Vitelli nel 1982) dal momento che non rientra nell’ordine dei suoi interessi la valutazione del maggiore o minor grado di attendibilità filologica dell’operazione editoriale di Vitelli. E però l’edizione curata da Levi resta un testo esemplare, non archiviabile, non potendosi prescindere da essa, senza smontare pezzo a pezzo, quella costruzione epica collettiva, che dentro vi si legge, e dissipare un clima che quella poesia e quella storia insieme politica e di appassionata creazione ideologica, di grandezza e di limiti, di spinte liberatrici e di persistente consapevolezza della subalternità politica e sociale del Mezzogiorno.
Nello stesso volume (p. 187) si può leggere anche l’imbarazzo del prof. Ennio Bonea (1924-2006), professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Lecce, nella sua relazione «Le ideologie di Scotellaro». « Era tempo – scrive Bonea – che, a circa trent’anni dalla prima pubblicazione, si provvedesse a ripresentare un libro divenuto introvabile; sia lode dunque a Vitelli; ma non posso nascondere il mio imbarazzo, quando ho rilevato che l’«Oscar», anziché essere riproduzione in veste più modesta e a prezzo più contenuto di un testo più elegante tipograficamente e più costoso, è un’edizione «accresciuta» e, sul piano filologico, atipica: non è critica né diplomatica. Dico queste cose, avendo sperimentato la pratica difficoltà di studio nello svolgere il mio corso universitario, perché a uno studente in possesso della vecchia edizione, non ho potuto opporre l’autorità non indiscutibile della nuova, per la prevalenza scientifica di un’edizione rispetto all’altra».
Molto severo il giudizio (ma non da meno è quello di Bonea) che si può leggere in uno scritto online di Giovanni Caserta, scrittore e storico materano. Si apra, se si vuole, il seguente link:
(http://www.miglionicoweb.it/santagnese/scotellaro_caserta.htm).
Scrive Caserta: « Questa nuova edizione di E’ fatto giorno, purtroppo, dette della poesia di Rocco Scotellaro un’immagine assai diversa e molto lontana da quella conosciuta per il tramite di Carlo Levi, poiché non teneva conto del fatto, assai normale, e persino ovvio, per cui l’opera che conta è quella che esce dalla casa editrice e non già quella presentata dal poeta. La nuova edizione di E’ fatto giorno, perciò, se da un lato aprì una vivace e interessante querelle di natura filologica, dall’altro decretò la morte letteraria di Rocco Scotellaro, che scomparve da tutti i manuali di letteratura e persino dagli studi specifici riguardanti il Novecento. Questo silenzio si vorrebbe oggi rompere, in occasione del cinquantenario della morte e dell’ottantesimo della nascita; ma l’operazione di rilancio e recupero, se vuole avere successo, deve partire proprio dalla riproposizione dell’edizione leviana di E’ fatto giorno, che ormai è opera di antiquariato e assolutamente irreperibile. Lì è lo Scotellaro che conta: quello che può tornare a vivere, e che si conobbe per primo e per vero».
L’escogitazione a cui ho sopra accennato fu abbandonata nell’ «Oscar» di tutte le poesie di Rocco Scotellaro del 2004 ed evidentemente non sarà presente in questa annunciata edizione di tutte le opere del 2019.

Va tuttavia resa e rinnovata lode a Franco Vitelli per aver recuperato e donato tutto Scotellaro, circa 500 poesie con datazione completa, a fronte delle 130 di «E’ fatto giorno». Va ora resa altrettale lode alla Casa Editrice Mondadori e ai curatori dell’annunciata edizione di tutte le opere di Rocco Scotellaro, della quale Rabatana non mancherà di riferire.
Mi sia infine consentita una confessione personalissima. Io ho qualche anno meno di Rocco Scotellaro, ho avuto rapporti non sporadici con lui e ci univa il fatto che il mio “migliore amico”, Antonio Albanese, fosse anche il suo “migliore amico”. Quando Rocco morì, avevo letto non poche sue poesie e prose, passate da lui stesso dattiloscritte, altre che mi aveva chiesto di dattiloscrivere e altre che avevo ascoltate direttamente dalla sua voce. Non ricordo tutto, ma di alcune poesie o prose ricordo momenti e circostanze in cui ne venni a contatto con la lettura, la copiatura o l’ascolto, e sono momenti che rivivo emozionalmente. A giugno del 1954 vivemmo una grandissima emozione nel leggere finalmente il libro delle poesie di Rocco nello Specchio di Mondadoria sei mesi dopo la sua morte, e di rileggerle ancora a dicembre nel primo Specchio illustrato con le dieci tavole di Aldo Turchiaro, che, da allora, ho letto, riletto e consunto. Non desti quindi meraviglia se rigetto con forza la soppressione dell’edizione Levi. Nel 2023 scadrà il copyright, un laccio si scioglierà a liberare le opere di Scotellaro  dal diritto esclusivo di sfruttamento economico. Voglio però ricordare che inalienabile e intrasmissibile resta il diritto morale d’autore, spettante senza limiti di tempo ai discendenti diretti e indiretti. L’edizione leviana, potrebbe risorgere. E se campo (ma i miei anni sono già tanti!) risorgerà.

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*Le evidenziazioni in neretto sono mie

 

3 Responses to Annunciata la pubblicazione di tutte le opere di Rocco Scotellaro

  1. Angelo Colangelo ha detto:

    Buongiorno, Antonio.
    E’ senz’altro interessante il tuo exucursus sulla vicende editoriali dell’opera scotellariana,su cui non sono mancate nel passato anche diversità di posizioni da parte dei critici.
    Per quanto possa valere la mia opinione,cioè poco, ritengo che sia stato un azzardo pubblicare “indiscriminatamente” tutto ciò che si è ritrovato dello scrittore e poeta tricaricese. Addirittura suggestioni o noterelle registrate su scatole di cerini. Voglio dire che forse si è finito per non rendere un buon servizio allo stesso autore prematuramente scomparso.
    In ogni caso mi congratulo ancora per quanto tu stai facendo per tener vivo e alimentare la conoscenza e il dibattito su una personalità, qual è quella di Rocco Scotellaro, che merita un posto di rilievo nel panorama letterario del Novecento italiano.
    Un grande abbraccio,
    Angelo

    • Antonio ha detto:

      Buongiorno a te, carissimo Angelo, col mio ringraziamento.
      Sono d’accordo con te. Aspetto che esca l’annunciata raccolta di tutte le opere di Rocco Scotellaro e di esporre su Rabatana le mie considerazioni. Il mio fermo convincimento, comunque, è che Rocco vero, quello che all’indomani stesso della sua morte conoscevano intellettuali e contadini (anche questi lo leggevano o se lo facevano leggere e a un muro delle loro case avevano attaccato la sua foto), quel Rocco la cui opera non fu solo oggetto di diversità di opinioni, ma sulla quale si impose che calasse il silenzio a causa dello scontro politico che si accese.
      Ho studiato il diritto d’autore in diritto. C’è un lato economico (tutelato per quarant’anni, portati a settanta da Berlusconi, e c’è un lato morale, senza limiti. So di avere poche speranze, ma se campo ancora 4 anni, quando il primo aspetto del diritto si sarà estinto, e la testa resterà almeno un tantino a posto, aspiro a ridar vita al vero Scotellaro.
      Ho ricevuto, e credo che oggi l’abbia ricevuto anche tu, il libretto per i 90 anni di Mario Trufelli.
      Un grande abbraccio anche da parte mia,
      Antonio

      • Angelo Colangelo ha detto:

        Non ho ricevuto il libretto per i 90 di Mario Trufelli, che ebbi il piacere di coinvolgere in un mio progetto scolastico sugli Scrittori di Basilicata, quando insegnavo a Stigliano. Ceravamo già incontrati, molti anni fa, anche ad Aliano in occasione del conferimento del Premio Letterario Carlo Levi al suo libro “L’ombra di Barone”. Poi … il trasferimento a Parma…
        Per il resto, ti auguro lunga vita, cosicchè tu possa avere il tempo necessario per realizzare i tuoi progetti su Scotellaro. Un caro saluto, Angelo

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